L’estate sta per finire. Il nuovo anno scolastico è alle porte. Studenti che riprendo le attività con nuovi docenti ed insegnanti che, invece, stanno per lasciare essendo giunti alla tanto attesa pensione. Proprio la pensione scuola degli insegnati, forse resta una di quelle che oggi permettono ancora una vecchiaia abbastanza dignitosa.
Per alcuni docenti quello che si appresta ad iniziare potrebbe essere, quindi, l’ultimo anno occupato dietro la cattedra a fare appelli ed impartire lezioni. A fine anno scolastico 2022/2023, raggiungendo i requisiti pensionabili, se ne vanno a godersi l’entrata mensile che l’INPS dovrà pagare.
Attenzione però, chi vorrà andarsene in pensione l’anno prossimo dovrà fare domanda già adesso. Per la pensione scuola, infatti, è previsto un meccanismo di domanda anticipata di quasi un anno rispetto al momento in cui si maturano i requisiti.
E come ogni anno il MIUR (Ministero dell’Istruzione) dovrà emanare a breve la circolare con tutte le indicazioni del caso. Intanto già è possibile dare un’anticipazione. Il MIUR starebbe, infatti, pensando come data possibile per la scadenza domande quella del 21 ottobre 2022 (mentre per i dirigenti scolastici la data è quella del 28 febbraio 2023). E’ quanto emerge dall’incontro informativo organizzato tra il MIUR stesso e le organizzazioni sindacali, a cui hanno partecipato anche i dirigenti dell’INPS.
Come fare domanda
Quello a cui facciamo riferimento è la domanda di cessazione dal servizio per la pensione scuola.
In merito alle modalità di richiesta questa è da presentarsi all’INPS con una delle seguenti procedure:
- online, quindi telematica dal sito dell’INPS autenticandosi con credenziali SPID, CIE (Carta identità elettronica), CNS (Carta nazionale servizi)
- Contact Center, chiamando il numero 803 164
- rivolgendosi gratuitamente ad enti di Patronato.
Per la cessazione dal servizio con decorrenza 1° settembre 2022, ricordiamo che la domanda era da presentarsi entro il 31 ottobre 2021 Oppure entro il 28 febbraio 2022 se trattasi di dirigenti scolastici (dunque, ad esempio, il Preside).
Pensione scuola, chi deve fare domanda adesso per il 2023
Ora, invece, per chi vuole la pensione scuola dal 1° settembre 2023, perché ha raggiunto i requisiti previsti per il pensionamento, probabilmente dovrà presentare domanda entro il prossimo 21 ottobre 2022.
Come detto è questa la probabile data che il MIUR ha deciso di stabilire. Fermo restando che per i dirigenti scolastici, invece, la richiesta è da farsi entro il 28 febbraio 2023.
Quindi, se resta confermata la data, deve presentare domanda di cessazione dal servizio per la pensione scuola, ad esempio, chi al 1° settembre 2023 vuole andarsene dal lavoro perché ha raggiunto i requisiti per la pensione di anzianità contributiva, ossia chi indipendentemente dall’età anagrafica ha 42 anni e 10 mesi di contributi (se uomini) oppure 41 anni e 10 mesi di contributi (se donna).
Così come deve presentare domanda chi dal 1° settembre 2023 vuole essere in pensione avendo raggiunto i requisiti per quella di vecchiaia (67 anni di età).
I sindacati non ci stanno: è troppo presto per fare domanda
Non si è fatta attendere la reazione dei sindacati sulla data del 21 ottobre 2022 anticipata dal MIUR. A puntare il dito, ad esempio, la FLC CGIL. Per il sindacato
la necessità, rappresentata dal Ministero, di anticipare i termini per le ricadute che un eventuale rinvio avrebbe sull’ avvio del prossimo anno scolastico, non giustifica il fatto che le persone siano costrette a presentare la domanda, senza possibilità di revoca, addirittura quasi un anno prima.
Presentare domanda di cessazione dal servizio per la pensione scuola quasi un anno prima, infatti, non tiene conto del fatto che nell’arco di un anno possono cambiare le condizioni personali, familiari, economiche e di salute. Ossia, fattori che incidono sulla scelta di uscire prima o dopo dal mondo del lavoro.
Un soggetto che presenta oggi la domanda decidendo di sfruttare una forma di pensione anticipata, potrebbe poi ripensarci. Quindi, bisogna dargli diritto di revocare la propria decisione.
Ecco, quindi, che la proposta del sindacato è quella di stabilire la data al 15 novembre 2022 (invece che al 21 ottobre 2022) e garantire l’apertura delle procedure per almeno cinque settimane.