L’Italia torna a registrare un allungamento della vita media. I più recenti dati diffusi dall’Istat relativi al 2024 indicano un netto miglioramento della longevità, con un incremento di quasi cinque mesi rispetto all’anno precedente. Questo andamento demografico, apparentemente positivo, porta con sé importanti conseguenze per il sistema previdenziale, a partire dall’innalzamento dell’età pensionabile nei prossimi anni.
Il legame tra durata media della vita e requisiti per la pensione è ormai consolidato nella normativa italiana: ogni variazione nei dati demografici determina un ricalcolo dei criteri di accesso al trattamento pensionistico. L’attuale ripresa dell’aspettativa di vita, dopo gli anni di crisi sanitaria legati alla pandemia, è destinata dunque a cambiare gli scenari per milioni di lavoratori.
In redazione è giunto un quesito interessante.
“Salve, sono un lavoratore che tra 5 anni potrebbe andare in pensione secondo le regole attuali. Leggo da più parti di questo aumento della speranza di vita secondo i dati ISTAT. Detto aumento avrà ripercussioni sulla futura età pensionabile? Non basteranno più 67 anni di età e 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia?”
L’aumento della longevità nel 2024
Il report Istat evidenzia che la speranza di vita alla nascita ha raggiunto quota 83,4 anni nel 2024. L’aumento, pari a circa cinque mesi in più rispetto al 2023, rappresenta un’inversione di tendenza dopo la contrazione osservata nel periodo pandemico. Tuttavia, ai fini previdenziali il dato più influente è quello riferito all’età di 65 anni, utilizzato come riferimento per il calcolo dell’età pensionabile.
Proprio a questa fascia anagrafica si applicano i meccanismi automatici previsti dalla legge, secondo cui eventuali variazioni della speranza di vita determinano l’adeguamento dell’età richiesta per accedere alla pensione di vecchiaia (oggi fissata a 37 anni).
Le stime per il 2024 indicano un incremento tra i quattro e i cinque mesi anche per chi ha già superato i 65 anni, configurando un probabile innalzamento della soglia pensionabile nel prossimo futuro.
L’impatto sull’età pensionabile
Il sistema previdenziale italiano si fonda su un principio di adeguamento biennale dell’età di pensionamento, con un meccanismo legato all’andamento demografico.
Il prossimo aggiornamento è previsto nel 2027 e terrà conto non solo dei dati più recenti, ma anche delle flessioni precedenti causate dal Covid-19. La normativa vigente, infatti, consente di “recuperare” gli anni in cui la speranza di vita era diminuita, evitando che brevi fasi di regressione annullino i progressi successivi.
In concreto, questo significa che l’aumento registrato nel 2024 avrà un’influenza diretta sull’età pensionabile a partire dal 2027. Si parla già di un possibile “scatto” in avanti che potrebbe posticipare il ritiro dal lavoro oltre gli attuali 67 anni previsti per la pensione di vecchiaia. L’entità precisa dell’adeguamento sarà definita nei prossimi mesi, ma il trend è chiaro: la soglia pensionabile è destinata a salire.
Scenari futuri per i lavoratori
Il ritorno alla crescita della speranza di vita, come fotografato dall’ISTAT, riapre il dibattito sulla sostenibilità del sistema pensionistico e sui diritti acquisiti dei lavoratori prossimi alla pensione.
Coloro che stanno pianificando il proprio percorso di uscita dal mondo del lavoro potrebbero infatti ritrovarsi a dover rivedere i propri programmi, posticipando l’accesso al trattamento pensionistico.
Se la dinamica attuale verrà confermata, si tratterà del primo incremento consistente dell’età pensionabile dopo anni di relativa stabilità. La pandemia aveva infatti congelato ogni variazione, grazie al calo della longevità, offrendo una sorta di tregua temporanea. Con la ripresa demografica, però, il sistema torna a confrontarsi con le sue regole strutturali.
Secondo gli esperti, l’età pensionabile potrebbe superare i 67 anni già nel primo aggiornamento del 2027. Non si esclude che, in caso di ulteriore incremento della speranza di vita nei prossimi tre anni, si possa assistere a nuovi innalzamenti anche oltre questa soglia.
Considerazioni sulla sostenibilità previdenziale e l’età pensionabile
L’aumento della speranza di vita, se da un lato rappresenta un segnale positivo in termini di salute pubblica, dall’altro pone nuove sfide alla sostenibilità del sistema pensionistico. Il prolungamento della vita attiva comporta un maggior numero di anni di erogazione delle pensioni, con effetti diretti sulla spesa pubblica.
In questo contesto, l’adeguamento dell’età pensionabile rappresenta una misura di equilibrio necessaria per garantire la tenuta del sistema nel lungo periodo. Tuttavia, non mancano critiche da parte delle categorie più colpite. In particolare quelle che svolgono lavori gravosi o usuranti, per i quali un ulteriore prolungamento dell’attività lavorativa potrebbe risultare insostenibile.