Pensioni 2025, incentivi per restare: ipotesi estensione bonus Maroni

Le pensioni 2025 restano al centro del dibattito politico: il governo valuta l'estensione e rimodulazione del Bonus Maroni
1 mese fa
2 minuti di lettura
pensione
Foto © Licenza Creative Commons

Il tema delle pensioni rimane centrale nel panorama politico italiano, soprattutto in vista della prossima Legge di Bilancio per il 2025. Le discussioni su possibili riforme continuano a tenere banco, e le anticipazioni sulle mosse dell’esecutivo si moltiplicano.

Tuttavia, bisognerà attendere la definizione delle risorse economiche disponibili per comprendere con precisione quali saranno le misure effettivamente introdotte nella Manovra.

Tra le varie proposte al vaglio del governo si segnala la possibilità di interrompere il pensionamento d’ufficio per i dipendenti pubblici che abbiano superato i 65 anni, dando loro la possibilità di rimanere in servizio oltre il limite attualmente previsto.

Questo punto si inserisce in un più ampio quadro di revisione delle politiche pensionistiche, che mira a garantire maggiore flessibilità a chi si avvicina alla fine della carriera lavorativa.

Un altro aspetto chiave del dibattito riguarda la proroga di alcune misure esistenti come Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, che potrebbero essere confermate anche per il prossimo anno. Queste opzioni hanno finora rappresentato strumenti fondamentali per agevolare l’uscita anticipata dal mercato del lavoro in situazioni specifiche, ma la loro sorte dipenderà dal bilancio complessivo delle risorse a disposizione.

Pensioni 2025: si penda a rimodulare il Bonus Maroni

Una delle questioni più rilevanti su cui il governo Meloni sta lavorando, in vista delle pensioni 2025, riguarda la rimodulazione del cosiddetto Bonus Maroni. L’incentivo pensato per incoraggiare i lavoratori prossimi alla pensione Quota 103 a continuare a prestare servizio, nonostante abbiano già maturato i requisiti.

Attualmente, coloro che scelgono di NON aderire a Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi) possono optare per ricevere in busta paga la quota di contributi del 9,19% che normalmente verrebbe destinata alla previdenza.

Tuttavia, il numero di lavoratori che ha deciso di sfruttare questa possibilità è ancora esiguo, segno che l’incentivo non è sufficientemente attrattivo nelle condizioni attuali. Per questo motivo, il governo sta valutando diverse ipotesi per rendere il Bonus Maroni più appetibile.

Una delle soluzioni allo studio prevede un’esenzione fiscale sui contributi a carico del lavoratore, riducendo così il peso delle imposte sul reddito e rendendo l’opzione economicamente più vantaggiosa. Se il bonus Maroni resterà, anche se con caratteristiche diverse, significa che sarà prorogata anche Quota 103 nel sistema pensioni 2025.

Ipotesi di esenzione fiscale

Sempre in vista delle pensioni 2025, e nell’ottica di dare incentivi per ritardare il pensionamento, si fa largo un’altra proposta che si sta considerando sarebbe quella di permettere a chi decide di continuare a lavorare dopo aver maturato i requisiti pensionistici di mantenere la pensione piena, computando i contributi aggiuntivi come “contribuzione figurativa”.

Questo significherebbe che il lavoratore riceverebbe l’intero importo della pensione spettante e vedrebbe comunque riconosciuti i contributi versati durante il prolungamento dell’attività lavorativa.

Si pensa anche alla possibilità dell’esenzione fiscale (totale o parziale) per coloro che, nonostante i requisiti pensionistici, decidono di continuare a lavorare.

Pensioni 2025: bonus Maroni anche sulla pensione anticipata ordinaria?

Un’altra idea allo studio, per le pensioni 2025, prevederebbe l’estensione della misura anche ai lavoratori che abbiano raggiunto 42 anni e 10 mesi di contributi, ovvero quelli che hanno già maturato i requisiti per la pensione anticipata ordinaria. In questo caso, i lavoratori potrebbero ricevere i benefici previsti dal Bonus Maroni, mantenendo la pensione piena e accedendo agli incentivi fiscali, qualora decidessero di prolungare ulteriormente la loro permanenza nel mondo del lavoro.

Questa possibile modifica è stata proposta per incoraggiare una maggiore permanenza dei lavoratori esperti, favorendo così un maggiore equilibrio tra giovani e senior in ambito professionale. Consentire una flessibilità più ampia sull’età pensionabile potrebbe, infatti, avere effetti positivi anche sul ricambio generazionale, senza compromettere la stabilità dei conti pubblici.

Riassumendo

  • Riforma pensioni 2025: Discussioni su nuove misure e conferme nella prossima Legge di Bilancio.
  • Proposta per la fine del pensionamento obbligatorio a 65 anni per dipendenti pubblici.
  • Bonus Maroni: Possibile rimodulazione per incentivare i lavoratori a proseguire l’attività oltre i requisiti.
  • Esenzione fiscale: Ipotesi di agevolazioni sui contributi e riduzione della tassazione per i pensionandi.
  • Estensione ai contributivi: Benefici estesi anche ai lavoratori con 42 anni e 10 mesi di contributi.
  • Proroga misure: Possibile conferma di Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale per il 2025.
  • Riforma generale: L’obiettivo è maggiore flessibilità e sostenibilità del sistema previdenziale italiano.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Accise sul diesel in rialzo?
Articolo precedente

Le accise sul diesel aumenteranno? C’è una soluzione ovvia per evitarlo

bonus 100 euro
Articolo seguente

Bonus Natale 100 euro: perché le coppie di fatto sono escluse