Una particolare misura è di nuovo in auge con l’ultima legge di Bilancio. Uno strumento utile a lavoratori che per carriera non sono riusciti a raggiungere i contributi necessari per andare in pensione. E sono tantissimi, sia ancora giovani che non arrivano ai fatidici 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata, che prossimi ai 67 anni ma privi dei 20 anni che servono per la pensione di vecchiaia.
La misura di cui parliamo è la Pace Contributiva. Bisogna dire subito che al momento la misura può essere un valido strumento da usare solo per chi si trova nella seconda situazione, ovvero in prossimità della pensione di vecchiaia.
Le domande giunte in redazione
“Buonasera, sono Renato e ho 60 anni di età. Ho completato 40 anni di contributi e volevo numi sulla Pace Contributiva. Perché, se posso, vorrei versare i 2 anni e 10 mesi che mi mancano e magari andare in pensione già quest’anno. Ho la disponibilità economica per far fronte alla spesa ma non ho capito bene come devo fare. Mi aiutate per cortesia?”
“Salve, sono Pamela, oggi casalinga, non sposata e senza figli. Ho lavorato in una azienda tessile dal 1999 al 2006, anno delle mie dimissioni volontarie per incompatibilità con i miei superiori. Poi ho fatto la cassiera in un supermercato dal 2015 al 2023. L’azienda poi ha chiuso e sono rimasta disoccupata. Come potete vedere, ho 17 anni di contributi pieni, quindi meno dei 20 anni che servirebbero per la pensione di vecchiaia. Compio 67 anni a maggio 2025 e vorrei capire se posso utilizzare la Pace Contributiva. Grazie in anticipo per la vostra eventuale risposta.
Pensioni 2024: guida alla Pace Contributiva, ecco come recuperare 60 mesi di contributi
La Pace Contributiva nacque con il decreto n° 4 del 2019, cioè con lo stesso atto che ha dato i natali a reddito di cittadinanza e quota 100.
Una soluzione alle carenze contributive che molti lavoratori avevano e fino a massimo 5 anni. Adesso il governo ha deciso di riaprire la misura, sempre per i contributivi puri e per un biennio, cioè per il 2024 e il 2025.
Cosa si può riscattare con la Pace Contributiva 2024 e 2025?
I periodi che di fatto un lavoratore può riscattare devono essere dentro l’arco temporale prima citato. Per esempio, chi ha una carriera iniziata nel 1999 e terminata nel 2023, se ha un periodo di vuoto dal 2006 al 2015 come la nostra seconda lettrice, può recuperare fino a 5 anni (60 mesi) di contributi utili alla pensione. Ma parliamo di periodi completamente scoperti da contribuzione.
Se per esempio la nostra lettrice in quegli anni di stop avesse preso la Naspi, quei periodi coperti già da contributi figurativi non possono essere riscattati. Allo stesso modo, se in questo periodo di vuoto ci sono anomalie riguardanti mancati versamenti contributivi da parte di un datore di lavoro magari fallito, non si può usare la Pace Contributiva.
Come funziona la misura per andare in pensione subito
La misura è destinata solo ed esclusivamente a chi non ha contributi in epoca retributiva. per esempio il nostro primo lettore che ha già 40 anni di versamenti, non può usare la Pace Contributiva perché evidentemente ha cominciato a versare prima del 1996. Va detto che il riscatto di questi vuoti di contribuzione non sono gratuiti. Infatti c’è da versare un corrispettivo come per qualunque altra operazione di riscatto contributivo che l’INPS destina ai lavoratori.
Il riscatto si calcola in base alla retribuzione imponibile degli ultimi 12 mesi di lavoro che precedono la data in cui il lavoratore interessato presenta all’INPS la domanda di Pace Contributiva.
Rate, detrazioni e tutti i vantaggi della Pace Contributiva
Il pagamento di quanto dovuto può essere in unica soluzione o a rate. Infatti si possono ottenere fino a 10 anni di rate mensili (120 rate, ndr). Naturalmente la nostra seconda lettrice deve pagare l’onere in un numero massimo di mesi tale da trovarsi ad aver completato la sua carriera contributiva entro il mese di maggio 2025, perché è quello del compimento dei suoi primi 67 anni di età.
Infine va detto che tutto ciò che il contribuente versa può essere scaricato dal reddito grazie alla deducibilità della Pace Contributiva. In termini pratici, il contribuente può scaricare dalle imposte ciò che versa con questo strumento previdenziale. Con la nuova legge di Bilancio quindi, per il biennio 2024 e 2025 il governo ha deciso di riattivare la Pace Contributiva. Adesso chi non ha raggiunto ancora i contributi necessari alla pensione ha lo strumento idoneo.