Nel 2023 una riforma pensioni parziale: ecco chi può smettere di lavorare con Opzione Donna, Ape Social e Quota 102 rivisitata

I tempi per una riforma pensioni 2023 è chiaro che non ci sono. Il nuovo governo traccia le possibili strade da percorrere
2 anni fa
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pensioni

Il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, al termine di un primo incontro con le parti sociali, traccia la strada che il nuovo esecutivo Meloni, intenderebbe perseguire per giungere poi ad una riforma pensioni.

I tempi tecnici per attuarla del tutto già nel 2023 non ci sono, Siamo a novembre e c’è anche da approvare la legge di bilancio. Ad ogni modo bisogna trovare le soluzione per evitare un ritorno immediato alla Fornero già dal 1° gennaio del prossimo anno.

Alla riunione hanno partecipato anche il viceministro al Lavoro, Maria Teresa Bellucci, e il sottosegretario, Claudio Durigon.

Le strade da percorrere per le pensioni 2023 ormai sembrano essere chiare ed obbligate. Salvo colpi di coda, ci sarà la proroga di Opzione donna e Ape social. A ciò potrebbe affiancarsi anche una rivisitazione di Quota 102 in scadenza il 31 dicembre 2022.

Pensioni 2023, Quota 102 rivisitata?

Il 31 dicembre 2022 termina Quota 102. Per le pensioni 2023 si fa largo l’ipotesi di una Quota 102 rivisitata.

Ricordiamo, che la forma di pensionamento è nata in sostituzione di Quota 100. Quest’ultima ha permesso l’uscita anticipata dal mondo del lavoro con

  • 38 anni di contributi
  • e 62 anni di età.

E’ rimasta in vigore fino al 31 dicembre 2021, ossia per coloro che avessero maturato i menzionati requisiti entro la suddetta data.

Con il suo tramonto, e per evitare già dal 2022 il ritorno della Fornero, il legislatore ha pensato alla soluzione transitoria di Quota 102, ossia possibilità di pensione per chi, entro il 31 dicembre 2022, maturi:

  • 38 anni di contributi
  • e 64 anni di età.

Questa possibilità, dunque, dovrebbe terminare alla fine di quest’anno. Si pensa però ad una rivisitazione per il 2023. In sostanza per le pensioni 2023 rimarrebbe Quota 102 ma solo nella sua “denominazione”. L’ipotesi sul tavolo, infatti, è quella di permettere il pensionamento con 41 anni di contributi e 61 anni di età. Insomma un primo step per poi giungere a Quota 41 secca, ossia uscita dal lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.

Ancora Opzione donna e Ape social

Possibile anche che tra le pensioni 2023 resti anche Opzione donna, ossia possibilità di pensionamento con 35 anni di contributi e:

  • 58 anni di età (se lavoratrici dipendenti)
  • 59 anni di età (se lavoratrici autonome).

Si parla anche di opzione donna per gli uomini.

In campo dovrebbe restare ancora anche Ape social (in scadenza anch’essa a fine anno 2022). Questo significherebbe ancora la possibilità di pensionamento con 63 anni di età e 30 anni di contributi (oppure 36 a seconda dei casi). Ricordiamo, tuttavia, che trattasi di una forma pensionistica ad oggi è riservata solo ad alcune categorie di lavoratori.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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