Tra misure che spariscono o peggiorano nei requisiti, come cambieranno le pensioni a partire dal 2025? Come canta Diodato con il brano Essere Semplice: “Sono cose che succedono, così improvvisamente. Che tutto quello che ora ti circonda, cambia in un istante. E tutto ciò a cui non hai più pensato, quello che hai fatto agli altri e che hai dimenticato, ogni momento, ogni occasione che hai sprecato”.
Nel corso della vita può capitare a tutti di sprecare delle occasioni. Questo in genere accade per via di alcune insicurezze personali che portano ad aver paura di mettersi in gioco.
Riforma delle pensioni: ancora niente da fare per Quota 41 per tutti?
L’accesso al trattamento pensionistico è consentito solo a coloro che abbiano maturato determinati requisiti anagrafici e contributivi. Proprio quest’ultimi sono stati oggetto nel corso degli anni di continui cambiamenti. Se tutto questo non bastasse, sembra che anche per il 2025 il governo intenda introdurre delle novità. Fin dal suo insediamento, in effetti, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha manifestato la volontà di riformare il sistema pensionistico e mettere così in campo delle nuove misure grazie alle quali poter allontanare lo spettro della Legge Fornero.
Un compito indubbiamente importante, che purtroppo non sembra essere di facile attuazione. Come sovente accade quando si tratta di beni e servizi pubblici, d’altronde, bisogna fare i conti con le limitate risorse disponibili nelle casse dello Stato. Proprio tenendo conto di quest’ultime, pertanto, il governo potrebbe decidere ancora una volta di rinviare l’entrate in vigore di quota 41 per tutti.
Considerata il cavallo di battaglia della Lega, grazie a tale misura si potrebbe andare in pensione a prescindere dall’età. Il tutto a patto di aver maturato almeno 41 anni di contributi. Una soluzione che fa indubbiamente gola a molti lavoratori, ma che peserebbe troppo sulle finanze pubbliche. Entrando nei dettagli si stima che Quota 41 costerebbe 4 miliardi di euro solo nel 2025 e ben 9 miliardi di euro a regime.
Pensioni 2025: tre misure che spariscono o peggiorano nei requisiti
Gli ultimi numeri previdenziali sembrano concedere poco spazio all’approvazione imminente di una riforma. Come si evince dal Documento di Economia e Finanza del 2024, infatti, si stima:
“un aumento della spesa per pensioni del 5,8 per cento nel 2024 e del 2,9 per cento in media nel successivo triennio”.
Al fine di ovviare alle problematiche di bilancio, pertanto, l’esecutivo potrebbe decidere di confermare anche per il 2025 Opzione donna, Ape sociale e Quota 103. Il timore, però, è che vengano attuati dei ritocchi che possano risultare penalizzanti. Nel caso in cui, invece, queste tre misure dovessero sparire, l’alternativa potrebbe essere rappresentata dal possibile passaggio da quota 103 a quota 104. In quest’ultimo caso i lavoratori dovrebbero attendere un anno in più per poter uscire dal mondo del lavoro.
Una prospettiva non di certo entusiasmante, che va a cozzare con l’obiettivo di introdurre delle misure volte a semplificare l’accesso alle pensioni. Al momento comunque, si sottolinea, sono solo delle ipotesi. Si resta in attesa delle prossime mosse e comunicazioni del governo per capire quali requisiti verranno richiesti per andare in pensione nel 2025 e se quest’ultimi saranno migliori o peggiori di quelli attuali.