Pensioni 2025: gli esclusi dalla rivalutazione

La rivalutazione pensioni 2025 esclude molti pensionati con assegni superiori al minimo, sollevando dubbi su equità e sostenibilità.
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La rivalutazione pensioni 2025 rappresenta un tema di grande rilevanza per il panorama previdenziale italiano, specialmente per i cittadini residenti all’estero. La Manovra economica 2025, attualmente al vaglio del Parlamento, introduce modifiche significative che potrebbero cambiare il quadro per molti pensionati italiani.

In particolare, l’articolo 27 del testo della finanziaria propone una misura eccezionale che sospende la rivalutazione automatica degli assegni pensionistici per una specifica categoria di beneficiari.

Esclusi dalla rivalutazione pensioni: decisione eccezionale per il 2025

Il provvedimento contenuto nella legge di bilancio 2025 stabilisce che, in via del tutto straordinaria per l’anno 2025, la rivalutazione delle pensioni non sarà applicata ai cittadini italiani che risiedono all’estero, a meno che non percepiscano trattamenti inferiori al minimo stabilito dall’INPS.

Questo significa che i pensionati con assegni complessivi superiori al minimo previdenziale perderanno l’adeguamento al costo della vita per l’anno in questione.

Questa scelta normativa si inserisce nel contesto di una manovra economica volta a contenere la spesa pubblica, ma avrà un impatto rilevante su una fetta importante della popolazione pensionistica italiana all’estero. Sebbene il testo della legge debba ancora superare l’iter legislativo, l’indicazione appare chiara e destinata a essere confermata nella versione definitiva del documento.

Esclusioni e numeri coinvolti

L’unica eccezione prevista dalla norma riguarda quei pensionati che percepiscono trattamenti complessivi inferiori al minimo INPS. Questa soglia, che funge da parametro per stabilire il diritto alla rivalutazione, è cruciale per distinguere chi sarà effettivamente colpito dalla misura.

Secondo le stime più recenti, alla fine del 2023 il numero totale di pensionati italiani residenti all’estero ammontava a 353.514 individui. La maggior parte di questi beneficia di assegni minimi, spesso integrati da altre pensioni percepite nel paese di residenza. Tuttavia, una quota significativa, pari a 60.746 pensionati, riceve importi superiori al minimo INPS. Per questi ultimi, la sospensione della rivalutazione comporterà una mancata adeguamento all’inflazione, con potenziali ripercussioni sul loro potere d’acquisto.

Il contesto dei pensionati italiani all’estero

Il fenomeno dei pensionati italiani residenti fuori dai confini nazionali è strettamente legato alla storia migratoria del Paese. Molti di loro hanno trascorso una parte significativa della vita lavorativa all’estero, maturando diritti pensionistici sia in Italia che nel paese di accoglienza. Questo intreccio di trattamenti previdenziali spiega perché numerosi pensionati percepiscano importi complessivamente modesti dall’Italia, integrati però da una seconda pensione erogata dallo Stato estero.

Nonostante il profilo medio di questi pensionati li collochi in una fascia di reddito relativamente contenuta, la decisione di sospendere la rivalutazione per chi supera il trattamento minimo potrebbe essere percepita come una penalizzazione nei confronti di coloro che hanno contribuito al sistema previdenziale italiano pur vivendo all’estero.

Implicazioni della mancata rivalutazione pensioni 2025

La rivalutazione automatica delle pensioni è uno strumento fondamentale per garantire il potere d’acquisto dei pensionati, in particolare in un contesto economico caratterizzato da inflazione crescente. La sospensione di questo meccanismo per una parte dei pensionati all’estero rischia di generare disuguaglianze tra chi risiede in Italia e chi vive oltreconfine.

Un’ulteriore considerazione riguarda le differenze nel costo della vita tra i vari paesi. Per esempio, un pensionato residente in un paese con un costo della vita elevato potrebbe subire un impatto maggiore rispetto a chi vive in un’area più economica, anche se entrambi percepiscono un assegno simile. Questo rende la misura oggetto di dibattito, sia in termini di equità che di opportunità.

Un precedente preoccupante

La rivalutazione pensioni 2025 solleva interrogativi sul futuro delle politiche previdenziali italiane per i residenti all’estero. La misura eccezionale, per ora limitata a un singolo anno, potrebbe rappresentare un precedente per decisioni simili in futuro, soprattutto in caso di difficoltà economiche prolungate.

Sebbene la sospensione della rivalutazione possa generare un risparmio per le casse pubbliche, è necessario considerare anche l’impatto sociale della misura. Molti pensionati all’estero potrebbero percepire questa scelta come una discriminazione rispetto ai loro connazionali che risiedono in Italia, alimentando un senso di marginalizzazione.

Riassumendo

  • Rivalutazione pensioni 2025: esclusa per pensionati all’estero con assegni sopra il minimo INPS.
  • Eccezione prevista: rivalutazione concessa solo per chi percepisce trattamenti inferiori al minimo INPS.
  • Cittadini coinvolti: 60.746 pensionati all’estero perderanno l’adeguamento, su 353.514 totali.
  • Motivazione economica: misura straordinaria per contenere la spesa pubblica nel 2025.
  • Criticità sociale: rischio disuguaglianze tra residenti in Italia e all’estero.
  • Prospettive future: potenziale precedente per scelte simili nelle prossime manovre economiche.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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