Pensione Quota 100 con tempi più lunghi per TFR o TFS, una trappola

Pensione anticipata Quota 100, il nuovo decreto allunga il pagamento del TFR o TFS per i dipendenti statali, ecco la trappola.
6 anni fa
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TFR

Pensione Quota 100 inserita nel decreto n. 4 del 2019, con condizioni diverse per i dipendenti privati e pubblici. La distinzione non nasce solo dalla data di pensionamento e dal preavviso da concedere all’amministrazione, ma la cosa che non ci aspettava, riguardo lo slittamento dell’erogazione della prima rata del TFR o TFS. Questo slittamento deriva dall’art. 23 del decreto, che stabilisce che la prima rata del TFR sarà pagata al raggiungimento dei requisiti legge Fornero o al raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata.

Ricordiamo che gli statali, che intendono aderire alla pensione anticipata Quota 100 dovranno presentare almeno sei mesi prima domanda di preavviso, questo per dare la possibilità all’ente la possibile sostituzione in tempi utili e senza creare inefficienze.

TFR statali: rate di pagamento

La nuova normativa sul TFR/TFS, al raggiungimento dell’età pensionabile, ha prolungato i tempi, infatti bisognerà attendere ulteriori dodici mesi più novanta giorni nel perfezionamento del requisito anagrafico dei 67 anni, da considerare dal 2021 gli adeguamenti di vita; altri ventiquattro mesi più novanta dalla maturazione dei requisiti per la pensione anticipata.

Il Decreto prevede l’anticipo TFR

Nel Decreto legge n. 4/19 oltre alla Riforma pensione e il reddito di cittadinanza, è stata inserita anche la misura che prevede la possibilità per i dipendenti statali di poter chiedere l’anticipo TFS o TFR fino a 45mila euro, se decidono di anticipare il pensionamento. La misura è valida anche per i pensionati che non hanno ancora percepito il TFR.

Il decreto prevede, che accedendo alla pensione in qualsiasi forma: quota 100, pensione anticipata, Opzione donna, pensione di vecchiaia, ecc., è possibile accedere alla richiesta di finanziamento per un tetto massimo di 45.000. Inizialmente il decreto riportava che il tetto massimo richiedibile era di 30mila euro, poi con un emendamento è stato innalzato a 45mila euro.

Il finanziamento avviene tramite le banche o gli intermediari finanziari, che stipuleranno un apposito accordo quadro tra ABI, enti e Ministeri interessati.

Il finanziamento viene garantito dallo Stato tramite la creazione di un apposito fondo di Garanzia gestito dall’Inps.

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