Pensione: non conta quanto prendi ma quanto spendi. L’inflazione si mangia gli aumenti

L’inflazione corre più della rivalutazione delle pensioni. I sindacati chiedono interventi urgenti al governo per le rendite basse.
2 anni fa
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Pensioni troppo basse o costo della vita troppo alto? In periodo di bassa inflazione le rendite dello Stato sono in grado di sostenere i consumi e quindi il ciclo economico. Ma quando l’inflazione comincia a salire, arrivano i guai.

Il repentino cambio di passo della crescita dei prezzi nel 2022, conseguente al rincaro delle materie prime ha comportato una impenna della inflazione. Le pensioni notoriamente sono rivalutate a inizio anno, ma sulla scorta dei dati dei 12 mesi precedenti.

Come l’inflazione si mangia le pensioni

La rivalutazione delle pensioni non avviene mai di pari passo con l’inflazione attuale.

Con conseguenze drammatiche sulla capacità di spesa, soprattutto per chi vive di rendite basse. Nonostante gli interventi del governo per mitigare i costi delle bollette, i rincari si fanno sentire un po’ ovunque.

I dati sull’inflazione sono preoccupanti e le pensioni non riescono a tenere il passo. Bisognerà attendere il 2023 prima che lo Stato rivaluti le pensioni in base ai dati dell’inflazione 2022. Intanto però, la spesa la facciamo adesso, non nel 2023.

Un rincaro della spesa che andrà a ricadere anche su altre prestazioni previdenziali che dovranno essere rivalutate e che allontana la possibilità di una riforma pensioni col sostegno pubblico. Come anche già anticipato in precedenza dallo stesso premier Mario Draghi.

Le richieste dei sindacati

I sindacati chiedono che il governo intervenga sin da ora per difendere il potere di acquisto di chi vive di sola pensione, quindi, dell’economia italiana. In Italia ci sono più di 16 milioni di pensionati, e non sono pochi.

La richiesta delle parti sociali è fatta nell’ambito della riforma pensioni e punterebbe alla piena indicizzazione degli assegni medio bassi e a un rafforzamento delle cosiddette “quattordicesime” fino a 1.500 euro.

L’obiettivo è quello di riuscire a dare mediamente 100 euro in più a coloro che percepiscono pensioni sotto i 1.000 euro al mese.

Una rendita lorda di questo importo non è infatti in grado di garantire lo stesso potere di acquisto di un anno fa.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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