Pensioni a partire dai 63 anni, ecco come fare e quali misure lo permetteranno

Quali misure permettono di andare in pensione a 63 anni e quali saranno le possibilità per i nati nel 1962 per il prossimo anno.
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1 mese fa
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Adesso nel sistema pensionistico italiano aleggia una condizione di grande incertezza. Con l’inizio delle discussioni e dei summit sulla legge di Bilancio, le pensioni rischiano di essere profondamente modificate dalle decisioni del governo e dalle novità che potrebbero emergere dal consueto pacchetto pensionistico della manovra. Ci sono nuove misure di cui si parla e che potrebbero essere varate, così come ci sono misure esistenti che potrebbero essere confermate o abbandonate. L’incertezza è palpabile, come quella vissuta da una nostra lettrice, il cui quesito riguarda le diverse possibilità di andare in pensione a 63 anni.

“Salve, mi chiamo Petra e sono nata il 30 marzo 1962. Ho iniziato a lavorare il 1° gennaio 1996 e mi chiedevo se nel 2025 potrò andare in pensione con una qualsiasi misura pensionistica. Vi fornisco alcune informazioni che credo possano esservi utili per darmi una risposta il più completa possibile. Ho iniziato a lavorare come segretaria nell’ufficio vendite dell’azienda di famiglia nel gennaio del 1996. Poi, da settembre 2000, sono passata a lavorare in una grande azienda commerciale, sempre come impiegata d’ufficio. Vivo con mia madre disabile e ho usufruito dei benefici della legge 104. Sono separata e madre di 4 figli. Escludendo due mesi di malattia nel 2020, non ho mai saltato un giorno di lavoro e non ho mai beneficiato di cassa integrazione o disoccupazione. Mi dite cosa posso fare?”

Pensioni a partire dai 63 anni: ecco come fare e quali misure lo permettono

Per i nati nel 1962, nel 2024, è possibile accedere alla pensione con la Quota 103, ma sono necessari 41 anni di contributi. Naturalmente, a 62 anni esistono anche misure che non prevedono limiti di età, ma richiedono comunque almeno 41 anni di contributi, come la Quota 41 per i lavoratori precoci, o per chi, come la nostra lettrice, assiste una persona con disabilità. Anche le pensioni anticipate ordinarie sono accessibili a 62 anni, in quanto non hanno limiti anagrafici.

Tuttavia, in questo caso, gli uomini devono avere 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre le donne 41 anni e 10 mesi.

Altre opzioni per andare in pensione a 63 anni includono le pensioni per invalidità, che richiedono almeno 20 anni di contributi e un’invalidità specifica pari almeno all’80%, in relazione alla tipologia di lavoro svolto. Nel 2024 è disponibile anche l’Ape Sociale, una misura che prevede un limite anagrafico di 63 anni e 5 mesi, con 30 anni di contributi per chi è invalido, caregiver o disoccupato, e 36 anni per i lavoratori addetti a mansioni gravose.

Le misure che permettono di andare in pensione a 63 anni oggi

Nel 2025, l’Ape Sociale potrebbe essere confermata o meno, ed è proprio questa incertezza a preoccupare molti lavoratori in vista del nuovo anno. Se la misura verrà confermata, chi avrà maturato i requisiti anagrafici e contributivi potrà accedere alla pensione anche nel 2025.

Tuttavia, la nostra lettrice non potrà usufruirne, essendo una lavoratrice contributiva pura, avendo iniziato a versare i contributi solo a partire dal 1° gennaio 1996. Di conseguenza, non sarà in grado di raggiungere i 30 anni di contributi richiesti per sfruttare l’Ape Sociale, nonostante il suo ruolo di caregiver per la madre.

Per Petra, le possibilità di pensionamento sono legate alla pensione anticipata contributiva, che prevede l’accesso a 64 anni, non a 63. Tuttavia, avendo avuto 3 figli, può beneficiare di una riduzione di un anno sull’età di pensionamento (4 mesi per figlio, fino a un massimo di 12 mesi per chi ha avuto tre o più figli). Pertanto, essendo nata nel 1962, potrà andare in pensione a 63 anni con l’anticipata contributiva.

Pensione prima o pensione più elevata? Attenzione alle scelte che si fanno

Va inoltre considerato che, se decidesse di posticipare l’uscita e attendere i 64 anni, sempre con l’anticipata contributiva, Petra potrebbe beneficiare di una norma che le permetterebbe di ottenere una pensione più elevata.

Una disposizione ancora in vigore, che risale alla riforma Dini, consente infatti di andare in pensione a 64 anni con un trattamento calcolato come se l’uscita fosse avvenuta a 65 o 66 anni.

Questo fa una notevole differenza dal punto di vista del calcolo della pensione, poiché nel sistema contributivo è noto che più si ritarda il pensionamento, più elevato sarà l’importo del trattamento.

Infatti, una donna che ha avuto fino a due figli può uscire a 64 anni. E, senza usufruire del taglio di età precedentemente descritto, ottenere una pensione calcolata con il coefficiente applicabile ai 65 anni. Se ha avuto più di due figli, invece, sarà applicato addirittura il coefficiente dei 66 anni.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

2 Comments

  1. Ape social la possono eliminare,ha’ dei paletti talmente stringenti che quasi nessuno può’ andare in pensione,e’solo una presa in giro del governo.

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Può sembrare strano ma oggi con opzione donna possono andare in pensione con 35 anni di contributi e nettamente prima molte più lavoratrici di quanto invece si creda.
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