Opzione Donna dovrebbe essere riconfermata anche per il 2023. Tuttavia non bisogna dimenticare che lo scorso anno il premier Draghi ha provato ad abolirla su pressioni da parte di Bruxelles. Si sono poi accontentati della fine di quota 100.
Ora, però, i tecnocrati europei sono tornati a mettere nel mirino dell’Italia il debito pubblico e le pensioni anticipate. Opzione Donna potrebbe quindi tornare oggetto di contesa nell’ambito della riforma.
Opzione Donna resta l’incertezza sul rinnovo
Il Ministro del Lavoro Andrea orlando vorrebbe rendere Opzione Donna strutturale, ma non è escluso che all’ultimo possa intervenire qualche cambiamento sui requisiti richiesti.
Gli fa eco Orietta Armiliato, fondatrice del Gruppo facebook “Comitato Opzione Donna Social“ che ritiene il pensionamento anticipato doveroso e non suscettibile di modifiche. Del resto, le lavoratrici sono chiamate spesso a sostenere un doppio lavoro. Quello ordinario e quello familiare non riconosciuto dalla legge a tutti gli effetti.
Così la pensione con Opzione Donna non dovrebbe essere toccata dalla riforma pensioni. Anzi, ci si augura che il rinnovo avvenga con cadenza pluriennale o addirittura diventi definitivo. Armilato ribadisce, anzi, che l’istituto andrebbe migliorato con il:
- Riconoscimento e valorizzazione del lavoro di cura domestico;
- Riconoscimento della possibilità di cumulare i contributi versati nelle diverse casse previdenziali;
Il sistema di calcolo della pensione
Non è però chiaro se l’età pensionabile resterà 58 anni (59 per le lavoratrici autonome). Le intenzioni del governo sono quelle di eliminare tutte le pensioni al di sotto dei 60 anni, pur conservando Opzione Donna.
Ma c’è un’altra ragione che rende l’opzione sostenibile finanziariamente. Ed è quella strettamente legata al sistema di calcolo interamente contributivo della pensione. Fra una decina di anni non sarà più necessario migrare i contributi versati dal sistema retributivo per ottenere l’accesso alla pensione.
Con la fine del sistema misto, infatti, Opzione Donna rientrerà di natura negli ordinari sistema di liquidazione delle pensioni col calcolo contributivo valido per tutti. Quindi diventerà una pensione come tutte le altre. Pertanto l’attuale migrazione dei contributi delle lavoratrici dal sistema retributivo (ante 1996) a quello contributivo non troverà più ragione di essere e non ci sarà più penalizzazione.