Che pensione c’è per chi ha 35 anni di contributi versati ma non ha i 67 anni di età? Ecco le possibilità

Quali sono le misure di pensione per chi non ha ancora raggiunto i 67 anni di età ma ha completato i 35 anni di contributi versati all'INPS.
1 anno fa
2 minuti di lettura
pensione
Foto © Licenze Creative Commons

C’è chi ha superato i vent’anni di contributi versati che sono la soglia minima per le pensioni di vecchiaia, ma non ha raggiunto i 67 anni di età che invece è la soglia anagrafica altrettanto minima da raggiungere. Ci sono alcune regole del sistema previdenziale italiano che non possono essere derogate e quindi per diverse misure o si raggiungono sia i contributi necessari che l’età necessaria oppure la pensione non può essere percepita in anticipo. C’è una carriera lavorativa e quindi ci sono determinati contributi previdenziali raggiunti che però tornano sempre in auge per quanto riguarda il sistema previdenziale.

I 35 anni di contributi versati per esempio, sono una soglia che riguarda diverse misure previdenziali oggi in vigore. Un nostro lettore che sta per raggiungere i 35 anni di contributi versati ci chiede proprio quali siano le possibilità di uscita dal mondo del lavoro con questa carriera.

“Salve a tutti mi chiamo Davide e ho un quesito da porvi che mi riguarda da vicino. Ho raggiunto 35 anni di contributi versati ed ho 63 anni di età. Volevo chiedervi quali siano le possibilità di andare in pensione con questa età e con questa soglia contributiva. Grazie mille per la vostra eventuale risposta.”

Che pensione c’è per chi ha 35 anni di contributi versati ma non ha i 67 anni di età? Ecco le possibilità

Naturalmente i vent’anni di contributi versati sono la soglia contributiva più presente nelle misure che parlano di pensione. Infatti con vent’anni di contributi versati si può andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia ordinaria, ma non solo. Perché si può andare in pensione con l’anticipata contributiva. O ancora con la pensione di vecchiaia per gli invalidi specifici. Ma non ci sono solo i vent’anni di contributi come soglia contributiva nel sistema previdenziale. Molte misure danno la possibilità di anticipare la quiescenza ma raggiungendo carriere molto più lunghe di 20 anni.

Per esempio c’è la soglia dei 35 anni di contributi che è una età contributiva che spesso viene indicata come tra quelle utili a determinate prestazioni previdenziali. Soglia utile alle donne e alla loro opzione donna, sia in passato che adesso. Per la misura serve raggiungere la carriera di 35 anni di contributi versati per poter anticipare la quiescenza a 58, 59 o 60 anni di età. Il nostro lettore però essendo un uomo non può andare in pensione con opzione donna. Ma con 35 anni di contributi versati in base all’età che ci dice di avere potrebbe rientrare in altre misure in vigore quest’anno.

Ecco le misure che consentono il pensionamento con 35 anni di versamenti

Dal momento che il nostro lettore ha già 63 anni di età e 35 anni di contributi versati, potrebbe rientrare nel perimetro dell’Ape sociale. Ma solo come invalido, caregiver, disoccupato o come lavoro gravoso, ma in quest’ultimo caso, solo se è un edile o un ceramista. Infatti l’Ape sociale per i disoccupati prevede una carriera contributiva pari a 30 anni. La stessa carriera che serve per disoccupati, invalidi al 74% almeno o per chi da sei mesi almeno assiste un familiare stretto disabile. Se il nostro lettore svolge un lavoro gravoso, se non rientra tra i ceramisti e gli edili, dovrebbe invece maturare 36 anni di contributi per entrare nell’Ape sociale.

Sempre con 35 anni di contributi versati c’è un’altra possibilità che è quella della pensione in regime usuranti. Anche questa misura è collegata al tipo di lavoro svolto che deve rientrare tra quelli considerati usuranti. In questo caso si prende una volta raggiunti i 61 anni e 7 mesi di età ed una volta arrivati a completare insieme ai 35 anni di contributi versati anche la quota 97,6.

Questo genere di trattamento previdenziale oltre che ai lavori usuranti si applica anche agli autisti dei mezzi di trasporto pubblico, ai lavoratori notturni e agli addetti alle cosiddette linee a catena in fabbrica.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensione donna
Articolo precedente

Donne in pensione a 61 anni nel 2024, ecco come sarebbe possibile

pensioni cessazioni
Articolo seguente

Pensioni, ecco il tanto atteso decreto ministeriale, domande al via per la cessazione dal servizio