Con l’arrivo del nuovo anno, molti contribuenti italiani dovranno affrontare i soliti adempimenti per evitare il rischio di perdere alcune prestazioni. C’è, per esempio, l’adempimento con la DSU e l’ISEE per quanti percepiscono bonus, agevolazioni e prestazioni assistenziali. Ma, se parliamo di adempimenti nei confronti dell’INPS, ce n’è uno di fondamentale importanza per i pensionati (o almeno per molti di essi) per non ritrovarsi con la pensione sospesa.
Si tratta delle solite comunicazioni reddituali e non, che ogni anno alcuni pensionati sono tenuti a inviare all’Istituto.
In effetti, ogni anno, ci sono pensionati che devono comunicare alcuni dati all’INPS, altrimenti rischiano di vedersi sospendere la prestazione. È partita ufficialmente la campagna RED 2025.
Pensione sospesa o tagliata e addio pure all’assegno sociale, ecco cosa fare adesso per evitarlo
I titolari di una pensione integrata al trattamento minimo devono per forza provvedere a inviare all’INPS le comunicazioni reddituali con il modello RED. Perché la pensione di questi soggetti è integrata al trattamento minimo e, probabilmente, presenta anche alcune maggiorazioni al suo interno. Significa che, in base ai contributi versati, questa pensione sarebbe stata molto bassa, tanto che l’INPS eroga somme aggiuntive per renderla più dignitosa. Tali somme, però, sono collegate ai redditi del diretto interessato e, se presente, anche del coniuge.
In genere, l’INPS reperisce da solo i dati reddituali dall’anagrafe tributaria e dalle dichiarazioni dei redditi che il pensionato presenta. Ma se così non fosse? In pratica, quando un pensionato non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi, o per qualsiasi motivo non la presenta, diventa obbligato a presentare all’INPS il modello RED. Se non adempie in tempo, rischia di vedersi sospendere la prestazione.
Ecco perché bisogna adempiere ai modelli prestabiliti
Nel caso in cui il titolare della prestazione sia un beneficiario dell’assegno sociale, la situazione è ancora più delicata. Si tratta, infatti, della ex pensione sociale, che si riceve senza contributi e che è interamente collegata ai redditi. L’INPS eroga l’assegno sociale ogni anno in base ai dati reddituali che il diretto interessato fornisce. Infatti, l’assegno sociale spetta in misura intera a chi ha redditi pari a zero o, se coniugato, redditi pari all’importo annuale dell’assegno sociale.
Considerando che l’assegno sociale nel 2025 sarà di circa 538 euro al mese, significa che per un coniugato la misura sarà pari a 538 euro se il reddito complessivo insieme al coniuge non supera 7.003 euro all’anno. Se il beneficiario è singolo, i 538 euro si ottengono solo con reddito zero.
Altrimenti, poiché l’assegno sociale è una prestazione a integrazione del reddito, viene assegnato solo parzialmente. Per esempio, con 200 euro di reddito mensile (e quindi 2.600 euro annui di altri redditi), il soggetto riceverebbe un assegno sociale annuo di 4.403 euro, vale a dire poco più di 338 euro al mese.
Anche per gli invalidi non mancano gli adempimenti per evitare di finire con la pensione sospesa
È evidente che se l’INPS non possiede i dati reddituali per calcolare l’esatto ammontare dell’assegno sociale o delle maggiorazioni, potrebbe supporre che il titolare della prestazione superi le soglie previste. Di conseguenza, potrebbe tagliare la pensione, sospendere la prestazione o persino revocare l’assegno sociale. Lo stesso vale per quanti godono di prestazioni per invalidi, anch’esse erogate ogni anno ma soggette a conferma annuale.
In questo caso, oltre ai redditi, il diritto alla prestazione dipende dalla condizione che non ci siano ricoveri in strutture a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Cosa significa questo? Che se un pensionato è ricoverato e, di conseguenza, pesa sulle casse statali in questo modo, non può gravare ulteriormente percependo una prestazione economica dallo Stato. Delle due, l’una. Ecco perché l’INPS vuole sapere annualmente se, nel corso dell’anno precedente, ci siano stati periodi di ricovero in strutture pubbliche. In tal caso, potrebbe sospendere la prestazione per tutto il periodo di ricovero.