Arrivare alla soglia di età richiesta ma senza aver raggiunto i contributi necessari per la pensione. Una situazione comune a molti lavoratori. Nel sistema previdenziale italiano, escludendo le misure che hanno nel requisito contributivo l’unico da rispettare (pensioni anticipate e quota 41, ndr), tutte le altre hanno il doppio requisito. E se ne salta uno, la pensione non può essere presa. La nuova legge di Bilancio prevede una novità che richiama ad un vecchio provvedimento di qualche anno fa. parliamo della pace contributiva. Con questo strumento si possono recuperare come validi per la pensione, fino 5 anni di contributi.
“Salve, sono Roberto, lavoratore di 61 anni di età con più di 39 anni di contributi. Volevo capire come funziona la pace contributiva. Proprio oggi leggendo i giornali, ho notato che il governo nel 2024 permetterà ai lavoratori di recuperare 5 anni di contributi se ci sono periodi di vuoto. Io nella mia carriera ho diversi di questi periodi scoperti. Saranno circa 3 anni. Se li recupero posso andare in pensione nel 2024 con la pensione anticipata visto che bastano 42 anni e 10 mesi. Mi dite se ho capito bene la possibilità?
Pensioni 2024, torna la pace contributiva, ecco cos’è e come si recuperano 5 anni di contributi
Arrivare a 67 anni di età e realizzare che ci sono meno di 20 anni di contributi versati e quindi niente pensione di vecchiaia. Oppure trovarsi con meno di 42 anni e 10 mesi di contributi per le anticipate o con meno dei 35 anni di contributi per i lavori usuranti. Se viene meno il requisito contributivo, non c’è età che tenga perché l’INPS non erogherà mai la pensione anche se l’età è quella prevista. A meno che non si trovi il modo di aggiungere contributi. E le vie per fare questo nel 2024 per alcuni lavoratori diventeranno 2. Infatti o si resterà ancora a lavorare, posticipando la pensione a quando si raggiungerà il tetto contributivo previsto, oppure si passerà alla novità della pace contributiva.
Recuperare 5 anni di contributi con la pace contributiva
Coprire fino a 5 anni di contributi mancati tra il primo anno di versamento e l’ultimo anno. Questo è ciò che è la pace contributiva in senso stretto. La misura ieri ha fatto capolino nella legge di Bilancio. La bozza della manovra infatti, ha al suo articolo 27 la riproposizione della misura che ha funzionato per il triennio 2019-2021. Fu il decreto legge n° 4 del 2019, altrimenti detto “decretone” (che aveva al suo interno la quota 100 e il reddito di cittadinanza, ndr), a varare per la prima volta la pace contributiva. La bozza della manovra 2024 sottolinea testualmente che: “in via sperimentale, per il biennio 2024-2025, gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, e alla gestione separata se privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non già titolari di pensione, hanno facoltà di riscattare, in tutto o in parte, i periodi antecedenti alla data di entrata in vigore della presente legge compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo comunque accreditato.” Si tratta a tutti gli effetti della pace contributiva.
Nuova pace contributiva, ecco di cosa si tratta
La pace contributiva era e sarà uno strumento che consente ai lavoratori privi di contributi previdenziali nel regime retributivo, di riempire la propria carriera dei contributi utili alla pensione. Chi ha anche solo un contributi versato prima del 1996, anche se figurativo, è escluso questa facoltà. Il recupero deve riguardare i periodi di completa assenza di contributi. Quindi i periodi riscattabili sono quelli scoperti da contributi figurativi, da riscatto, volontari o da lavoro effettivo.
Come calcolare quanto pagare e che agevolazioni sono previste
In attesa che la misura diventi effettiva e che la legge di Bilancio da bozza diventi Legge dello Stato, possiamo anticipare che dovrebbero essere previste le stesse agevolazioni del passato. Infatti gli oneri del riscatto di questi periodi di vuoto contributivo, potranno essere scaricati nei modelli 730 o nei modelli Redditi PF. In 5 annualità di dichiarazione dei redditi, gli interessati potranno recuperare il 50% di quanto speso. E quindi in 5 rate annuali di pari importo sotto forma di detrazione d’imposta. Per quanto concerne la spesa da sostenere, l’onere sarà da calcolare in base ai dettami normativi del Decreto Legislativo n° 184 del 1997, ovvero sulle retribuzioni percepite nell’ultimo anno precedente l’operazione e sulla vigente aliquota contributiva. Va ricordato infine che i contributi così recuperati sarebbero utili sia per maturare il diritto ad una pensione, che per il calcolo della pensione stessa.