Ormai appare chiaro che, anche se nel 2025 venisse varata la quota 41 per tutti, per le pensioni in Italia cambierebbe poco. Onestamente, parlare di riforma delle pensioni varando semplicemente una quota 41 per tutti appare piuttosto limitativo rispetto alle aspettative iniziali. Questo perché la misura tende sempre più a somigliare ad altre già in vigore, risultando potenzialmente poco appetibile. Alla luce di tutto ciò, e considerando che le novità previdenziali per il 2025 saranno poche, quali sono i lavoratori certi di andare in pensione?
È una domanda lecita, dato che in effetti non sono molti i lavoratori che sanno con certezza di poter lasciare il lavoro l’anno prossimo.
Pensioni 2025: ecco le date di nascita che sicuramente usciranno l’anno prossimo
Perché con una eventuale quota 41 per tutti non cambierebbe nulla? Perché la misura potrebbe avere molte somiglianze con la quota 103 e con l’attuale quota 41 per i precoci. In primo luogo, il calcolo contributivo della prestazione, tipico della quota 103, dovrebbe essere riproposto anche per la quota 41 per tutti. Inoltre, il requisito di un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età, caratteristico della quota 41 per i precoci, potrebbe essere mantenuto.
Parlare ancora di una quota 41 per tutti appare quindi un esercizio di fantasia, visto che non si applicherebbe a chi non ha iniziato a lavorare presto. Inoltre, il ricalcolo contributivo, che penalizza i pensionati, impone al lavoratore la difficile scelta tra andare in pensione anticipata con un assegno ridotto o continuare a lavorare fino a raggiungere i requisiti ordinari.
Le pensioni di vecchiaia nel 2025: ecco a che età e come funzionano
Nel 2025, potranno sicuramente andare in pensione coloro che compiono 67 anni. La pensione di vecchiaia ordinaria richiede infatti 67 anni di età e 20 anni di contributi. Per i contributivi puri c’è un ulteriore vincolo, ma spesso è facilmente superabile: la pensione non deve essere inferiore all’importo dell’assegno sociale.
Considerando un possibile aumento dell’assegno sociale nel 2025, per andare in pensione di vecchiaia a 67 anni, chi ha iniziato a versare i contributi solo dopo il 1995 dovrà avere una pensione di almeno 570 euro.
Pertanto, i nati nel 1958 hanno concrete possibilità di pensionamento nel 2025, esclusi coloro che non raggiungono l’importo minimo della pensione se sono contributivi puri, o che non hanno completato i 20 anni di carriera contributiva minima previsti per la pensione di vecchiaia. In questi casi, infatti, non è prevista la pensione di vecchiaia.
I contributivi puri: vantaggi e uscite anche per i nati nel 1954
Anche alcuni nati nel 1954 potrebbero finalmente andare in pensione nel 2025. Potrà sembrare strano, ma ci sono persone nate nel 1954 che non sono ancora andate in pensione. Questo è dovuto alle regole sulla pensione di vecchiaia citate in precedenza.
Infatti, chi in passato non ha potuto ottenere la pensione di vecchiaia perché privo di 20 anni di contributi o perché non raggiungeva l’importo minimo della prestazione, anche se ha 70 anni oggi, non è ancora in pensione. Tuttavia, nel 2025 si aprirà la possibilità di andare in pensione per coloro che, compiendo 71 anni, rientrano nella pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi.
Questa misura si applica solo ai contributivi puri, ovvero a chi ha iniziato a versare i contributi solo dopo il 1995. A 71 anni viene meno il vincolo dell’importo minimo della pensione, che fino al 2023 era molto più elevato rispetto a quello attuale. Infatti, era necessario avere un trattamento non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale per poter accedere alla pensione.
Pensioni 2025: ecco alcuni lavoratori certi di poter andare in pensione
Per il 2025, la pensione anticipata ordinaria continuerà a essere il canale che permetterà, indipendentemente dalla data di nascita, di andare in pensione raggiungendo i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi per le donne.
Attualmente, la pensione decorre 3 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti, ma in futuro potrebbero essere necessari 7 mesi di attesa, secondo ipotesi che stanno prendendo corpo in questi giorni. Tuttavia, si tratta ancora di ipotesi. Ritornando alle certezze attuali, le donne nate nel 1969 e gli uomini nati nel 1964 potranno ancora accedere alla pensione di vecchiaia con invalidità pensionabile.
Sarà sufficiente raggiungere la carriera minima di 20 anni di contributi e avere un’invalidità pensionabile dell’80%, specifica per il lavoro svolto. Non si tratta quindi di invalidità civile.
Tutti gli altri canali di pensionamento nel 2025
Per i nati nel 1961 che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1995, nel 2025 sarà possibile accedere alla pensione con 64 anni di età e 20 anni di contributi. Anche l’anno prossimo, ci sarà il vincolo dell’importo minimo della pensione, pari a 3 volte l’importo dell’assegno sociale, ma solo per uomini o donne senza figli.
Per le lavoratrici con figli, invece, la soglia si abbassa. A 2,8 volte l’assegno sociale per chi ha avuto un solo figlio, e a 2,6 volte per chi ha avuto più figli. Infine, alcuni nati nel 1963, se svolgono un lavoro usurante, notturno, sono addetti alla catena di montaggio o sono autisti di mezzi di trasporto pubblico, potrebbero avere diritto allo scivolo per lavori usuranti.
Questo si raggiunge a partire dai 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi, ma solo se viene completata anche la quota 97,6. Infine, senza limiti di età, potrebbero accedere alla pensione anche coloro che rientrano nella quota 41 per i precoci.
Questa misura dovrebbe rimanere attiva, anche se l’uso del condizionale è d’obbligo, visto che potrebbe cambiare con l’introduzione della quota 41 per tutti.
Tuttavia, non dovrebbe escludere coloro che nel 2025 completeranno i 41 anni di contributi. Inclusi quelli versati prima dei 19 anni di età, e che appartengono alle categorie di lavoratori gravosi, invalidi, caregiver o disoccupati.