La pensione è da sempre una preoccupazione che affligge tutti i lavoratori. Da giovani ci si fa meno attenzione perché i tempi di riscossione della rendita sono lontani e incerti. Ma quando ci si avvicina ai 60 anni di età si cominciano a fare i dovuti calcoli.
Per chi può vantare una carriera ininterrotta con contributi versati in una unica gestione previdenziale, il calcolo della pensione è abbastanza semplice e lineare. Per chi, invece, ha alle spalle buchi contributivi, periodi di disoccupazione o versamenti in gestioni diverse, magari anche all’estero, il calcolo della pensione si fa più complesso.
I contributi versati non si perdono mai
Spesso si perdono anche periodi assicurativi qua e là, magari utili al raggiungimento dei requisiti indispensabili per la pensione ordinaria o anticipata. Così come non si considerano le possibilità di riscatto (come la laurea) previste dalla legge per coprire eventuali buchi utili per l’anzianità contributiva.
La legge, per chi non lo sapesse, fornisce diverse soluzioni al lavoratore affinché nulla vada perduto. I contributi versati in questa o quella cassa previdenziale non si prescrivono, ma debbono essere esercitati e sfruttati a domanda del richiedente. Le soluzioni previste dal legislatore sono la ricongiunzione, la totalizzazione e il cumulo.
Gli ultimi due si esercitano al momento della presentazione della domanda di pensione, mentre la ricongiunzione si può fare anche durante il periodo di lavoro. Vediamo in dettaglio come funzionano.
La ricongiunzione dei contributi per la pensione
Per ricongiunzione dei contributi si intende l’accorpamento dei periodi di assicurazione versati e maturati dal lavoratore in diverse fondi previdenziali obbligatori. Questo procedimento, da attivarsi a domanda dell’interessato all’Inps, consente di ottenere un’unica pensione, calcolata su tutti i contributi versati.
In alternativa, l’assicurato può decidere di trasferire i contributi versati anche presso altre casse di previdenza diverse dall’Inps.
Con la ricongiunzione, quindi, si trasferiscono i contributi da una gestione obbligatoria all’altra facendoli confluire per semplicità e convenienza in un unico conto assicurativo. La domanda di ricongiunzione deve essere presentata presso l’ente di previdenza dal lavoratore interessato, purché non sia già titolare di altra pensione.
Da notare, particolare non da sottovalutare che tutte le operazioni di ricongiunzione contributiva sono a titolo oneroso.
La totalizzazione, cos’è e come funziona
La totalizzazione è una forma alternativa alla ricongiunzione e non prevede il trasferimento materiale dei contributi da una gestione all’altra. Tramite questo strumento il lavoratore può cumulare la contribuzione versata in diverse gestioni previdenziali al fine di acquisire il diritto a un’unica pensione di vecchiaia, anticipata o di inabilità. Più precisamente, tramite la totalizzazione il lavoratore può sommare diversi periodi assicurativi non coincidenti ai soggetti iscritti alle varie forme di assicurazione obbligatoria, comprese quelle estere.
La pensione ottenuta mediante totalizzazione è calcolata pro quota, pertanto il lavoratore percepirà due o più assegni erogabili dalle rispettive gestioni pensionistiche in relazione ai contributi versati.
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, il diritto si perfeziona al raggiungimento dei 66 anni di età (uno in meno rispetto agli attuali requisiti anagrafici). Nel caso di pensione anticipata, invece, occorre far valere il requisito contributivo richiesto. La pensione è liquidata col sistema di calcolo contributivo.
Da notare che la totalizzazione non è a titolo oneroso e la pensione è pagata sempre dall’Inps, anche in assenza di contribuzione versata presso l’Istituto.
In pensione col cumulo
Il cumulo dei contributi è un istituto che è stato introdotto nel nostro ordinamento a partire dal 2013 e poi modificato a partire dal 2016. Come per la totalizzazione, il cumulo dei contributi versati in gestioni obbligatorie diverse è a titolo gratuito e consente di ottenere la pensione pro quota a valere sulle singole gestioni pensionistiche.
Le rendite sono calcolate col il sistema contributivo e retributivo (più vantaggioso) e il cumulo, dal 2017, è consentito anche a coloro che hanno perfezionato i requisiti per la pensione maturata presso casse previdenziali diverse dall’Inps.
Il cumulo è quindi una forma più vantaggiosa rispetto alla totalizzazione che, viceversa è più opportuna per le pensioni in regime internazionale. La pensione, di qualunque tipo, è liquidata pro quota dalle diverse gestioni conformemente alle diverse regole vigenti per ciascuna di esse.