Con l’avvicinarsi della discussione della manovra di bilancio si diradano le nubi all’orizzonte sulla mini riforma pensioni 2024. Importanti novità toccheranno un po’ tutti i lavoratori che dovranno rivedere i loro calcoli per programmare le uscite anticipate dal lavoro.
Piccoli accorgimenti in senso restrittivo che, in sostanza, allungano ancora un po’ l’età della pensione. Da Ape Sociale a Opzione Donna, passando per il calcolo della rendita con nuovi sistemi di calcolo che ne scoraggiano la richiesta anticipata. Insomma, di tutto un po’ a valere sulle misure già esistenti.
Come cambiano le pensioni anticipate: da Quota 103 a Quota 104
La pensione anticipata con 41 anni di contributi sarà prorogata di altri 12 mesi, fino alla fine del 2024, ma servirà un anno in più come requisito anagrafico. Cioè 63 anni e non più 62 come previsto fino al 31 dicembre 2023. Si parla in questo senso di Quota 104 che restringerà la platea dei lavoratori beneficiari. Anche le finestre di uscita dovrebbero allungarsi di tre mesi.
L’intervento dovrebbe riguardare anche la modalità di calcolo della pensione per scoraggiare ulteriormente i lavoratori a lasciare anzitempo il lavoro. Allo studio vi sarebbe una penalizzazione nel conteggio dei contributi versati prima del 1996 (sistema retributivo). Una discriminazione che ha già visto sollevare polemiche da parte dei sindacati. Ma di questo non vi è ancora nulla di certo e solo il Parlamento deciderà alla fine.
Mentre confermato dovrebbe essere il limite di pagamento della rendita fino a 5 volte il trattamento minimo Inps. Così come l’incentivo economico a restare al lavoro (ex bonus Maroni) sfruttando il bonus contributivo fino all’età della pensione ordinaria.
Ape Sociale e Opzione Donna
Le pensioni anticipate previste per Ape Sociale e Opzione Donna dovrebbero rimanere in vigore, ma in proposito confluiranno in un fondo speciale dedicato alle uscite flessibili per lavoratori disagiati.
Per quanto riguarda Ape Sociale, il requisito anagrafico dovrebbe salire di 5 mesi portandolo a 63 anni e 5 mesi. Invariati, invece, i requisiti contributivi richiesti che dovrebbero rimanere a 30 anni per caregiver, invalidi, licenziati e disoccupati. Mentre per i lavoratori gravosi i contributi richiesti sono 36 anni, a eccezione di edili e ceramisti a cui ne basteranno 32.
Per quanto riguarda Opzione Donna, anche in questo caso il requisito anagrafico dovrebbe salire di un altro anno, dopo quanto avvenuto nel 2023. Quindi uscita a 61 anni per dipendenti e autonome con almeno 35 anni di contributi versati.
In entrambi i casi sono previsti sconti per le lavoratrici con figli. Per Ape Sociale, fino a 2 anni a valere sul requisito contributivo in presenza di uno o più figli. Mentre per Opzione Donna fino a 2 anni a valere sul requisito anagrafico con le stesse caratteristiche.
Pensione e riscatto agevolato
In rampa di lancio anche il riscatto agevolato per i soli lavoratori contributivi. Cioè coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996. Secondo quanto indicato in bozza di manovra finanziaria, il riscatto dovrebbe coprire fino a 5 anni di vuoti contributivi ai fini pensionistici sulla falsariga di quanto avviene per il riscatto laurea.
I versamenti per riscattare i periodi non coperti da assicurazione IVS potranno essere effettuati a rate, fino a un massimo di 120, con importo minimo di 30 euro mensili. Necessaria sarà l’individuazione del periodo scoperto e l’autorizzazione Inps a colmare le settimane mancanti.
Riassumendo…
- Tutte le novità attese per le pensioni anticipate nel 2024
- Da Quota 103 a Quota 104 con penalizzazione
- Ape Sociale a 63 anni e 5 mesi dal prossimo anno
- Per Opzione Donna servirà un anno in più sulla carta di identità.