Pensione reversibilità, quali diritti hanno fratelli e sorelle?

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9 mesi fa
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La pensione di reversibilità (detta anche pensione di vedovanza), come noto, è una prestazione previdenziale prevista dal sistema di sicurezza sociale italiano. È destinata ai superstiti di un lavoratore o pensionato deceduto, sia esso dipendente pubblico o privato, autonomo o iscritto a forme speciali di previdenza. Lo scopo di questa prestazione è garantire un sostegno economico ai familiari del defunto che fossero a suo carico.

Ad esempio, nel rispetto di certi requisiti (soprattutto reddituali) la reversibilità spetta al coniuge superstite e ai figli del deceduto.

In alcuni casi spetta anche ai genitori del deceduto o ai suoi fratelli e sorelle. Vediamo quando ciò può avvenire

La pensione di vedovanza per coniuge e figli

La pensione di reversibilità viene erogata al coniuge superstite, ai figli e, in alcuni casi, ad altri familiari che fossero economicamente dipendenti dal deceduto. I requisiti specifici e le condizioni variano a seconda del rapporto di parentela con il defunto e della situazione personale del richiedente. In sintesi:

  • Coniuge superstite (anche se separato): ha diritto alla pensione di reversibilità indipendentemente dall’età o dalla situazione lavorativa
  • Figli: Hanno diritto alla pensione fino al compimento dei 18 anni, oppure oltre tale età se studenti, inabili al lavoro o fino al compimento dei 26 anni se iscritti a corsi universitari, con alcune specifiche condizioni.

La reversibilità anche al coniuge divorziato a condizione che siano rispettati in capo ad esso tutti i seguenti requisiti:

  • sia titolare dell’assegno divorzile;
  • non sia passato a nuove nozze;
  • la data di inizio del rapporto assicurativo previdenziale del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

In tutti i casi, la domanda pensione reversibilità si fa all’INPS.

Pensione di reversibilità, quando anche per genitori e fratelli/sorelle

Possono avere diritto alla pensione di reversibilità anche gli altri familiari del deceduto ed in particolare i suoi genitori, i fratelli e le sorelle.

Andando nel dettaglio, la reversibilità spetta ai genitori del deceduto se mancano il coniuge e i figli o se, pur esistendo essi non ne abbiano diritto e i genitori dell’assicurato al momento della morte di quest’ultimo:

  • abbiano compiuto il 65° anno di età;
  • non siano titolari di pensione diretta o indiretta;
  • risultino fiscalmente a carico del deceduto.

In assenza del coniuge, dei figli o del genitore o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione ai superstiti, la pensione di reversibilità è per i fratelli celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione diretta o indiretta, siano a carico del lavoratore deceduto.

Riassumendo…

  • la pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite (anche se separato e in alcuni casi anche se divorziato)
  • spetta ai figli minori e a specifiche condizioni anche ai figli maggiorenni fino al 26° anno di età
  • se sono assenti i predetti soggetti, possono vantare diritto sulla pensione di reversibilità i genitori del deceduto e in loro assenza i fratelli celibi e le sorelle nubili del deceduto stesso.
  • a seguire uno schema di sintesi sui beneficiari della pensione di reversibilità e le condizioni necessarie.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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