Pensioni a 63 anni nel 2024, chi può lasciare il lavoro con 30 anni di contributi

Ecco cosa potranno fare coloro che raggiungono i 63 anni nel 2024 per poter andare in pensione se hanno 30 anni di contributi, le ultime sulla proroga dell'Ape sociale.
1 anno fa
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Nella manovra di Bilancio il governo dovrebbe produrre l’ennesima estensione di un anno dell’Ape sociale. Infatti sembra praticamente certo che l’Ape sarà una misura che anche nel 2024 dovrebbe consentire di andare in pensione a 63 anni a determinate categorie di lavoratori. Si parla addirittura di un potenziamento della misura, con una estensione delle categorie a cui si rivolge per i lavori gravosi. Si tratta di una delle 4 categorie a cui l’Ape si applica, e probabilmente è la più grossa.

Ma è l’unica categoria che, escludendo edili e ceramisti (per loro bastano 32 anni di versamenti contributivi), prevede ben 36 anni di contributi versati. Le altre tre categorie invece hanno bisogno “solo” di 30 anni di versamenti. Ed è su queste categorie che approfondiamo l’argomento, spiegando ad un nostro lettore, come può sfruttare la misura a proroga 2024 confermata.

“Buonasera, sono un lavoratore dipendente di 62 anni di età. Compio 63 anni a ottobre 2024 e l’anno prossimo arriverà a 30 anni di contributi. Per mie problematiche di salute, vorrei lasciare il lavoro. Ma devo dire che probabilmente il mio datore di lavoro mi licenzierà già entro la fine di quest’anno, proprio perché non rendo più sul lavoro. Nel 2024 potrà andare in pensione con l’Ape sociale? credo di avere i requisiti visto che completo 63 anni di età e 30 anni di contributi. Grazie in anticipo per la vostra eventuale risposta.”

Pensioni a 63 anni nel 2024, chi può lasciare il lavoro con 30 anni di contributi

Novità per quanto concerne l’Ape sociale ci saranno senza dubbio nella legge di Stabilità che il governo si accinge a presentare come prassi, ad ottobre. Con la manovra la misura che scade il 31 dicembre 2023, dovrebbe essere confermata di ulteriori 12 mesi con scadenza che così slitterebbe al 31 dicembre 2024. Modifiche alla misura, se verranno introdotte riguarderanno l’inserimento di altre attività lavorative da considerare come gravose.

Per quanto riguarda invalidi, caregivers e disoccupati, nulla dovrebbe cambiare. Il nostro lettore potrebbe rientrare nella nuova Ape sociale 2024, con i medesimi requisiti con cui sono entrati quanti hanno sfruttato la misura in questi anni, sempre come invalidi, disoccupati o caregivers. Lui infatti potrebbe rientrarvi se va in disoccupazione dal momento che ci dice che il suo posto di lavoro è a serio rischio. Ma potrebbe andarci anche se le problematiche di salute che dice di avere, lo porteranno ad una invalidità pari almeno al 74%.

Occhio al fattore della perdita involontaria del posto di lavoro, i rischi di restare senza lavoro, senza ammortizzatori e senza pensione sono elevati

Per i disoccupati l’Ape sociale oggi si prende con 30 anni di contributi versati e 63 anni di età compiuti. Ma serve che l’interessato abbia completato la fruizione di tutto il periodo di disoccupazione indennizzata INPS. Parliamo dell’attuale Naspi, ovvero dell’ammortizzatore sociale che l’INPS eroga a chi perde involontariamente il lavoro. Da cerchiare in rosso l’involontarietà della perdita del posto di lavoro. Perché chi si dimette volontariamente, salvo che le dimissioni nascano da giusta causa, non avendo diritto a percepire la Naspi, non avrebbe diritto a percepire l’Ape sociale. Chi pensa di dimettersi per diventare disoccupato e quindi per entrare nell’Ape sociale con questo status, commette un marchiano errore. Potrebbe restare senza lavoro, senza indennità di disoccupazione e perfino senza la pensione con l’Ape sociale.

Invalidi, caregiver e le regole dell’Ape sociale di oggi e di domani

Meno rischi di perdere il treno dell’Ape sociale per gli invalidi. Come detto basteranno anche a proroga avvenuta per la misura, il 74% di invalidità. E sempre con i soliti 63 anni di età compiuti e 30 anni di contributi versati. Basterà presentare domanda di invalidità all’INPS, dopo aver ottenuto il certificato medico introduttivo all’invalidità da parte del proprio medico curante.

Dopo aver passato la visita dinnanzi alla commissione medica invalidi civili, se quest’ultima conferma almeno il 74% di invalidità, le porte dell’Ape sociale si potrebbero aprire per il nostro lettore e per chi si trova come lui con queste problematiche fisiche o psichiche. Sempre per la pensione a 63 anni di età e sempre con 30 anni di versamenti, l’Ape sociale riguarda pure i cosiddetti caregiver. Si tratta di lavoratori che potrebbero avere accesso a forme di pensionamento anticipato come l’Ape, per via di parenti disabili. Il caregiver infatti è colui che ha un familiare da assistere. Se questo familiare è un parente stretto del diretto interessato, e se convivono insieme da almeno 6 mesi, si può rivendicare il ruolo di assistente di persona con handicap. In questo caso, si può accedere all’Ape sociale in qualità di caregiver.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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