Anche il modo della scuola è interessato da vicino alla riforma pensioni 2022. Il mestiere dell’insegnante è sicuramente fra i più logoranti e usuranti del mondo del lavoro. Lo sostiene l’Anief che da tempo si batte per il pensionamento anticipato di maestri e docenti.
La recente revisione della lista lavori usuranti, predisposta dalla commissione governativa, prevede l’inclusione della categoria dei maestri ed educatori, ma non quella dei docenti fra i lavori gravosi. Cosa che precluderebbe l’uscita anticipata con Ape Sociale (in pensione a 63 anni).
Pensioni 2022, le riforme probabili
L’esperimento di quota 100 va ad esaurimento a fine 2021 e per le pensioni 2022 non è ancora dato sapere cosa accadrà, soprattutto nel pubblico impiego. Le riforme in discussione sul tavolo del ministero del Lavoro prevedono al momento tre soluzioni. Il potenziamento di Ape Sociale, la proroga di Opzione Donna e forse anche l’introduzione di un sistema flessibile in uscita.
A ciò si accompagna il sistema di isopensione e dei contratti di espansione per il settore privato che non ha ricadute di spesa sul sistema pensionistico pubblico. Dalle riforme resterebbero però tagliati fuori gli statali per i quali quota 100 ha rappresentato finora una valida via d’uscita anticipata.
In particolare dal mondo della scuola, che ha visto il più alto numero di pensionamenti con quota 100 da quando è partito il periodo di sperimentazione. L’età media degli insegnati in Italia sfiora i 54 anni ed è la maggiore di tutta Europa.
Quota 96 per gli insegnanti
Posto che insegnare è logorante, il presidente del Anief, Marcello Pacifico, chiede che per gli insegnati sia mantenuta la vecchia quota 96 per consentire il pensionamento anticipato. Ma anche un ricambio generazionale fra il corpo docente ormai vetusto. Secondo Pacifico,
“non si possono tenere in servizio per 40 anni delle persone a svolgere la stessa professione, mentre il burnout avanza andando a determinare disturbi per la salute che poi sfociano in patologie, purtroppo non di rado anche maligne”.
Quota 96 (60 anni e 36 di contributi o 61 anni e 35 di contributi) è un sistema di pensione anticipata dedicato a specifiche categorie di lavoratori. In particolare agli insegnanti della scuola pubblica, vigente prima della riforma Fornero.
Si tratta di una opzione di pensionamento anticipato già esistente, ma modificata dal governo Monti nel 2012. Potrebbe essere ripristinata con la riforma pensioni 2022.