Pensioni 2026, fino a 60 euro in più al mese: aumenti, fasce, simulazioni e importi aggiornati

Nel 2026 le pensioni potrebbero crescere grazie alla rivalutazione legata all’inflazione e alle nuove previsioni economiche del governo
1 settimana fa
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Con l’approvazione del nuovo Documento di finanza pubblica (Dfp), recentemente varato dal Consiglio dei ministri, prende forma il quadro delle pensioni 2026. La prospettiva, delineata nel documento pubblicato il 9 aprile, lascia intravedere un possibile incremento degli importi previdenziali a partire dal prossimo anno, spinto dal consueto adeguamento legato all’andamento dei prezzi al consumo.

Il sistema previdenziale italiano prevede un adeguamento annuale degli importi pensionistici in base all’inflazione registrata nell’anno precedente. Questo meccanismo, noto come perequazione, ha l’obiettivo di mantenere invariato il potere d’acquisto dei pensionati, aggiornando gli assegni in funzione del costo della vita.

Le pensioni 2026 e l’inflazione

L’Istat, l’ente che monitora i dati statistici ufficiali in Italia, è responsabile della certificazione del tasso d’inflazione che funge da base per il calcolo dell’incremento.

Per il 2026, le prime stime prevedono un adeguamento intorno allo 0,8%, ma gli scenari più favorevoli ipotizzano un aumento fino all’1,8%, se l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) dovesse assestarsi sul 2,1% entro la fine del 2025.

L’inflazione, trainata principalmente dall’energia (che ha segnato un aumento del 3,2% su base annua a marzo), è destinata a incidere in modo significativo sull’ammontare delle pensioni 2026. Tuttavia, l’impatto non sarà uguale per tutti: l’incremento sarà proporzionato al livello dell’assegno percepito, secondo i criteri stabiliti dalla legge n. 448 del 1998.

Tre fasce di rivalutazione

La perequazione delle pensioni 2026 avverrà su tre livelli, con percentuali differenziate a seconda dell’importo mensile lordo:

  • 100% dell’inflazione per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo (circa 2.400 euro lordi mensili);
  • 90% dell’inflazione per la parte compresa tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.400 e 3.000 euro);
  • 75% dell’inflazione per gli importi superiori a 5 volte il minimo (oltre 3.000 euro).

Questa struttura mira a tutelare in misura maggiore le pensioni più basse, garantendo aumenti pieni a chi è maggiormente esposto all’erosione del potere d’acquisto.

Simulazioni di incremento: quanto cresceranno le pensioni 2026?

Per rendere più tangibili gli effetti della rivalutazione, si possono ipotizzare diverse simulazioni, tenendo conto sia dell’adeguamento minimo allo 0,8% sia delle proiezioni più ottimistiche che si attestano all’1,8%.

Con un’inflazione allo 0,8%

Un assegno mensile lordo di 1.100 euro subirebbe un incremento di 8,80 euro.

  • Una pensione da 2.200 euro (quindi sotto la soglia delle quattro volte il minimo) beneficerebbe di un aumento completo di 17,60 euro.
  • Per un assegno di 3.200 euro, si entrerebbe nella fascia del 90%, con un incremento stimato di circa 23,04 euro.
  • Le pensioni di 4.500 euro ridono rientrerebbero nella categoria con rivalutazione al 75%, che si tradurrebbe in 27 euro di aumento mensile.

Con un’inflazione all’1,8%

Se l’indice Ipca raggiungesse il 2,1% come stimato da alcune proiezioni ottimistiche, la rivalutazione potrebbe salire all’1,8%, dando origine a benefici più consistenti:

  • Un assegno di 1.100 euro aumenterebbe di 19,80 euro.
  • Una pensione da 2.200 euro riceverebbe 39,60 euro in più al mese.
  • Per chi percepisce 3.200 euro, l’incremento sarebbe di circa 51,84 euro.
  • Le pensioni da 4.500 euro, con rivalutazione parziale al 75%, vedrebbero un adeguamento pari a 60,75 euro.

Oltre le pensioni ordinarie: cosa succede agli assegni assistenziali

Il rialzo non coinvolgerà solo le pensioni ordinarie. Anche le prestazioni assistenziali come l’assegno sociale e la pensione di invalidità civile saranno oggetto di aggiornamenti. Le prime previsioni indicano che:

  • L’assegno sociale, attualmente a 538,20 euro mensili, potrebbe salire a 545,50 euro con un adeguamento dello 0,8%, e fino a 547,60 euro con un’inflazione dell’1,8%.
  • La pensione di invalidità civile, ora pari a 335,00 euro, potrebbe raggiungere i 337,68 euro nella previsione più prudente, e 341,03 euro in quella più favorevole.

In parallelo, si ipotizza un intervento straordinario sulle pensioni minime, con un aumento tra il 2,2% e il 2,7%, che porterebbe gli importi mensili a posizionarsi tra 620,30 e 624,00 euro, a seconda degli scenari economici considerati.

Prospettive future e incertezze

L’adeguamento delle pensioni 2026 rappresenta un punto cruciale nella gestione della spesa pubblica e nella tutela delle fasce più deboli della popolazione. Tuttavia, nonostante le simulazioni già diffuse, resta fondamentale attendere i dati definitivi dell’Istat per valutare l’andamento reale dell’inflazione e comprendere con precisione l’entità degli aumenti.

Inoltre, non si esclude che possano essere introdotte modifiche normative nei prossimi mesi che incidano sui criteri di perequazione. Il dibattito politico resta aperto, soprattutto per quanto riguarda la sostenibilità dei conti pubblici e la possibilità di interventi mirati per alzare le pensioni minime, ormai da tempo oggetto di attenzione trasversale.

Riassumendo

  • Le pensioni 2026 aumenteranno grazie alla rivalutazione basata sull’inflazione.
  • La perequazione adegua gli assegni previdenziali al costo della vita.
  • Previsti tre livelli di rivalutazione in base all’importo della pensione.
  • Aumenti stimati tra lo 0,8% e l’1,8% secondo le previsioni.
  • Anche assegno sociale e pensione d’invalidità subiranno incrementi.
  • Possibili modifiche normative future influenzeranno la rivalutazione.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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