Pensione prima dei 62 anni per questi 3 comuni lavori

Ci sono attività lavorative che permettono pensioni e uscite dal servizio in anticipo, e sono attività comuni.
2 anni fa
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Pensione lavori usuranti

Oggi la materia pensioni è molto discussa e molto popolare perché si parla di ipotetiche nuove misure con altrettanto ipotetica riforma previdenziale. Si fa un gran parlare della pensione a 64 anni per tutti, oppure della quota 41 per tutti, o ancora delle misure flessibili a partire dai 63 o 64 anni di età. Molti tralasciano però il fatto che già oggi il sistema pensionistico prevede misure di pensionamento anticipato molto appetibili. Soprattutto per chi svolge determinate attività, uscire dal lavoro prima, e farlo addirittura prima dei 62 anni di età, non è raro.

E chi pensa che si tratti di attività difficili e particolarmente rare, è in errore. Ci sono attività lavorative molto comuni che danno diritto al pensionamento anticipato.

“Buonasera, da circa una quindicina di anni faccio la guardia particolare giurata. Ho 60 anni di età già compiuti è una carriera che ormai si avvicina ai 35 anni di contributi che credo di completare nel 2024. Da nessuna parte ho letto che l’attività lavorativa che svolgo dia possibilità di pensionamento anticipato. Ho letto gli elenchi delle attività di lavoro gravoso per la quota 41 e per l’Ape sociale per esempio, ma il mio lavoro non compare. Ci sono soluzioni che mi consentono di lasciare il lavoro, se non subito, almeno tra qualche anno? Ve lo chiedo perché dal momento che lavoro sempre di notte non penso di farcela fino a 67 anni di età.”

La pensione per gli usuranti a 61 anni e 7 mesi di età

Una misura di cui tanto si parla ma che pochi comprendono è la pensione in regime lavori usuranti. È vero che leggendo l’elenco delle attività professionali che danno diritto ad entrare nella pensione in regime usuranti, il dato di fatto è che si tratta di lavori spesso poco frequenti. Per esempio il diritto alla pensione anticipata in regime usuranti spetta ai palombari, oppure ai lavoratori delle cave e miniere.

Anche se poco chiara però la normativa sui lavori usuranti da una concreta possibilità di uscire dal lavoro anche ad attività molto comuni e molto diffuse.

Come rientrare nella pensione con quota 97,6

E tra queste attività ci sarebbe anche quella del nostro lettore che potrebbe rientrare come guardia particolare giurata, nel pensionamento anticipato. Anche non essendo questa attività inserita tra quelle dei lavori gravosi o dei lavori usuranti, c’è una particolarità che riguarda il nostro lettore che potrebbe agevolarlo. È lo stesso che potremmo dire per un fornaio per esempio, oppure per i portieri di notte. Chi svolge attività lavorative nelle ore notturne può godere di un pensionamento anticipato già a 61 anni e sette mesi di età, cioè con la pensione in regime usuranti.

Il lavoro notturno della guardia giurata, del fornaio o del portiere di notte

Per lavoro notturno si intende quella particolare attività lavorativa che viene svolta nelle ore che vanno dalle 24:00 alle 5:00 del mattino successivo. Chi svolge questa attività ha diritto a rientrare nella pensione usuranti che si centra con 35 anni di contributi versati e con 61,7 anni di età. Ciò che serve però è completare anche la quota 97,6 o superiore in determinati casi. La quota non è altro che la somma di età e contributi e dove sono valide anche le frazioni di anno.

Come si calcola la quota per la pensione usuranti

Pertanto, 61,7 anni di età e 35 anni di contributi versati sono le soglie minime per raggiungere il diritto alla prestazione, ma la loro somma complessiva anche dei periodi inferiori all’anno e quindi dei mesi deve arrivare almeno al 97,6. Per poter accedere alla pensione anticipata in regime usuranti come lavoratore notturno, che l’attività sia quella di guardia giurata piuttosto che di portiere di notte, molto varia in base al numero di giornate lavorative notturne svolte durante l’anno.

Come funziona il lavoro notturno e quando vale per la pensione anticipata

Innanzitutto il lavoro notturno deve essere stato svolto per almeno sette degli ultimi dieci anni di carriera o per la metà della vita lavorativa. Per chi svolge il lavoro notturno per tutto l’anno, oppure per un numero di giornate lavorative pari o superiore a 78 all’anno, l’età di uscita è pari a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi versati e con la quota 97,6 completata. Per chi invece ha svolto durante gli anni di lavoro tra le 72 e le 77 giornate lavorative notturne all’anno, l’età di uscita sale a 62 anni e 7 mesi con 35 anni di contributi versati e con quota 98,6. Si sale a quota 99,6 e a 63 anni e 7 mesi di età per quanti invece hanno svolto il lavoro notturno tra le 64 e 71 giornate lavorative annue. Questo per i lavoratori dipendenti. Per gli autonomi età e quota salgono sempre di un anno.

Quando va presentata domanda per la pensione anticipata usuranti

Il nostro lettore che da 15 anni svolge il lavoro di guardia particolare giurata svolti di notte, nel 2024 potrà andare in pensione. Infatti oltre a raggiungere i 35 anni di contributi necessari, si troverebbe con l’età pari a 62 anni. Requisiti che aprirebbero per lui le porte del pensionamento anticipato in regime usuranti. Dal momento che si tratta di requisiti che vengono completati nel 2024, occorre adoperarsi per richiedere la certificazione del diritto all’INPS e con lauto anticipo. Infatti la normativa prevede che entro il mese di maggio dell’anno precedente a quello di maturazione dei requisiti, l’interessato deve presentare domanda di certificazione del diritto all’INPS. Si tratta della domanda propedeutica a quella vera e propria di pensione, che andrà fatta soltanto al raggiungimento dei requisiti.

Senza la domanda di certificazione si perdono mesi di assegno

Con questa domanda si chiede all’INPS di certificare il proprio diritto all’uscita dal lavoro.

L’interessato deve presentare domanda entro maggio 2023 (per chi completa i requisiti nel 2024) per evitare di perdere dei mesi di pensione. Infatti se la domanda di certificazione del diritto viene presentata in ritardo, la decorrenza della prestazione slitta anche di tre mesi. Questo per chi presenta istanza tardiva, decorsi 90 giorni dal termine ordinario di maggio. Oltretutto la misura viene finanziata annualmente, e l’erogazione è fino ad esaurimento risorse. Chi presenta istanza di certificazione del diritto in ritardo, deve attendere per la decorrenza, il calcolo delle risorse disponibili da parte dell’INPS. Con considerevoli altri ritardi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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