Pensioni 2025, ecco chi esce sicuramente l’anno prossimo e non deve preoccuparsi

Sulle pensioni 2025 c'è chi lascerà il lavoro sicuramente l'anno prossimo e non deve preoccuparsi per eventuali correttivi del governo.
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Pensioni 2025, ecco chi esce sicuramente l'anno prossimo e non deve preoccuparsi
Foto © Investireoggi

Negli ultimi mesi di lavoro, uno degli stati d’animo più diffusi tra i lavoratori in procinto di andare in pensione è la preoccupazione. Man mano che ci si avvicina alla fine della carriera, è facile che insorgano dubbi sulla possibilità effettiva di pensionamento, o sul fatto che eventuali cambiamenti normativi possano precludere questa possibilità. In questo periodo, in cui si discute tanto della possibile riforma delle pensioni per il 2025, la preoccupazione è ancora più accentuata.

Molti nostri lettori, sia lavoratori dipendenti che autonomi, che si preparano ad andare in pensione nel 2025 in base alle normative attuali, esprimono preoccupazione per eventuali cambiamenti dell’ultimo minuto.

La paura di trovarsi nella stessa situazione degli “esodati” della legge Fornero è palpabile. Tuttavia, è importante tranquillizzare coloro che vivono questo stato d’animo, poiché spesso la preoccupazione è infondata.

Pensioni 2025: ecco chi potrà andare in pensione e non deve preoccuparsi

Ad esempio, ci sono lettori che nel 2025 raggiungeranno i 42 anni e 10 mesi di contributi versati. In questo caso, è improbabile che il lavoratore si trovi impossibilitato a pensionarsi. Infatti, parliamo delle pensioni anticipate ordinarie, che si ottengono con questi requisiti contributivi e senza alcun limite di età da sempre. È poco logico pensare che il governo possa improvvisamente modificare i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria. Tuttavia, stando alle ultime indiscrezioni, non è del tutto garantito che non cambi nulla.

I requisiti dovrebbero essere confermati, mantenendo i 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne. Tuttavia, potrebbe cambiare la decorrenza della prestazione. Chi è preoccupato per questo aspetto ha ragione, poiché cresce la possibilità che il governo decida di allungare le finestre di decorrenza per la pensione anticipata, passando dagli attuali tre mesi a sette mesi.

Ciò non significa che il lavoratore che matura 42 anni e 10 mesi di contributi dovrà lavorare oltre questo periodo. Sarà lui a decidere se rimanere al lavoro durante la finestra (come accade già oggi con i tre mesi) o lasciare l’impiego una volta maturati i contributi, attendendo i sette mesi prima di ricevere il primo trattamento pensionistico.

Le pensioni di vecchiaia cambieranno nel 2025? Ecco le ultime indiscrezioni

Lo stesso discorso vale per chi, nel 2025, raggiunge i 67 anni di età e ha 20 anni di contributi versati. Anche questa misura ordinaria difficilmente verrà modificata, nonostante si parli di aumentare il requisito contributivo da 20 a 25 anni. Questa ipotesi nasce da una proposta del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), un gruppo di esperti che dovrebbe aiutare il governo a elaborare una riforma delle pensioni. Il CNEL ha proposto una forma di pensionamento flessibile, con la possibilità di ritirarsi tra i 64 e i 72 anni, prevedendo bonus per chi posticipa il pensionamento oltre i 67 anni e penalizzazioni per chi lo anticipa.

Il fatto che si faccia riferimento ai 67 anni suggerisce che, se questa misura dovesse essere introdotta, affiancherebbe la pensione di vecchiaia ordinaria, senza sostituirla. Pertanto, chi nel 2025 compirà 67 anni e avrà maturato i 20 anni di contributi, può stare tranquillo.

Anche la cristallizzazione del diritto dovrebbe tranquillizzare i preoccupati

Anche chi matura i requisiti per alcune misure di pensionamento già nel 2024 e decide di posticipare l’uscita al 2025 non deve preoccuparsi. La maggior parte delle misure di pensionamento previste dall’INPS prevede la cosiddetta “cristallizzazione del diritto”. Questo significa che chi matura i requisiti per la quota 103 nel 2024, ad esempio, ha garantito a vita il diritto di andare in pensione con questa misura, anche se la riforma dovesse eliminarla. Lo stesso discorso vale per Opzione donna.

Sebbene la preoccupazione sia comprensibile, soprattutto in Italia, dove la riforma Fornero e la vicenda degli esodati hanno dimostrato che nulla è certo, in molti casi la preoccupazione è eccessiva.

Il sistema previdenziale, infatti, offre numerose tutele.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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