Il sistema pensionistico italiano è soggetto a continui aggiornamenti, in particolare per quanto riguarda i requisiti necessari per accedere alla pensione di vecchiaia. Questi adeguamenti sono strettamente legati all’aspettativa di vita della popolazione, calcolata dall’Istat.
L’età pensionabile, così come i contributi necessari per altre forme di pensionamento, viene periodicamente rivista. Ciò al fine di mantenere un equilibrio tra il tempo trascorso in pensione e le risorse necessarie per sostenere il sistema previdenziale. In particolare, la pensione di vecchiaia è uno dei pilastri di questo sistema e segue regole specifiche per la determinazione dell’età di accesso.
Al riguardo, in redazione è giunto un quesito.
Salve, ho 66 anni e 22 anni di contributi. Nel 2025, dunque, compirò 67 anni. Sono a chiedere se, dunque, nel 2025 avrò i requisiti per andare in pensione di vecchiaia. Per quest’ultima, infatti, sono richiesti 67 anni e 20 anni di contributi. Il mio dubbio è legato al fatto che sento in giro voci che probabilmente dal prossimo anni serviranno 69 anni per andare in pensione e non più 67 anni.
L’aggiornamento dell’età pensionabile
La normativa attuale prevede che l’età necessaria per andare in pensione sia rivista in base agli aggiornamenti sull’aspettativa di vita. Questo significa che, nel corso degli anni, l’età di pensione può essere aumentata o mantenuta stabile, a seconda dei dati demografici forniti dall’Istat.
La Legge Fornero, introdotta nel 2011, ha stabilito che ogni forma di pensionamento sia adeguata periodicamente in funzione della speranza di vita. Questo meccanismo ha lo scopo di garantire la sostenibilità economica del sistema previdenziale, evitando che le pensioni siano erogate per un periodo di tempo eccessivamente lungo in rapporto ai contributi versati.
L’ultimo adeguamento dell’età per la pensione di vecchiaia, in ordine di tempo, è del 2019. In tale occasione il legislatore ha alzato ulteriormente l’età, stabilendola a 67 anni (rispetto ai 66 anni e 7 mesi).
Nel 2021, il previsto adeguamento biennale è stato sospeso a causa dell’impatto della pandemia di Covid-19. L’emergenza sanitaria ha infatti rallentato l’aumento della speranza di vita, portando una mancata revisione dell’età pensionabile. Lo stesso è accaduto per l’aggiornamento del 2023, quando nuovamente non si è registrato un incremento sufficiente dell’aspettativa di vita per giustificare un ulteriore aumento dell’età pensionabile.
Pensione vecchiaia 2025: bastano 67 anni di età e 20 anni di contributi?
Secondo il calendario degli adeguamenti previsti dalla normativa vigente, il prossimo aumento dell’età pensionabile sarebbe dovuto entrare in vigore il 1° gennaio 2025. tuttavia, anche per questi dati, non ci saranno variazioni.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha infatti emesso un decreto il 18 luglio 2023, con il quale si è confermata una variazione negativa dell’aspettativa di vita per la popolazione di 65 anni. L’età per la pensione di vecchiaia rimarrà a 67 anni almeno fino al 31 dicembre 2026.
Ciò che, invece, potrebbe cambiare è il requisito contributivo. Sul tavolo delle proposte della prossima riforma pensioni, infatti, è giunta la nuova Quota 92, che richiederebbe il pensionamento con 67 anni di età e 25 anni di contributi. Si precisa, a ogni modo, che per ora Quota 92 resta una proposta e non una misura ufficiale.
Pensione vecchiaia a 67 anni: implicazioni per i lavoratori
Il mantenimento dell’età per la pensione vecchiaia ordinaria a 67 anni fino alla fine del 2026 rappresenta una stabilità temporanea per chi si avvicina alla pensione. Chi ha già pianificato di ritirarsi dal lavoro entro i prossimi anni non dovrà affrontare nuovi requisiti legati all’aspettativa di vita. Tuttavia, per chi ha un orizzonte pensionistico più lontano, è possibile che gli adeguamenti futuri richiedano un’età ancora più avanzata per l’accesso alla pensione di vecchiaia.
In questo contesto, è importante che i lavoratori continuino a monitorare l’evoluzione delle normative pensionistiche. E, se possibile, valutino anche altre opzioni di risparmio previdenziale.