Opzione donna è la misura di pensionamento anticipato che prevede il più elevato sconto in materia di età di uscita tra tutte le misure alternative a quelle ordinarie. Ma è anche la misura probabilmente più divisiva che c’è per via delle regole di calcolo a detta di molti, altamente penalizzanti. Il dato certo è che effettivamente la pensione con opzione donna ha nelle regole di calcolo il fattore meno appetibile della misura. Ma a vedere bene, le interessate a questa misura potrebbero non essere così penalizzate come molti credono.
“Buonasera, oggi volevo chiedervi se potete consigliarmi sulla pensione con opzione donna. Ho 62 anni di età e 38 anni di contributi. Da anni ho maturato il diritto ad opzione donna, solo che non l’ho mai sfruttato perché a detta di tutti è penalizzante andare in pensione con questa misura. Adesso però voglio vederci chiaro. Voglio capire se davvero mi penalizza questa misura. Ho iniziato a lavorare a 20 anni, in diversi settori, dal commercio all’industria. Ho avuto due figli. Dopo anni di lavoro stagionale e precario dei miei primi anni di carriera, poi mi sono stabilizzata. E dal 2000 ad oggi con continuità ho lavorato sempre nella stessa fabbrica di scarpe stabilizzando il mio reddito a circa 1.200 euro al mese in media. Non so se vi bastano i dati che vi ho comunicato per darmi un consiglio sul da farsi visto che me ne andrei volentieri in pensione, ma solo se non mi tagliano l’assegno in maniera esponenziale.”
Pensioni 2024: opzione donna sempre più conveniente, ecco i calcoli
Il fatto che opzione donna sia una misura che penalizza gli assegni dei beneficiari non è certo una novità e non è nemmeno una bugia. In effetti andare in pensione con opzione donna prevede l’accettazione del ricalcolo contributivo della prestazione che per molti contribuenti tagli in maniera netta l’assegno.
Quanti contributi valgono per ottenere un calcolo della pensione più favorevole
Un’altra cosa da considerare poi è l’ammontare della contribuzione previdenziale versata prima del 1996. Le regole del calcolo della pensione nel sistema misto, che riguarda tutti i lavoratori che hanno iniziato a versare prima del 1995 è semplice da capire. I periodi di lavoro con versamenti prima del 1996 vengono calcolati con il sistema retributivo. Quelli successivi con il sistema retributivo. Chi però ha maturato già 18 anni di versamenti in epoca retributiva, cioè prima del 1996, può godere del calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2011. In questo caso la quota contributiva, notoriamente penalizzante perché basata solo sull’ammontare dei contributi versati, è ridotta a pochi anni. Sono questi quelli che ci rimettono di più sulla loro pensione, nel momento che accettano di farsi calcolare la prestazione interamente con il sistema contributivo. E rinunciando di fatto al calcolo retributivo e favorevole fino al 31 dicembre 2011.
In pensione con opzione donna nel 2024, ecco chi può farlo senza grandi danni sul calcolo della prestazione
Anche se avremmo bisogno di maggiori dettagli, la nostra lettrice del quesito di sopra, si trova con un possibile taglio di assegno, ma non così forte come ha pensato, rimandando l’uscita con opzione donna da anni.
Opzione donna è cambiata, ecco come
Va ricordato che dal 2023 ad oggi, opzione donna ha cambiato regole e la misura è diventata solo per piccole comunità di contribuenti. Infatti non si esce più con le regole con cui può uscire la nostra lettrice che ha cristallizzato il diritto alla prima versione di opzione donna. Oggi possono accedere a questa misura solo le licenziate, le addette di aziende con tavoli di crisi avviati, le invalide e le caregivers. Ed a 59 anni di età età, contributi e categoria di appartenenza possono anche essere ritenute insufficienti per uscire dal lavoro con questa misura. Perché contano anche i figli avuti, altrimenti l’età di uscita salirebbe a 61 anni. Tutte cose che come detto per la nostra lettrice e per chi ha maturato il diritto alla vecchia opzione donna, non contano.