Pensioni 2024 per i nati nel 1957 ci sono nuove regole

Per la pensione di vecchiaia nel 2024: ecco le novità, le regole e le alternative ai classici requisiti anagrafici e contributivi.
12 mesi fa
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Nuovo anno e nuove regole per le pensioni soprattutto per i nati nel 1957, cioè per quanti raggiungono l’età pensionabile nel 2024. Infatti molto è cambiato dal punto di vista delle possibilità di andare in pensione per alcuni lavoratori.

La prima cosa da dire in relazione a questo anno di nascita è che il 1957 rappresenta la classe di chi nel 2024 compie i fatidici 67 anni di età. Ed è proprio questo il fattore fondamentale per quanti aspirano ad andare in pensione in questo nuovo anno.

L’età pensionabile nel 2024 resta la stessa di oggi, cioè 67 anni di età.

Ma cosa cambia per le pensioni di vecchiaia nel 2024? Può sembrare strano, ma qualcosa cambia, ed anche in meglio rispetto al passato.

Pensione di vecchiaia nel 2024: 67 anni, qualche mese prima, con 20 anni di contributi, ma anche con solo 15 anni di contributi

La manovra finanziaria è di fatto in vigore. Infatti con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di Bilancio, tutto ormai è definito e quindi anche le novità sulle pensioni sono ormai entrate in vigore. Dalla quota 103 alla nuova indicizzazione, da opzione donna all’Ape sociale, le novità introdotte sono tante e molto discusse ormai.

Ma sulle pensioni di vecchiaia, cioè su una delle misure pilastro del sistema, poco si dice. Eppure qualcosa cambia rispetto a oggi. E in effetti la pensione di vecchiaia nel 2024 potrà essere presa a 67 anni di età, a 71 anni di età, con 20 anni di contributi ma anche con 15 anni.

Tanti i dubbi per i lavoratori

Ecco una guida alla misura e a tutte le varianti che sono previste dal nostro ordinamento. Perché sono diverse le domande che ci arrivano, e non tutte sono da parte di soggetti che hanno esattamente 67 anni di età e 20 anni di contributi.

“Salve, mi chiamo Paolo, lavoratore che nel 2024 compie 67 anni. Ho anche 21 anni di contributi, tutti dopo il 1996.

Non so se riesco a ottenere una pensione elevata come importo, perché ho lavorato sempre male sia come stipendio che come contributi. Ma è vero che anche per me l’importo minimo della pensione non serve più? Mi riferisco all’importo soglia di 1,5 volte l’assegno sociale per i contributivi.”

“Salve, non arrivo a 20 anni di contributi ma compio 67 anni di età l’anno prossimo. Ci sono possibilità di andare in pensione senza raggiungere il requisito minimo dei 20 anni? Vi prego, aiutatemi, perché sono pure senza lavoro e sono una donna sola. Grazie mille.”

“Buongiorno, volevo capire se davvero mia zia di 67 anni di età, non avendo tanti anni di contributi, dovrà aspettare 71 anni per la sua pensione. Infatti credo abbia 12 anni di contributi versati da giovane e poi si è dedicata alla famiglia. Suo marito prende 1.000 euro al mese di pensione e anche l’assegno sociale per lei non si può prendere. Cosa significa, che i 12 anni che ha versato, sono stati buttati via?”

“Buongiorno sono una lavoratrice dipendente che ha qualcosa come 22 anni di contributi versati. Volevo sapere se potevo andare in pensione tranquillamente nel 2024 quando compirò i 67 anni di età. Ve lo chiedo perché ho alcuni dubbi, legati soprattutto alle novità di quest’anno che non ho capito bene, tra penalizzazioni, importi minimi e finestre. Ho dubbi anche perché per colpa di alcuni lavori che ho svolto credo che i contributi previdenziali che ho sono troppo pochi. Mi dite che genere di importo posso prendere con una pensione basata su 22 anni di contributi a 67 anni, sempre se davvero posso andare in pensione? Grazie in anticipo per la vostra risposta, se potete.”

Pensioni 2024 per i nati nel 1957 ci sono nuove regole

I quesiti che abbiamo sopra riportato sono stati selezionati tra i tanti perché consentono di affrontare in pieno il discorso sulla pensione di vecchiaia 2024.

Cambiano le regole come dicevamo anche per la pensione di vecchiaia in questo 2024.

Il governo ha deciso di rendere la misura libera da qualsiasi vincolo anche per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995. In buona sostanza, a 67 anni di età e con 20 anni di contributi possono lasciare il lavoro tutti, a prescindere dall’importo della pensione e soprattutto a prescindere dalla data del primo accredito contributivo.

Infatti anche per soggetti il cui primo versamento è successivo all’entrata in vigore della riforma Dini, cioè dopo il 1995, la pensione si centra senza il vincolo dell’importo soglia. Parliamo del vincolo con cui i cosiddetti contributivi puri hanno avuto a che fare in questi anni, cioè del limite minimo della pensione pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale.

Pensione 2024, ecco alcune alternative alla vecchiaia ordinaria

Chi non ha 20 anni di contributi, può andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia solo se rientra in una delle tre misure di deroga ai requisiti vigenti. Si tratta delle tre deroghe Amato, che consentono il pensionamento sempre a 67 anni di età, ma con solo 15 anni di contributi. I requisiti per godere di una di queste tre deroghe, oltre naturalmente a età e contributi sono:

  • prima deroga per chi al 1992 aveva già versato i 15 anni di contributi necessari;
  • seconda deroga per chi al 31 dicembre 1992 era stato autorizzato al versamento dei contributi volontari da parte dell’INPS;
  • terza deroga per chi può vantare una carriera con il primo contributo versato vecchio di almeno 25 anni e 10 anni di lavoro coperti da meno di 52 settimane di contributi per anno.

L’unica via alternativa a chi non vanta 20 anni di contributi sono queste tre deroghe. Per quanto riguarda invece l’età, in alcuni casi ci sono delle possibilità di uscire qualche mese prima.

Senza i 67 anni cosa offre il sistema?

Infatti per chi svolge un lavoro gravoso tra quelli previsti per la quota 41 dei precoci, o per chi svolge una delle attività che danno diritto allo scivolo usuranti con quota 97,6, si può uscire anche a 66 anni e 7 mesi di età.

Sono 5 mesi in meno rispetto alla canonica età pensionabile, esattamente i 5 mesi di scatto che sono stati applicati nel 2019 per via della aspettativa di vita della popolazione.

Va detto però che per poter godere di questo autentico sconto sull’età pensionabile, bisogna avere almeno 30 anni di contributi versati, ed effettivi, ovvero senza considerare nei 30 anni i contributi figurativi. Infine, uno sconto fino a un anno è quello che possono sfruttare le lavoratrici che rientrano nel sistema contributivo. E bisogna vedere se la nostra lettrice vi rientra, perché non ci dice se ha o meno dei contributi accreditati prima del 1996.

In pratica, la lavoratrice che può vantare 20 anni di contributi e tutti versati dopo il 1995 può avere un vantaggio. Infatti, può scontare 4 mesi per ogni figlio avuto sull’età pensionabile. E fino a massimo 12 mesi per chi ha avuto 3 o più figli.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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