In pensione tra i 61,7 ed i 64,7 anni di età, bastano 35 anni di contributi ma solo in queste circostanze

Ecco come andare in pensione con lo scivolo usuranti e come bisogna fare per il lavoro notturno tra notti di lavoro svolte all'anno e altri vincoli.
8 mesi fa
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Per tutti la pensione di vecchiaia nel 2025 con 20 o 30 anni di contributi, a 67 come a 65,8 anni di età
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Una delle misure anagraficamente più vantaggiose è senza dubbio lo scivolo per la pensione usuranti. Disponibile anche nel 2025, permetterà l’accesso anticipato alla pensione a coloro che soddisfano tutte le condizioni richieste, le quali, come vedremo, sono particolarmente attraenti.

Si può andare in pensione qualche mese prima di compiere 62 anni: lo scivolo inizia infatti a 61 anni e 7 mesi. Molte persone ritengono che questa opportunità sia limitata a pochi, data la rarità delle professioni considerate usuranti.

Tuttavia, dimostreremo che anche lavori più comuni possono accedere a questa misura.

È fondamentale che chi raggiunge i requisiti entro il 31 dicembre 2025 faccia domanda di certificazione del diritto entro il primo maggio successivo.

“Buonasera, da 5 anni lavoro come metronotte. Prima ho lavorato in un pastificio con lavoro basato su tre turni. Vi chiedo, dal momento che da 5 anni a questa parte lavoro sempre di notte e che prima nel pastificio ogni settimana facevo due turni di notte, posso andare in pensione come usurante? Ho appena compiuto 61 anni di età e se non ho sbagliato i calcoli, faccio 35 anni di contributi a giugno 2025.”

In pensione tra i 61,7 e i 64,7 anni di età, bastano 35 anni di contributi ma solo in queste circostanze

Che lo scivolo usuranti sia una misura particolare e destinata a categorie particolari non è del tutto falso. Basta osservare le categorie di attività lavorativa che la normativa considera come usuranti e cioè:

  • lavori in galleria, nelle cave o nelle miniere;
  • lavori in cassoni ad aria compressa;
  • attività di palombaro;
  • lavoro svolto con costante esposizione alle alte temperature;
  • attività legate alla lavorazione del vetro cavo;
  • lavori svolti in spazi ristretti e angusti;
  • attività legate all’asportazione dell’amianto.

Non sono certo le attività lavorative più comuni che esistono quelle sopra citate. Sono questi i lavori usuranti che possono dare diritto alla pensione con:

  • almeno 61 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati
  • quota 97,6 completata sommando età e contributi comprese le frazioni di anno.

Ma con questi stessi requisiti possono lasciare il lavoro anche:

  • addetti alla produzione nella linea a catena;
  • autisti di mezzi di trasporto pubblico;
  • lavoratori notturni.

Scivolo usuranti, ecco come fare a centrare la pensione

Il nostro lettore, lavorando di notte, può anch’egli beneficiare dello scivolo usuranti.

Tuttavia, occorre verificare alcuni aspetti. Innanzitutto, il datore di lavoro deve documentare dettagliatamente il lavoro notturno, inclusa la specifica sulla busta paga e l’iscrizione corretta per l’assicurazione sociale contro gli infortuni.

È importante controllare quante notti lavora attualmente come metronotte. Se precedentemente lavorava due notti a settimana, è probabile che abbia superato le 78 notti all’anno. Questo elemento è cruciale per accedere al massimo vantaggio, ovvero la pensione a 61 anni e 7 mesi. L’età di pensionamento e la quota richiesta variano in base al numero di notti lavorate all’anno.

Altro fattore decisivo è la durata del lavoro notturno: deve essere stato svolto per almeno 7 degli ultimi 10 anni o per metà della vita lavorativa. La possibilità di accedere alla pensione con lo scivolo usuranti è più ampia di quanto si creda.

Il lavoro notturno agevola l’uscita dal lavoro, ecco come

Nel lavoro notturno la normativa distingue prima di tutto lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi. E poi tra lavoratori che hanno svolto 78 o più notti all’anno, lavoratori che hanno svolto tra 72 e 77 notti di lavoro e lavoratori che ne hanno svolte da 64 a 71.

Il vantaggio massimo è offerto a chi ha svolto almeno 78 notti di lavoro per la metà della vita lavorativa o per 7 degli ultimi 10 anni. Soggetti questi che possono lasciare il lavoro con:

  • almeno 61 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • quota 97,6 completata.

Sempre con 78 notti di lavoro almeno, gli autonomi possono uscire con:

  • almeno 62 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • quota 98,6 completata.

Per i lavoratori che hanno svolto un numero di notti comprese tra le 72 e le 77, i requisiti per i dipendenti sono:

  • almeno 62 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • quota 98,6 completata.

Invece per gli autonomi le soglie diventano:

  • almeno 63 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • quota 99,6 completata.

Infine per chi ha svolto meno notti per anno di lavoro, ma non sotto le 64, le soglie utili alla pensione per il dipendente sono:

  • almeno 63 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • quota 99,6 completata.

Mentre per i lavoratori autonomi:

  • almeno 64 anni e 7 mesi di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • quota 100,6 completata.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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