Una particolare categoria di lavoratori può andare in pensione senza limiti di età prima del previsto proprio grazie al lavoro svolto. A dire il vero, sono tantissime le misure che consentono di andare in pensione prima in base al lavoro svolto. Oggi il nostro consueto focus riguarda il lavoro in fabbrica, con operai inseriti nella cosiddetta linea a catena. Perché se tutti sanno che è possibile sfruttare lo scivolo usuranti, pochi sanno che esiste una possibile via di uscita indipendente dall’età del lavoratore.
“Buonasera, sono un operaio di Stellantis nello stabilimento di Melfi. Lavoro per questa fabbrica dal 1995. Ma compreso il mio lavoro precedente, raggiungerò i 41 anni di contributi a inizio 2025 quando avrò anche 60 anni di età. Mi consigliate qualche soluzione per andare in pensione? Volevo iniziare a programmare il tutto e non capisco che opportunità ho. Grazie mille se potete aiutarmi.”
Ecco come capire se si rientra nella cosiddetta linea a catena per la pensione senza limiti di età
Il lavoro in fabbrica, nella cosiddetta linea a catena è una attività lavorativa che permette di lasciare il lavoro con diverse misure di pensionamento anticipato. Prima di tutto però dobbiamo capire cosa significa linea a catena e quali lavoratori vi rientrano.
Per definizione, il lavoro nelle linea a catena è quello che riguarda gli operai di aziende per le quali operano le voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro come previsto dal Dlgs numero 67/2011.
In pratica si tratta di lavoratori che espletano la loro attività in processi produttivi di serie, con ritmi di lavoro organizzati in tempi prestabiliti e con attività caratterizzate dalla ripetizione costante dello stesso ciclo lavorativo su parti staccate di un prodotto finale.
In genere in una fabbrica di automobili il lavoro svolto dall’operaio è proprio questo. Pertanto, il nostro lettore rientra tra i soggetti che possono sfruttare alcuni canali agevolati di uscita dal mondo del lavoro.
In pensione senza limiti di età per gli operai delle fabbriche, ecco come è possibile
La prima misura destinata a questi lavoratori è lo scivolo usuranti. Si tratta della misura che consente di lasciare il lavoro con 35 anni di contributi ma solo a partire dai 61 anni e 7 mesi di età.
Inoltre, è necessario completare la quota 97,6, per la quale servono anche le frazioni di anno aggiuntive sia sui contributi che sull’età anagrafica, ma a partire dalle due soglie minime prima citate. Ma per via del lavoro svolto, il nostro lettore può accedere anche alla pensione per i precoci. E questo non tutti lo sanno, perché l’obiettivo di lavoratori di questo genere è sempre puntato sullo scivolo usuranti.
Invece, a determinate condizioni l’interessato può rientrare anche nella cosiddetta Quota 41 per i precoci.
Infatti chi raggiunge i 41 anni di contributi, di cui 35 effettivi da lavoro (senza i figurativi da disoccupazione o malattia) e di cui almeno un anno versato, anche discontinuamente prima di arrivare a 19 anni di età, può andare in pensione a prescindere dalla sua età. Quindi, basta completare il requisito contributivo e non bisogna aspettare per forza i 61,7 anni di età.
Ecco le varie agevolazioni per determinati lavoratori per la pensione
Il nostro lettore quindi, potrebbe avere diritto ad andare in pensione con la Quota 41 per i precoci anche se non svolge un lavoro gravoso, ma ne svolge uno che rientra nel perimetro dei lavori usuranti. Secondo noi la misura più vicina alle sue esigenze di pensionamento è questa. Va ricordato che per chi svolge un lavoro come il suo, usurante o gravoso, anche la pensione di vecchiaia arriva prima perché nel 2019 lo scatto di 5 mesi imposto sull’età pensionabile (passata da 66,7 anni a 67 anni), non ha riguardato gli addetti a queste tipologie di attività.
Si tratta di un altro vantaggio determinato dalla tipologia di attività lavorativa svolta. Anche se non riguarda il nostro lettore che ha raggiunto già una carriera contributiva che non lo indirizza verso le pensioni di vecchiaia bensì verso le pensioni anticipate che si centrano a 42,10 anni per gli uomini e 41,10 anni per le donne. Misura quest’ultima che però riguarda la generalità dei lavoratori a prescindere dal lavoro svolto.
Il lavoro usurante deve essere riconosciuto come tale
Tornando alla pensione di quota 41 per il nostro lettore, servirà però che la sua azienda certifichi l’espletamento dell’attività lavorativa per cui si chiedono i benefici di legge sulla pensione anticipata. Serve una dichiarazione dell’azienda o in alternativa la documentazione utile a confermare l’attività svolta come usurante.
Quindi eventuali contratti di lavoro con mansioni svolte, inquadramento e CCNL applicato. Oppure buste paga, libri matricola copia del modello di comunicazione lavoro gravoso (modulo LAV-US, ndr) e così via dicendo.