Nella manovra di Bilancio il governo dovrebbe produrre l’ennesima estensione di un anno dell’Ape sociale. Infatti sembra praticamente certo che l’Ape sarà una misura che anche nel 2024 dovrebbe consentire di andare in pensione a 63 anni a determinate categorie di lavoratori. Si parla addirittura di un potenziamento della misura, con una estensione delle categorie a cui si rivolge per i lavori gravosi. Si tratta di una delle 4 categorie a cui l’Ape si applica, e probabilmente è la più grossa.
“Buonasera, sono un lavoratore dipendente di 62 anni di età. Compio 63 anni a ottobre 2024 e l’anno prossimo arriverà a 30 anni di contributi. Per mie problematiche di salute, vorrei lasciare il lavoro. Ma devo dire che probabilmente il mio datore di lavoro mi licenzierà già entro la fine di quest’anno, proprio perché non rendo più sul lavoro. Nel 2024 potrà andare in pensione con l’Ape sociale? credo di avere i requisiti visto che completo 63 anni di età e 30 anni di contributi. Grazie in anticipo per la vostra eventuale risposta.”
Pensioni a 63 anni nel 2024, chi può lasciare il lavoro con 30 anni di contributi
Novità per quanto concerne l’Ape sociale ci saranno senza dubbio nella legge di Stabilità che il governo si accinge a presentare come prassi, ad ottobre. Con la manovra la misura che scade il 31 dicembre 2023, dovrebbe essere confermata di ulteriori 12 mesi con scadenza che così slitterebbe al 31 dicembre 2024. Modifiche alla misura, se verranno introdotte riguarderanno l’inserimento di altre attività lavorative da considerare come gravose.
Occhio al fattore della perdita involontaria del posto di lavoro, i rischi di restare senza lavoro, senza ammortizzatori e senza pensione sono elevati
Per i disoccupati l’Ape sociale oggi si prende con 30 anni di contributi versati e 63 anni di età compiuti. Ma serve che l’interessato abbia completato la fruizione di tutto il periodo di disoccupazione indennizzata INPS. Parliamo dell’attuale Naspi, ovvero dell’ammortizzatore sociale che l’INPS eroga a chi perde involontariamente il lavoro. Da cerchiare in rosso l’involontarietà della perdita del posto di lavoro. Perché chi si dimette volontariamente, salvo che le dimissioni nascano da giusta causa, non avendo diritto a percepire la Naspi, non avrebbe diritto a percepire l’Ape sociale. Chi pensa di dimettersi per diventare disoccupato e quindi per entrare nell’Ape sociale con questo status, commette un marchiano errore. Potrebbe restare senza lavoro, senza indennità di disoccupazione e perfino senza la pensione con l’Ape sociale.
Invalidi, caregiver e le regole dell’Ape sociale di oggi e di domani
Meno rischi di perdere il treno dell’Ape sociale per gli invalidi. Come detto basteranno anche a proroga avvenuta per la misura, il 74% di invalidità. E sempre con i soliti 63 anni di età compiuti e 30 anni di contributi versati. Basterà presentare domanda di invalidità all’INPS, dopo aver ottenuto il certificato medico introduttivo all’invalidità da parte del proprio medico curante.