Pensioni: adesso tremano anche gli avvocati

Anche la Cassa forense degli avvocati è in difficoltà, messa a dura prova dalla pandemia. I soldi scarseggiano, si pensa al passaggio al contributivo puro.
4 anni fa
2 minuti di lettura
pensione
Foto © Licenza Creative Commons

Se Atene piange, Sparta non ride. Anche la Cassa Forense, quella degli avvocati, come del resto tutte le casse di previdenza dei liberi professionisti in Italia, è alle corde. Ci sono sempre meno soldi a disposizione e il Covid ha ulteriormente messo a dura prova il comparto.

A lanciare l’allarme sulle pensioni degli avvocati è Il Corriere della Sera in un recente articolo. Vengono messe in luce tutte le criticità finanziarie, già emerse prima dell’insorgenza della pandemia, al punto di far tremare anche i vertici della Cassa Forense.

Pensioni a rischio anche per gli avvocati

Ma cosa succede di preciso? Secondo il noto quotidiano, in Cassa Forense qualche mese fa è stata istituita una commissione di studio incaricata di valutare e ipotizzare possibili riforme al sistema previdenziale. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di passaggio al sistema di calcolo pensione col contributivo puro.

Non è chiaro come e quando questo avverrà, ma una cosa pare certa: la riforma andrà fatta, pena il default della Cassa Forense. A meno che non intervenga l’Inps a stendere un velo pietoso sui conti, come già avvenuto con i dirigenti della pubblica amministrazione in passato (Inpdai).

Del resto spiega il segretario generale della Cassa Forense Gigi Pansini:

è sotto gli occhi di tutti che l’emergenza sanitaria in atto, con le correlate difficoltà economiche ha acuito le criticità che caratterizzano l’organizzazione della professione e ha reso inevitabile la necessità di intervenire sull’ordinamento forense, sulla capacità di produrre reddito, sugli aspetti previdenziali e assistenziali.

Non a caso, il riconoscimento del reddito di ultima istanza, e il ristoro di quota parte del canone di locazione degli studi professionali, hanno dovuto fare i conti con le numerose incertezze e zone grigie legate all’effettivo esercizio della professione, agli oneri dichiarativi degli iscritti, alle possibilità di controllo delle singole posizioni, all’incompatibilità della professione con l’esercizio di altre attività lavorative”.

Quanto guadagna un avvocato?

Poiché anche le pensioni degli avvocati sono calcolate con le regole in vigore per tutti e sono basate sulle retribuzioni percepite (per la parte retributiva), viene spontaneo chiedersi quanti contributi versano alla Cassa Forense. La cifra annuale è commisurata alla retribuzione. Quindi quanto guadagnano gli avvocati?

Secondo i dati disponibili, nel 2018 i dati forniti evidenziavano:

  • redditi pari a 0 euro per 35.400 avvocati
  • redditi pari a 10.300 euro per 58.100 avvocati,
  • redditi fino a 50.050 per 110.000 avvocati.

Ne consegue che anche i contributi versati siano stati di gran lunga minori a quanto preventivato dagli esperti della Cassa Forense per coprire le pensioni della categoria. Quelle liquidate con sistema interamente retributivo o misto, tanto per intenderci. Le cose, come presumibile, sono poi peggiorate nel 2019 e nel corso del 2020 con l’avvento della pandemia, anche se i dati ufficiali non sono ancora disponibili. Chi li conosce, però, ha già messo le mani avanti.

Verso sistema contributivo puro

Per questo – fa notare Pansini – si andrà incontro a delle difficoltà a sostenere le spese previdenziali in futuro.

Proprio in ragione dell’eccezionalità delle condizioni che stiamo vivendo, tanto il sistema attuale, che richiede necessari correttivi, quanto un epocale passaggio a un sistema nuovo e diverso che Cassa forense sta valutando, necessitano innanzitutto di un confronto sulle norme che oggi disciplinano la professione”.

Cosa succederà quindi? Il problema va un po’ di pari passo con le difficoltà del sistema previdenziale italiano. Nell’immediato si può stare tranquilli, ma nel medio e lungo periodo ci saranno difficoltà se non si interviene. Una riforma è quindi necessaria. La strada che molto probabilmente sarà adottata è quella del passaggio al sistema contributivo puro per le pensioni.

Cioè le pensioni che attualmente sono liquidate col sistema misto potrebbero essere calcolate col sistema puro per garantire la sostenibilità dei conti della Cassa.

In questo senso, sarà importante vedere come agirà il governo nell’ambito della riforma che si appresta a varare nel 2021.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Il successo di Unicredit e l'economia italiana
Articolo precedente

Perché le azioni Unicredit perdono così tanto dopo l’addio di Mustier

contributi
Articolo seguente

Bonus sud: nel modello Redditi con regole precise