C’è molta attesa per quanto riguarda gli importi delle pensioni di dicembre e poi di quelle di gennaio 2024. Infatti arriveranno soldi in più per via della perequazione sia a dicembre che a gennaio. Molti lettori ci chiedono cosa davvero troveranno in più con i prossimi due ratei di pensione. E adesso andremo a vedere, con tanto di esempi pratici, cosa davvero riceveranno i pensionati nei prossimi mesi.
“Buonasera, sono Rino e volevo solo capire che pensione andrò a prendere a gennaio 2024 dal punto di vista dell’importo.
“Gentili esperti, mi chiamo Michele e sono un vostro assiduo lettore. Ho sentito dire che già a dicembre avremo più soldi sulla pensione. Con tanto di arretrati. Sarà un aumento che anticiperà quello di gennaio che mi dicono sarà più sostanzioso. Mi sapete dire che genere di prestazione andrò a percepire prima a dicembre e poi a gennaio visto che la mia pensione è pari a 2.500 euro al mese?”
Pensioni 2024 e pensioni 2023, il confronto sugli importi, ecco come cambiano gli assegni
I due quesiti sopra riportati sono solo due dei tanti che come detto, quotidianamente arrivano in redazione. Tutti a chiedere come le pensioni verranno aumentate. La verità è che si partirà già a dicembre, con la conclusione della partita di indicizzazione dei trattamenti del 2023. E poi si ripartirà nel 2024, a gennaio, con gli aumenti dovuti alla nuova indicizzazione su cui il governo ha proprio oggi emanato il decreto.
Tutto nasce dalla regola che vuole le pensioni annualmente indicizzate al tasso di inflazione. Si inizia ogni gennaio, con l’INPS che utilizza il tasso di inflazione previsionale. In pratica, è il tasso dell’inflazione stimata, che tra l’altro è l’oggetto del decreto appena emanato che ha fissato questo tasso al 5,4%.
Bisogna quindi aspettarsi la stessa cosa per il 2024. A gennaio gli assegni saliranno del già citato 5,4%, salvo poi a fine anno passare ai conguagli, che possono essere anche a debito se il tasso di previsione dell’inflazione, risulterà maggiore di quello definitivo (anche se mai accade questo visto che il tasso previsionale è stabilito usando molta cautela).
Pensioni di dicembre, ecco gli aumenti con gli arretrati in arrivo
Tornando a ciò che interessa tutti i pensionati, a partire dai nostri due lettori dei quesiti prima citati, le percentuali prima citate non sono quelle che vengono usate per la generalità dei pensionati. Perché infatti il meccanismo di indicizzazione funziona a scaglioni. E il Governo quest’anno ha deciso di usare la mano pesante con le pensioni più alte che riceveranno aumenti meno ricchi rispetto al passato.
Partiamo dagli aumenti di dicembre. I pensionati riceveranno sul rateo di dicembre un incremento dello 0,8% rispetto al rateo di novembre. E in più gli arretrati, ossia lo 0,8% in più per i mesi che vanno da gennaio a novembre. Ma solo se la pensione è fino a 4 volte il trattamento minimo, cioè fino a circa 2.100 euro al mese lordi. Significa che l’aumento pieno dello 0,8% finirà nelle tasche dei pensionati con assegni fino a 1.550 euro al mese netti, più o meno. Infatti il meccanismo di perequazione 2023 è il seguente:
- 100% del tasso di inflazione (0,80%) per le pensioni fino a 2.101,52 euro al mese;
- 85% (0,68%) per le pensioni lorde tra 2.101,53 e 2.626,90 euro;
- 53% (0,424%) per le pensioni lorde tra 2.626,91 e 3.152,26 euro;
- 47% (0,376%) per le pensioni lorde tra 3.152 e 4.203,04 euro;
- 37% (0,296%) per le pensioni lorde tra 4.203,05 e 5.253,80 euro;
- 32% (0,256%) per le pensioni lorde superiori a 5.253,81.
Arretrati in arrivo, ma non tutti ne godranno al 100%
Il nostro primo lettore quindi, prenderà, in virtù del suo assegno da 1.200 euro netti al mese, un incremento di 9,60 euro a dicembre e 105,6 euro di arretrato.
Gli aumenti di gennaio, ecco gli esempi pratici degli importi pensioni 2024 e le differenze con il 2023
A gennaio il meccanismo di indicizzazione sarà lo stesso. Ma cambiano alcune cose soprattutto per le pensioni di importo più alto. Il governo ha deciso di indicizzare le pensioni seguendo la seguente tabella:
- 100% del tasso di inflazione per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (pensioni fino a 2.101,52 euro al mese);
- 85% del tasso di inflazione per i trattamenti pensionistici sopra 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo INPS (pensioni lorde tra 2.101,53 e 2.626,90 euro);
- 53% del tasso di inflazione per i trattamenti pensionistici sopra le 5 volte il trattamento minimo INPS e fino a 6 volte lo stesso trattamento (pensioni lorde tra 2.626,91 e 3.152,26 euro);
- 47% del tasso di inflazione per i trattamenti pensionistici sopra le 6 volte il trattamento minimo INPS e fino a 8 volte lo stesso trattamento (pensioni lorde tra 3.152 e 4.203,04 euro);
- 37% per i trattamenti pensionistici sopra 8 volte e fino a 10 volte il trattamento minimo INPS (pensioni lorde tra 4.203,05 e 5.253,80 euro);
- 22% per i trattamenti pensionistici più alti (pensioni lorde superiori a 5.253,81).
Ecco cosa accade ai trattamenti nel 2024
Come è evidente, cambia solo l’ultima fascia rispetto al 2023, che passa dal 32% del tasso di inflazione, al 22% dello stesso tasso.
Per esempio, chi gode di un trattamento netto da 6.000 euro al mese, se tutto fosse rimasto come in passato, avrebbe percepito 103,68 euro di aumento al mese (32% di 5,4%). Dal momento che nel 2024 tutto è sceso al 22%, l’aumento sarà di 71,28 euro (22% di 5,4%).