Scenario per le pensioni 2022 da incubo, con nessuna alternativa prima del requisito anagrafico dei 67 anni? Ecco, nel dettaglio, la categoria più penalizzata dalla riforma del Governo Draghi. Perché, contrariamente alle attese, dalla Quota 100 nel 2021, che non sarà rinnovata o prorogata, per il prossimo anno si rischia davvero il caos.
Le pensioni 2022 sono da incubo, in particolare, proprio per tutti quei lavoratori che, pur avendo 38 anni di contributi versati, non compiranno il 62esimo anno di età entro il 31 dicembre del 2021.
Pensioni 2022 da incubo, nessuna alternativa prima dei 67 anni? Ecco la categoria più penalizzata dalla riforma
Dal prossimo anno, queste sono infatti le intenzioni del Governo italiano, si passerà dalla Quota 100 attuale alla Quota 102.
Poi, dalle pensioni 2022 da incubo non si uscirà nemmeno nell’anno 2023. In quanto il Governo italiano punta ad innalzare poi la Quota 102 a 104. Ovverosia, con il requisito anagrafico dei 66 anni sempre con 38 anni di contributi previdenziali versati. A partire dall’anno 2023.
Davvero nessuna alternativa prima dei 67 anni per andare in pensione?
In altre parole, molti lavoratori vicinissimi alla maturazione dei requisiti per la Quota 100 rischiano di aspettare fino ad altri 4 anni per andare in pensione. Pensioni 2022 da incubo, quindi. Con il partito della maggioranza che si sta mettendo di traverso, sulla Quota 104, che è rappresentato dalla Lega guidata dal leader Matteo Salvini. Cosa che non stupisce visto che, ai tempi del Governo M5S-Lega, è stato proprio il Carroccio a volere fortemente la Quota 100. Al fine di superare lo scalone della riforma Fornero.
Non a caso è molto probabile che, in parte, l’Esecutivo guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi torni sui suoi passi. Ovverosia, introdurre la Quota 102 dal 2022 ma mantenerla tale anche nel 2023.