Pensioni 2024 in anticipo con l’opzione contributiva, vantaggi e svantaggi di questa scelta

La facoltà di optare per il calcolo contributivo favorisce le pensioni o le penalizza? Ecco la verità.
10 mesi fa
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Il sistema contributivo è stato introdotto a partire dal 1996, grazie alla riforma Dini. Da allora, i trattamenti previdenziali hanno iniziato a dare maggiore importanza ai contributi versati piuttosto che alle retribuzioni. A differenza del sistema precedente, che liquidava le pensioni basandosi sulle ultime retribuzioni, il sistema contributivo si basa sul montante dei contributi.

Attualmente, il sistema di calcolo è misto, in quanto le prestazioni sono calcolate principalmente in base ai contributi, combinando i due sistemi. La pensione è calcolata esclusivamente con il sistema contributivo solo per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995, ma la stessa possibilità è offerta anche a chi sceglie volontariamente questo metodo.

Infatti, molti lavoratori hanno la facoltà di optare per il sistema contributivo. Potrebbe sembrare strano che un lavoratore faccia questa scelta, dato che generalmente si considera il sistema contributivo meno vantaggioso rispetto a quello retributivo. Tuttavia, come vedremo, anche un sistema ritenuto sfavorevole nasconde vantaggi che possono giustificare la scelta di un lavoratore

“Buonasera, desideravo ricevere un vostro consiglio. Ho accumulato quasi 42 anni di contributi e non sono classificabile tra i lavoratori precoci. Lavoro come autonomo e ho cessato l’attività a settembre 2023. Mi mancano 11 mesi per raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi, necessari per andare in pensione. Cosa posso fare? Ho iniziato a lavorare all’età di 16 anni e non ho praticamente mai interrotto l’attività lavorativa. Se ho ben compreso, optando per il sistema contributivo, potrei recuperare un anno di contributi, poiché i periodi di lavoro da minorenne mi verrebbero valutati 36 mesi invece di 24. Potreste illustrarmi i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta?”

[Sommario]

Pensioni 2024 in anticipo e con alcuni vantaggi, basta scegliere il sistema contributivo anche se si pensa il contrario

L’opzione per il sistema contributivo, disponibile per i lavoratori iscritti all’INPS in possesso di contributi al 31 dicembre 1995, è permessa dal sistema ma non accessibile a tutti.

Esistono specifici requisiti da soddisfare. Inoltre, non per tutti risulta vantaggiosa una scelta del genere.

Per chi ha avuto una carriera lavorativa relativamente lunga, come il nostro lettore, il calcolo della pensione risulta essere misto. Ciò implica il diritto al calcolo retributivo per i periodi lavorativi fino al termine del 1995 e al calcolo contributivo per i periodi successivi. Tuttavia, se si sono versati almeno 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, la situazione cambia: si avrebbe diritto al calcolo retributivo per i periodi fino a tale data e al calcolo contributivo per i periodi successivi.

Come funziona questa possibilità di scegliere un sistema che può sembrare meno favorevole

L’articolo n° 1, comma 23, della Legge n° 335 del 1995 ha introdotto, tra le altre cose, la possibilità di optare per il sistema contributivo. Questa opzione è concessa ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria e ai fondi sostitutivi ed esclusivi ad essa collegati. Sono soggetti che possono richiedere la liquidazione della prestazione secondo le norme del sistema contributivo, anche se avrebbero diritto al calcolo misto, avendo iniziato la loro carriera in un’epoca retributiva. Tuttavia, non tutti i lavoratori hanno la possibilità di esercitare l’opzione per il regime contributivo. Tale possibilità è riservata a coloro che soddisfano specifici requisiti:

  • meno di 18 anni di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995;
  • almeno 15 anni di contribuzione totale;
  • almeno 5 anni versati dopo il 1995 e quindi nel sistema contributivo;
  • avere iniziato a versare a qualsiasi titolo prima del 31 dicembre 1995.

Attenti alle regole, bisogna capirle bene

Questi requisiti possono essere soddisfatti anche attraverso i riscatti contributivi, a condizione che tali riscatti non superino il periodo della domanda di opzione contributiva. Inoltre, la Legge Fornero ha modificato alcune normative relative all’opzione contributiva.

Per coloro che hanno completato tutti i requisiti precedentemente descritti entro il 31 dicembre 2011, è necessario che abbiano ottemperato sia ai requisiti per l’opzione sia a quelli per il diritto alla pensione secondo le norme preesistenti.

Al contrario, per chi ha soddisfatto i requisiti per l’opzione dopo l’entrata in vigore della riforma Fornero, la pensione è calcolata seguendo le stesse regole previste per i contributivi puri, ovvero per individui la cui carriera lavorativa è iniziata dopo il 1995.

La facoltà di optare per il calcolo contributivo favorisce le pensioni o le penalizza?

Gli svantaggi menzionati derivano dall’opzione contributiva nelle regole di calcolo della prestazione pensionistica. Escludendo i lavoratori che, avendo avuto retribuzioni elevate all’inizio della carriera e molto più basse verso il termine, beneficiano stranamente di una pensione superiore con il sistema contributivo, per gli altri la penalizzazione è chiara e significativa. Infatti, per alcuni, la perdita può superare il 30% dell’assegno pensionistico.

Tuttavia, come accennato, esistono vantaggi meno evidenti che possono rendere questa opzione vantaggiosa per molti. In particolari situazioni, optare per il sistema contributivo può anche portare a un’anticipazione della pensione, ma non tramite la pensione anticipata contributiva. La disposizione che permette ai contributivi puri di ritirarsi con 20 anni di contributi e all’età di 64 anni (e con assegni pari ad almeno tre volte l’assegno sociale) non si applica ai soggetti che optano per questa via.

Ecco la verità e come fare bene i calcoli sulla convenienza.

L’opzione contributiva è utilizzabile soltanto attraverso i canali ordinari di pensionamento, escludendo quindi specifiche misure come “Opzione Donna”. Pertanto, è applicabile alle pensioni di vecchiaia ordinarie e alle pensioni anticipate tradizionali, così come alla quota 103. Questo significa che è valida per ottenere la pensione a 67 anni di età con 20 anni di contributi, o per accedere alla pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne.

In precedenza, le misure Quota 100 e Quota 102 potevano essere richieste anche dai beneficiari dell’opzione contributiva. Ora, con l’introduzione della Quota 103 come misura contributiva, è necessario interpretare come l’INPS gestisca questa novità rispetto alla possibilità di optare per il sistema contributivo.

Un vantaggio specifico di questa opzione è offerto anche alle donne.

La lavoratrice madre che opta per il contributivo può beneficiare, ad esempio, di uno sconto di 4 mesi per ogni figlio fino a un massimo di 12 mesi. È importante notare che scegliendo l’opzione contributiva, i pensionati perdono alcuni diritti disponibili nel sistema misto, come le maggiorazioni e l’integrazione al trattamento minimo.

Per poter esercitare l’opzione al sistema contributivo, chi ha versamenti in più gestioni deve verificare i requisiti nella gestione presso cui si intende applicare l’opzione. Questa può essere esercitata anche per periodi di lavoro relativi a una sola gestione, purché vi sia un’anzianità contributiva anteriore al 1996. Nel caso di cumulo, l’opzione contributiva deve essere estesa a tutte le gestioni coinvolte nel raggruppamento dei contributi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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