Sulle pensioni 2022 sarà battaglia. Non in casa, ma con le autorità europee e internazionali che ci tengono d’occhio. In gioco non c’è tanto il futuro dei lavoratori, quanto la sicurezza degli investimenti che passa per la tenuta dei conti pubblici.
A mandare un messaggio chiaro al governo è stavolta il Fondo Monetario Internazionale. In un recente report economico europeo si fa riferimento anche (e forse, in particolare) all’Italia, chiamata a dire addio a quota 100 il 31 dicembre 2021 con la riforma pensioni 2022.
Riforma pensioni 2022: Fmi avverte l’Italia
Partiti e sindacati stanno cercando una soluzione per far passare la riforma delle pensioni 2022 in anticipo. Per andare ancora in pensione a 62 anni, come per quota 100, ma la strada stavolta pare stretta.
Secondo il Fmi servono “ulteriori sforzi per assicurare la sostenibilità di lungo termine dei sistemi pensionistici”. Nonostante le riforme attuate negli ultimi decenni sull’età pensionabile, la tenuta dei conti rimane precaria. Tradotto, dopo quota 100, si torni alla Fornero senza tanti fronzoli. E ancora, si legge nel report degli economisti del Fmi:
“le misure per incoraggiare il pensionamento tardivo e gli strumenti per integrare i regimi pubblici possono sostenere l’adeguatezza delle pensioni”.
La crisi del covid e le pensioni anticipate
Il Fmi fa riferimento anche alla crisi del covid e con l’esigenza di sostenere il debito pubblico che in Italia è a livelli astronomici. Concedere altre pensioni anticipate equivale quindi a compromettere l’equilibrio dei conti pubblici.
Ma gli economisti del Fmi non si fermano qui e chiedono all’Italia che si faccia qualcosa anche per le nuove generazioni con la riforma pensioni 2022. Anche il divario intergenerazionale rappresenta un problema di sostenibilità delle finanze. Attualmente,
“rispetto agli attuali pensionati, le generazioni future accederanno alle pensioni pubbliche più avanti nella vita e riceveranno benefici inferiori”.
Detto questo, cosa succederà dopo quota 100? Il governo Draghi ha fatto sapere che non ci saranno grandi sconvolgimenti nell’assetto pensionistico italiano e che saranno potenziate le opzioni d’uscita che già ci sono (Ape Sociale, Opzione Donna).
Un messaggio che non lascia spazio a molte interpretazioni, se non quella che il governo eviterà scontri e frizioni con le autorità internazionali in tema di pensioni.