Negli ultimi anni, il sistema pensionistico italiano ha permesso a un numero crescente di lavoratori di andare in pensione prima di raggiungere l’età tradizionale per la pensione di vecchiaia, fissata a 67 anni. Un numero significativo di questi pensionamenti anticipati avviene addirittura prima dei 62 anni, aprendo nuove opportunità e sfide per chi desidera uscire dal mercato del lavoro in anticipo.
Tuttavia, il futuro di queste misure è incerto e si profilano cambiamenti all’orizzonte che potrebbero rendere più difficile per molti lavoratori andare in pensione anticipata.
Pensione prima di 62 anni: i numeri attuali
Nei primi sei mesi del 2024, secondo i dati dell’INPS, sono state erogate circa 99.707 pensioni anticipate. Di queste, ben 27.962 hanno riguardato persone che non avevano ancora compiuto 60 anni. Questo indica una tendenza significativa: una parte rilevante dei lavoratori riesce ad accedere alla pensione ben prima del compimento dell’età pensionabile standard.
Il dato mostra come il pensionamento anticipato rappresenti una via privilegiata per molti lavoratori, specialmente nel settore privato. Qui, infatti, si registra il numero più alto di pensioni anticipate erogate a persone con meno di 60 anni: ben 17.074, ovvero il 33% del totale. Questi lavoratori, grazie ad anni di contributi accumulati spesso attraverso carriere lunghe e inizi precoci, sono riusciti a beneficiare delle finestre di uscita anticipate previste dal sistema.
Come si va in pensione prima di 62 anni
Per molti lavoratori, la soglia dei 62 anni rappresenta un punto di riferimento importante per andare in pensione, grazie a misure come la Quota 103, che permette di accedere alla pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Ad essa era preceduta Quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi) e Quota 102 (64 anni di età e 38 anni di contributi).
Tuttavia, una percentuale significativa di pensionati riesce a uscire dal mercato del lavoro anche prima di questa soglia, sfruttando meccanismi che prevedono il pensionamento basato sul numero di anni di contributi piuttosto che sull’età anagrafica.
Ad esempio, uno dei canali più utilizzati è quello che oggi consente il pensionamento dopo 42 anni e 10 mesi di contributi, con un’attesa di tre mesi dovuta alla finestra mobile. Questo significa che, per chi ha iniziato a lavorare in giovane età, è possibile andare in pensione prima dei 62 anni, a volte anche prima dei 60. Questa possibilità è stata ampiamente sfruttata dai lavoratori del settore privato, che spesso iniziano a lavorare precocemente e accumulano rapidamente anni di contribuzione.
Le misure in scadenza nel 2024: un futuro incerto
Le opzioni per il pensionamento anticipato che permettono di uscire dal mondo del lavoro prima dei 62 anni potrebbero non essere disponibili ancora a lungo. Il 31 dicembre 2024 è una data cruciale: scadranno quattro importanti misure che hanno rappresentato una deroga alla Legge Fornero, ovvero l’Ape sociale, l’Opzione donna, la Quota 103 e l’aumento delle pensioni minime.
Queste le misure introdotte negli ultimi anni per facilitare l’uscita dal mercato del lavoro per categorie specifiche di lavoratori. Ma non è ancora chiaro se saranno prorogate o sostituite da nuove riforme.
Il governo ha spesso annunciato la volontà di riformare il sistema pensionistico, ma finora le proposte concrete tardano ad arrivare. Nel frattempo, molti lavoratori che sperano di andare in pensione prima dei 62 anni sono in attesa di capire quali saranno le nuove regole e se potranno ancora sfruttare le attuali finestre di uscita anticipata.
Il possibile giro di vite sulle pensioni anticipate
Una delle ipotesi più discusse è quella di un possibile giro di vite sulle pensioni anticipate. Alcuni rappresentanti del governo hanno espresso la necessità di restringere ulteriormente le possibilità di pensionamento prima dei 62 anni. Ciò al fine di ridurre la spesa previdenziale e garantire la sostenibilità del sistema nel lungo termine. Queste proposte, se attuate, potrebbero rendere molto più difficile per i lavoratori uscire dal mercato del lavoro in anticipo.
L’obiettivo di queste restrizioni sarebbe quello di allineare il sistema pensionistico italiano con quello di altri Paesi europei. In Europa l’età pensionabile è spesso più alta e le possibilità di uscita anticipata sono più limitate. Tuttavia, una tale stretta potrebbe avere un impatto significativo su molti lavoratori. In particolare su quelli che hanno iniziato a lavorare in giovane età e contano su queste misure per andare in pensione prima dei 62 anni.
Pensione prima di 62 anni: quali alternative per i lavoratori?
Di fronte all’incertezza sul futuro delle pensioni anticipate, molti lavoratori stanno valutando alternative per poter andare in pensione prima dei 62 anni. Alcuni stanno cercando di accumulare ulteriori contributi attraverso il riscatto della laurea o altre forme di contribuzione volontaria. Mentre altri stanno valutando la possibilità di ricorrere a strumenti di previdenza complementare per integrare la pensione pubblica. Anche il governo ci sta mettendo del suo. Sul tavolo la proposta della previdenza complementare obbligatoria.
Alcune categorie di lavoratori, come coloro che svolgono lavori usuranti o particolarmente gravosi, potrebbero ancora beneficiare di misure specifiche per l’uscita anticipata, come l’Ape sociale. Tuttavia, queste opzioni sono riservate a una platea limitata e non rappresentano una soluzione per la maggior parte dei lavoratori.
Riassumendo…
- Molti lavoratori italiani vanno in pensione prima di 62 anni, sfruttando misure anticipate.
- Nel 2024 sono state erogate circa 99.707 pensioni anticipate, 27.962 a persone sotto i 60 anni.
- Quota 103 consente la pensione con 62 anni e 41 di contributi.
- Il 31 dicembre 2024 scadono Ape sociale, Opzione donna e Quota 103.
- Il governo valuta un giro di vite sulle pensioni anticipate, rendendole meno accessibili.
- I lavoratori cercano alternative per la pensione anticipata, come previdenza complementare e contributi volontari.