E se ci aspettasse una nuova Fornero con effetti già sulle pensioni 2025?
Non si tratta di una provocazione. Infatti, nel piano strutturale di bilancio che l’Italia invierà all’Europa, si parla espressamente di allungamento della vita lavorativa per la sostenibilità del sistema previdenziale.
Si tratta di impegni dichiarati verso l’Europa che potrebbero inasprire ulteriormente i requisiti anagrafici e contributivi per andare in pensione.
Prima di entrare nello specifico della questione vediamo prima cos’è il piano strutturale di bilancio e perché ci può dire molto su quelli che saranno i prossimi interventi sulle pensioni 2025.
Cos’è il piano strutturale di bilancio di medio termine?
Il Piano strutturale di bilancio di medio termine è un documento che è richiesto dalle nuove regole europee di riforma della governance.
Queste richiedono che la programmazione economica e di bilancio sia definita attraverso l’elaborazione di un Piano strutturale di bilancio (PSB) di medio termine di durata quinquennale.
Il monitoraggio del rispetto degli impegni presi nel PSB deve avvenire attraverso una Relazione sui progressi compiuti, a cadenza annuale.
Dunque si tratta di veri e propri impegni ossia interventi dichiarati all’UE con i quali i singoli paesi membri mettono in atto i propri obiettivi di politica-economica.
Il Piano strutturale di bilancio è stato definitamente approvato dal Consiglio dei ministri, dopo un primo passaggio il 17 settembre 2024, il 27 settembre 2024.
Si tratta del primo Piano strutturale.
Come si legge nel documento in parola la nuova disciplina di bilancio europea si focalizza sulla sostenibilità del debito seguendo la cosiddetta Debt Sustainability Analysis (DSA) stabilita in sede
UE. Gli Stati membri con deficit eccessivi o elevato debito pubblico devono adottare tutte le misure necessarie per raggiungere una riduzione del debito pubblico.
Nel documento in parola il Governo rivede al ribasso la stima di quest’anno del deficit in termini di PIL dal 4,3 percento indicata nel Documento di Economia e Finanza (DEF) di aprile al 3,8 per cento.
Pensioni 2025: in arrivo una nuova Fornero?
Chiaro che la riduzione del debito pubblico comporta una sorta di spending review; dunque una più efficiente programmazione della spesa pubblica.
Il Piano strutturale di bilancio contiene degli obiettivi di intervento anche sulle pensioni. A oggi, lo dicono i numeri il nostro sistema previdenziale non è sostenibile.
Anche l’INPS ha evidenziato come l’Italia sia la nazione UE che spende di più per le pensioni. Se l’andamento rimane questo ci sarà chi pagherà per andare in pensione. Pagherà in termini di requisiti anagrafici e contributivi più restrittivi.
La necessità di un cambio di rotta viene messa nero su bianco dal Governo Meloni nel Piano strutturale:
L’allungamento della vita lavorativa costituisce una necessità, condivisa da quasi tutti i Paesi avanzati, per la sostenibilità dei sistemi previdenziali. Sono allo studio del Governo incentivi alla permanenza nel mercato del lavoro. Al fine di assicurare una partecipazione attiva al mercato del lavoro, in linea con le tendenze demografiche, il Governo si impegna a introdurre modifiche sui criteri di accesso al pensionamento. Inoltre, si prevede di rivedere e superare l’obbligatorietà di ingresso in quiescenza dei dipendenti pubblici definendo soluzioni che consentano un allungamento della vita lavorativa, permettendo alla PA di trattenere le risorse ad elevato know-how e di conseguire un efficace passaggio di consegne.
Nei fatti, potrebbe aspettarci una nuova legge Fornero.
Dunque le prospettive sono quelle di:
- una vita lavorativa più lunga;
- requisiti anagrafici e contributivi per la pensione più stringenti.
A oggi, la pensione di vecchiaia richiede una verifica non solo di un requisito anagrafico ma anche di uno contributivo: è necessario avere almeno 67 anni e aver versato contributi per almeno 20 anni.
Dunque nel medio termine il Governo potrebbe intervenire rivedendo verso l’alto i requisiti richiesti per andare in pensione.
Riassumendo…
- Nel piano strutturale di bilancio si parla espressamente di allungamento della vita lavorativa;
- il Governo si impegna a introdurre modifiche sui criteri di accesso al pensionamento;
- sono allo studio del Governo incentivi alla permanenza nel mercato del lavoro sulla scia del bonus Maroni.
Già e’ un supplizio inutile spostare l’eta’ Contributiva a 42 anni e 10 mesi con incremento di 3 mesi per ogni anno successivo; ma qui si víola ad oltranza il Diritto Acquisito (35 anni di partenza) dei Lavoratori, specialmente di quelli che Lavorano in Fabbrica (metalmeccanici e contigui) Personalmente credo che Quota 41 sia per uomini che per donne, senza limiti di età, sia più che sufficiente per meritarsi una Pensione. Se a Bruxelles vogliono tenere la Gente sul posto di lavoro oltre un ragionevole periodo, che taglino le spese inutili agli Armamenti favorendo l’uscita dal Mondo del Lavoro a chi ha supportato il Paese Economicamente fino ad ora,favorendo l’ingresso nel mondo del Lavoro ai Giovani.
Tenendo presente che più si allunga il Periodo Contributivo, più si avranno Lavoratori da Pensionare alla scadenza dei Superati limiti di età.
Ottima riflessione, poi ci dovrebbero spiegare perché tutti i dipendenti delle forze dell’ordine, a 60 anni li mandano in pensione, non perché io ho qualcosa contro, ma facciamo che la legge sia uguale per tutti….