Si può andare in pensione entro il 31 dicembre con tutte le misure che il governo il 16 ottobre scorso ha deciso di cessare. Perché quel giorno il governo ha varato la legge di Bilancio 2024. E proprio dall’anno venturo verranno meno alcune misure che i lavoratori potevano sfruttare per andare in quiescenza. Certo, a misure che scompaiono ne arriveranno altre nuove. Ma sono i requisiti per accedere alle pensioni in anticipo a cambiare, rendendo tutto più difficile rispetto a oggi.
“Buonasera, ieri ho ricevuto un’autentica doccia fredda perché l’APE sociale verrà chiusa dal governo e io in quanto precario, credevo di poter andare in pensione nel 2024 con la proroga della misura.
Pensioni 2024, si salvi chi può, parte la corsa per uscire con le regole attuali, ma come si fa?
Il nostro lettore ci presenta un quesito che dimostra come da qualche ora il senso di scoramento ha pervaso milioni di lavoratori. C’è una specie di fuggi fuggi generale a verificare se esistono alternative per poter andare in pensione subito senza ricadere negli inasprimenti voluti dal governo. Perché di inasprimenti di parla. Per Opzione donna, con la riforma, da una età compresa tra 58 e 60 per la pensione, si passa a 63 anni.
Per l’APE sociale, l’età resta la stessa, ma cambiano i contributi da racimolare per molti potenziali richiedenti la misura. E pure con una carriera lunga 41 anni di contributi, la quota 103 a 62 anni diventa penalizzante come importo. E allora ecco che si pensa a fuggire via dal lavoro adesso che si può ancora.
Serve la domanda di certificazione del diritto entro il 30 novembre prossimo
Il nostro lettore che completa i requisiti per l’APE sociale in tempo utile per andare in pensione nel 2023, deve prima di tutto presentare una istanza all’INPS. L’ultima finestra utile per le istanze di certificazione del diritto alla pensione con l’APE sociale chiude il 30 novembre. La domanda certificativa, per esempio come la pensione precoce per il lavoro gravoso, altro non è che una istanza con cui un lavoratore chiede all’INPS di certificare il proprio diritto ad una determinata misura previdenziale.
Questa prassi riguarda l’APE sociale ma non solo, perché la devono usare anche i potenziali richiedenti della quota 41 per i precoci o dello scivolo per gli usuranti. Ricapitolando, entro il 30 novembre, per i lavoratori che completano i requisiti entro fine anno, va prodotta l’istanza. Dopo la risposta dell’INPS, se l’Istituto conferma come buoni i requisiti per l’Ape sociale, si deve passare alla cessazione dell’attività lavorativa e alla conseguente domanda di pensione vera e propria.
Niente cristallizzazione del diritto per l’APE sociale
Per gli interessati all’APE sociale, naturalmente se completano i 63 anni di età nel 2023 insieme ai 30, 32 o 36 anni di contributi previsti in base alla categoria, si tratta dell’ultima occasione. Infatti l’APE sociale è una delle poche misure che non cristallizza il diritto. Significa che se chi ha maturato il diritto a chiederla, non lo fa rimandando la scelta al futuro, perde la possibilità.
Una cosa che per esempio le donne possono fare con Opzione donna. Infatti se il diritto a uscire con Opzione donna 2022 è maturato entro il 2021, anche nel 2024, a prescindere dalla conferma o meno della misura, si può andare in pensione.
Per i disoccupati tra vecchie e nuove regole, aumentano i vincoli per le pensioni
Per il nostro lettore però ci sono diversi dubbi che maturi i requisiti anche all’attuale APE sociale. Infatti sta lavorando, anche se part time. Quindi, ammettendo che sia licenziato, non ha i 36 anni di contributi utili per andare in pensione come lavoro gravoso. Ammesso che ne svolga uno di questo genere. E non riuscirà certo a completare entro la data del suo compleanno, il requisito dell’erosione di tutta la Naspi spettante. Quindi, con i suoi 63 anni dovrà guardare alla nuova misura. Che però prevede anche per un disoccupato, 36 anni di carriera. Lui che ne ha 30 adesso, non potrà mai arrivare a quella soglia nel 2024.