Pensioni: ecco le 3 nuove misure della legge di Bilancio per donne, nati fino al 1962 e soggetti in difficoltà

Legge di Bilancio per il capitolo previdenziale: cosa bolle in pentola per il pacchetto pensioni nella nuova manovra finanziaria.
1 anno fa
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Nulla da fare, la riforma delle pensioni non ci sarà nel pacchetto pensioni della Legge di Bilancio. Tutto resterà ancorato alle normative pensionistiche della legge Fornero, con le pensioni ordinarie con gli stessi requisiti di oggi. Resteranno in vigore altri scivoli, come quello per gli usuranti, la pensione con invalidità pensionabile all’80% e la pensione anticipata contributiva. Disco verde per la quota 41 precoci nel 2024, ma poi? Cosa ci sarà nel classico pacchetto pensioni della legge di Bilancio?

Una domanda che molti nostri lettori ci pongono ed a cui, anche senza l’ufficialità del Governo, ci sentiamo di dare una risposta certa almeno al 90%.

Oggi infatti possiamo confermare a chi ci chiede di Opzione donna, dell’Ape sociale e di Quota 103, che nel 2024 le misure saranno valide come oggi, anche se con alcuni necessari chiarimenti da dare, soprattutto per lo scivolo del regime agevolato contributivo per le lavoratrici.

Pensioni: ecco le 3 nuove misure della legge di Bilancio per donne, nati fino al 1962 e soggetti in difficoltà

Posso andare in pensione con la Quota 103 nel 2024? La domanda è comune a molti. Soprattutto a chi compie nel 2024 i 62 anni di età. Se la misura verrà confermata nella Legge di Bilancio, i nati nel 1962 potranno sfruttarla se raggiungono anche i 41 anni di contributi versati. La misura scade il 31 dicembre 2023 e quindi la proroga è necessaria. Al momento non è certa, ma appare probabile. Perché se non si potranno varare le varie quota 41 per tutti e quota 96, se non ci sarà spazio per le pensioni flessibili e per la riforma che tutti vorrebbero, allora ecco che la soluzione proroga quota 103 è plausibile.

Ape sociale 2024? Ci siamo, proroga in arrivo

L’Ape sociale nacque nel 2017 e dopo la sperimentazione, si è andati avanti rinnovo dopo rinnovo fino al 31 dicembre 2023. Che è la data di scadenza anche dell’Anticipo pensionistico sociale oltre che di Quota 103.

La misura dovrebbe essere confermata interamente come è oggi, quindi appannaggio di:

  • lavori gravosi per 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7 anni;
  • invalidi almeno al 74%;
  • caregivers che assiste da 6 mesi almeno, un familiare disabile grave con cui convive sempre da 6 mesi;
  • disoccupati che hanno terminato di percepire le indennità INPS per chi perde involontariamente il lavoro.

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Resteranno intatte le platee di riferimento, anche se la speranza che si metta mano alla lista dei lavori gravosi oggi prevista, non è del tutto campata in aria. Infatti estendere la possibilità di pensionamento a 63 anni ad altri lavori gravosi è una ipotesi che dovrà trovare conferma però con l’iter parlamentare della legge di Bilancio. Serviranno sempre i classici 36 anni di contributi per i lavori gravosi, i 32 anni per edili e ceramisti e i 30 anni per le altre tre categorie di beneficiari potenziali.

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Proroga ormai più o meno sicura anche per l’opzione donna. Il regime contributivo agevolato per le lavoratrici quindi resterà attivo nel 2024, con un solo correttivo rispetto a oggi. E cioè con la cancellazione dei figli avuti come discriminante per andare in pensione prima. Oggi infatti la misura è ad appannaggio di:

  • invalide;
  • caregivers;
  • disoccupate;
  • lavoratrici di aziende in crisi.

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L’età di uscita è a 60 anni, ma solo per invalide e caregivers senza figli avuti. Per disoccupate e assunte di aziende in crisi, l’età di uscita è 58 anni. Per le invalide o le caregivers che hanno avuto nella vita, la gioia di un solo figlio, l’età di opzione donna scende a 59 anni. Invece, per le invalide e le caregivers con due o più figli invece ecco che l’età scende ancora a 58 anni.

Per quanto riguarda il requisito contributivo, sempre di 35 anni di contributi si tratta.

La pensione è calcolata con il sistema contributivo, prevede una finestra di 12 mesi per la sua prima decorrenza. E i requisiti anagrafici e contributivi devono essere completati entro il 31 dicembre dell’anno precedente. L’unica novità quindi sarebbe l’equiparare invalide e caregiver alle altre due categorie con uscite ammesse a 58 anni, a prescindere dai figli avuti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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