Pensione quota 41 precoci: spetta sempre con la Naspi?

In quali casi, dopo la percezione della Naspi, l'accesso alla quota 41 precoci non spetta? Vediamo cosa stabilisce la normativa.
6 anni fa
1 minuto di lettura

La pensione quota 41 per lavoratori precoci non sempre spetta ai percettori di Naspi, vediamo perché.

Buongiorno Patrizia.

L’INPS mi ha respinto una domanda, ora le spiego.
Ho 53 anni, sono precoce in quanto ho iniziato a lavorare a 15 anni, a oggi di contributi ho 41 anni e 10 mesi, dal 2013 sino al 2017 ero socio in un ristorante, dal 1 dicembre 2017 al 31 maggio 2018 ho lavorato da dipendente con un contratto determinato, dopo, a causa di scarso lavoro, non me lo hanno più rinnovato. Ho fatto domanda di disoccupazione e me ne l’hanno data per tre mesi, in quanto avevo lavorato solo 6 mesi da dipendente negli ultimi 4 anni, da ottobre 2018 a oggi sono disoccupato senza percepire nulla, ho fatto la domanda precoci 41 anni ma me l’hanno respinta, secondo lei è giusto? Grazie mille in anticipo per la sua risposta.

Pensione quota 41: quando spetta dopo la Naspi?

Non tutti i fruitori della Naspi possono accedere alla pensione con quota 41.

Vediamo innanzitutto quali sono i requisiti per accedere alla misura:

  • 41 anni di contributi
  • almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età
  • appartenenza a una delle categorie tutelate (disoccupati, caregiver, invalidi, usuranti e gravosi).

I requisiti per accedere come lavoratori disoccupati, però, sono abbastanza stringenti e non basta aver percepito la Naspi per poter accedere alla misura. I disoccupati che possono accedere alla quota 41 sono coloro che hanno perduto il lavoro involontariamente, ovvero a seguito di licenziamento (sia con contratto a tempo determinato che indeterminato). Coloro che accedono alla quota 41 da contratto a tempo determinato non possono farlo, ad esempio, per scadenza naturale del contratto di lavoro poiché non si tratta di licenziamento.

Nel suo caso, quindi, essendo il contratto scaduto e non rinnovato, pur avendo percepito la Naspi, non ha diritto alla misura proprio a causa di questa differenziazione. L’INPS, quindi, ha semplicemente seguito la normativa che regola l’accesso alla quota 41 che, in questo caso, non le spettava.

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