Pensioni 2025, Quota 41 costa troppo: spunta il taglio del 15%

Quota 41 nel 2025 costa troppo e per questo si ipotizza un possibile taglio del 15%. Ecco cosa potrebbe decidere il governo!
7 mesi fa
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Quota 41
Foto © Pixabay

Quota 41 costa troppo e per questo potrebbe essere applicato un taglio pari al 15%. Come canta Francesco Renga con il brano Il mio giorno più bello nel mondo: “Senza avere la certezza di aver dato tutto, prima di mollare, di tagliare corto, di imboccare quella strada senza più un rimorso”.

Tanti sono gli ostacoli in cui tutti quanti rischiamo di imbatterci nel corso della vita. In tali circostanze non bisogna mollare e farsi sopraffare dalle difficoltà, bensì si deve cercare di trovare una soluzione.

Un modo di affrontare le problematiche che ben si adatta agli ambiti più disparati, compreso amministrare un Paese. Ogni governo, d’altronde, ha l’importante compito di mettere in campo delle misure volte a rispondere alle esigenze dei cittadini. Lo sa bene l’esecutivo Meloni che fin dal suo insediamento è al lavoro per attuare la tanto attesa riforma delle pensioni e cercare così di allontanare lo spettro della Legge Fornero.

Pensioni 2025, Quota 41 costa troppo: spunta il taglio del 15%

Per accedere al trattamento pensionistico bisogna possedere determinati requisiti contributivi e anagrafici. Proprio quest’ultimi sono stati oggetto nel corso degli anni di vari cambiamenti. Se tutto questo non bastasse dovrebbero essere introdotte delle ulteriori novità anche per il 2025. In particolare si fa sempre più largo l’ipotesi di quota 41 per tutti, una misura che viene considerata il cavallo di battaglia della Lega che ormai da un po’ di tempo a questa parte propone la relativa attuazione.

In questo modo tutti i lavoratori potrebbero andare in pensione una volta maturati 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Una novità indubbiamente importante, che finirebbe per avere un impatto non indifferente sulle casse statali. Si stima, infatti, che Quota 41 costerebbe ben 4 miliardi di euro soltanto nel 2025 e 9 miliardi di euro a regime. Importi indubbiamente molto alti che potrebbe disincentivare la relativa approvazione.

Non si esclude comunque la possibilità che si opti per un compromesso che potrebbe rendere Quota 41 fattibile dal punto di vista finanziario. A tal fine si potrebbe decidere di optare per un sistema interamente contributivo. In pratica l’assegno pensionistico sarebbe determinato tenendo conto dei contributi versati, anziché degli ultimi stipendi così come avviene con il sistema retributivo. In tal caso, però, l’assegno risulterebbe notevolmente più basso, tanto da stimare una possibile riduzione dell’assegno pari al 15%.

I dati del DEF e le possibili mosse dell’esecutivo

Se Quota 41 dovesse essere effettivamente approvata, pertanto, tutti quanti potrebbero andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dal requisito anagrafico. Al momento comunque, ribadiamo, sono solo supposizioni. Lo stesso Ministero dell’Economia, d’altronde, continua a mantenere un profilo prudente. Come si evince dal Documento di Economia e Finanza del 2024:

“La spesa per prestazioni sociali in denaro è attesa aumentare del 5,3 per cento nel 2024 e del 2,5 per cento in media all’anno nel triennio 2025-2027, con un aumento della spesa per pensioni del 5,8 per cento nel 2024 e del 2,9 per cento in media nel successivo triennio. A fronte di tale andamento, la spesa per prestazioni sociali in denaro in rapporto al PIL si collocherebbe su un valore medio del 20,4 per cento nell’intero orizzonte previsivo”.

I numeri previdenziali, quindi, concedono pochi margini ad un’imminente riforma delle pensioni. Per questo motivo il governo potrebbe decidere di prorogare Quota 103 anche al 2025. Attendiamo comunque le prossime mosse del governo per capire quali requisiti saranno richiesti per andare in pensione il prossimo anno e se Quota 41 continuerà ancora ad essere un miraggio oppure diventerà una concreta realtà.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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