Altro che potere assoluto allo Stato, altro che Leviatano di Hobbes. Qui lo Stato si sta sempre più defilando, lasciando il tutto in mano a un’economia privatizzata. Addirittura si parla di previdenza in questi termini, con le pensioni 2025 che potrebbero quindi subire un vero e propri scossone in tal senso. Funzionerà? Gli scettici, o se preferite gli hobbesiani, poco ci credono. Se lo Stato perde la sua presa, allora rischia di diventare addirittura superfluo, un semplice spauracchio che può essere poi aggirato in qualsiasi momento.
Il rischio di una previdenza privata
È la Lega a spingere di più su questo fronte, o se preferite una previdenza complementare, dove si parla di inserire una destinazione obbligatoria nel Tfr, ossia devolvere appunto il 25% a questa previdenza complementare. Ci torneremo più avanti su questo punto, procediamo per ordine. Il cavallo di battaglia della destra si fa avanti anche per il 2025, ossia il sistema a quote e l’aumento delle pensioni minime. Per il prossimo anno tale sistema è stato ribattezzato “Quota 41 light”. Ad ogni buon conto, una riforma del sistema pensionistico è stata annunciata da tempo ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Il 31 dicembre scadranno le misure Ape sociale, Opzione donna, Quota 103 e aumento delle pensioni minime, ciò significa che in mancanza di ulteriori proroghe si preannuncia un ritorno alla Legge Fornero. Per quanto riguarda la riforma, il motivo è semplice, tra non molto c’è il rischio che ci siano già pensionati che lavoratori che pagano i contributi. La diminuzione delle nascite sta infatti spaventando non poco, e la stessa Meloni è più volte intervenuta sulla questione. Insomma, il sistema pensionistico non può reggere per molti decenni ancora e urge un cambiamento adesso.
Pensioni 2025, cosa cambia?
Stop alle uscite anticipate, il Governo sta pensando a degli incentivi per coloro che rinunciano alla pensione anticipata e continuano a lavorare. Spunta nuovamente il bonus Maroni del 2023, ossia un aumento del +9,19% in busta paga per chi rinuncia allo scivolo pensionistico. C’è però anche un’altra possibile ipotesi per agevolare i lavoratori a rimanere a lavoro, ossia un aumento dei contributi percepiti, così da godere poi di una pensione più alta quando sarà il momento. Naturalmente, si tratta di mezzi che potranno scalfire non poco l’idea di chi ha ormai fatto la bocca con la sua pensione in arrivo. Certo, se si tratterà di un obbligo, allora ci sarà poco da fare, ma se sarà una scelta facoltativa del lavoratore, immaginiamo che saranno davvero in pochi coloro i quali continueranno ad alzarsi la mattina per andare al lavoro invece di starsene finalmente a riposo e godersi la pensione.
Tra le altre soluzioni proposte c’è il no all’indicizzazione all’inflazione, altro pezzo importante di questa Manovra, che in totale dovrebbe costare sui 25 miliardi di euro. Spaventano poi le nuove Quota 103 e 104 light, in particolare con il riferimento al cosiddetto termine “leggero” che secondo i detrattori indicherebbe una trappola operata da Salvini per tagliare le pensioni. C’è chi stima un taglio che va addirittura dal 15 al 20%. Come dicevamo, l’elemento più chiacchierato e forse rivoluzionario, voluto sempre dalla Lega, è invece quello relativo alla previdenza privata, o se preferite complementare. Già pronto il testo per rendere obbligatorio il 25% del Tfr alla previdenza integrativa.
La Lega punta a offrire maggior sicurezza soprattutto ai giovani, ma ovviamente non mancano le critiche dell’opposizione, ravvisando in tale mossa l’inizio della privatizzazione anche del sistema pensionistico. Che la privatizzazione sia un grosso problema, soprattutto quando non è regolata dallo Stato (vedi cosa sta accadendo con i prezzi delle bollette nel mercato libero), è cosa nota, ma al momento non è chiaro quanto realmente la destra voglia spingersi in questa direzione.
Riassumendo…
- le pensioni 2025 verso una svolta, si va alla riforma del sistema, quello attuale non regge più;
- incentivi per chi evita lo scivolo pensionistico e rimane a lavoro;
- fa discutere l’obbligo del 25% del Tfr nella previdenza complementare, l’inizio della privatizzazione delle pensioni?