Perdere il lavoro, ma alla fine guadagnarci due volte. Prima di scoraggiarsi e abbattersi per la perdita del posto di lavoro, è meglio guardare al lato positivo. Oggi, grazie a due misure pensionistiche in vigore, perdere il lavoro può significare andare in pensione prima e con una pensione più alta. Tuttavia, è necessario prima passare dall’INPS. Infatti, prima di accedere alla pensione e ricevere la liquidazione, bisogna richiedere all’INPS l’indennità di disoccupazione. Ma cosa c’entra la NASPI con la pensione?
Il legame esiste, e ora vedremo perché, dopo i mesi di indennità per disoccupati, il lavoratore interessato può sfruttare l’opportunità di andare in pensione anticipatamente.
Pensione anticipata e contributi in più: due soluzioni ideali per chi perde il lavoro
Parliamo di NASPI, quindi è importante chiarire che chi dà le dimissioni volontarie non può accedere alla pensione anticipata o ottenere una pensione più alta come descritto qui. Infatti, senza NASPI non c’è pensione anticipata.
Chi si dimette volontariamente non ha diritto all’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS e non può beneficiare dei vantaggi pensionistici riservati a chi perde il lavoro per motivi diversi dalle dimissioni.
Per ricevere la NASPI, il lavoratore deve perdere il lavoro a causa di licenziamento, scadenza di un contratto a termine, licenziamenti collettivi, licenziamenti disciplinari o dimissioni per giusta causa. In queste circostanze, il disoccupato può accedere alla NASPI, e dopo la NASPI, arrivano i vantaggi pensionistici precedentemente citati.
Pensione anticipata e più alta: davvero la NASPI può tornare utile?
Prima l’indennità per disoccupati involontari INPS, poi la pensione. L’indennità dura la metà delle settimane lavorate negli ultimi 4 anni e può arrivare fino a due anni. È necessario percepire tutta la NASPI spettante prima di poter accedere alla pensione con l’APE sociale o con la quota 41 per i precoci.
Nel caso dell’APE sociale, sono necessari almeno 30 anni di contributi, ma nel 2024 bisogna aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi. Pianificare di percepire la NASPI oggi, terminando l’indennità nel 2025 per poi accedere alla pensione con l’APE sociale, non è una strategia sicura, poiché non è certo che l’APE sociale sarà ancora in vigore nel 2025.
Chi, invece, termina la NASPI nel corso del 2024 e ha già raggiunto i 63 anni e 5 mesi, può sfruttare immediatamente l’opportunità della pensione anticipata.
APE sociale forse, quota 41 praticamente certa nel 2025
Diverso è il discorso per la quota 41 per i precoci. Questa misura dovrebbe essere ancora attiva nel 2024, permettendo l’accesso alla pensione anticipata senza alcun limite di età. Purché si abbiano 41 anni di contributi, di cui almeno uno versato prima dei 19 anni di età e 35 anni di contributi effettivi da lavoro.
Ecco come si può accedere alla pensione con questa misura. L’anno di contributi prima dei 19 anni può essere accumulato sommando diversi periodi contributivi. Tuttavia, per i disoccupati provenienti dalla NASPI, l’ultima rata di indennità deve essere stata percepita almeno 3 mesi prima di poter presentare la domanda di pensione. Oltre alla possibilità di accedere alla quota 41 per i precoci o all’APE sociale, il periodo di disoccupazione può essere considerato anche come contribuzione figurativa.
In pratica, i 2 anni massimi di NASPI spettanti possono trasformarsi in 2 anni di contributi figurativi. Validi sia per il diritto alla pensione che per l’importo del trattamento.