Pensioni: agli statali più di 2.000 euro al mese con quota 100

Gli statali percepiscono pensioni più alte di quelle dei lavoratori del settore privato. Con 38 anni di lavoro si passano i 2.000 euro.
3 anni fa
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Gli statali non possono certo lamentarsi per le pensioni che prendono. Rispetto ai lavoratori privati, percepiscono assegni mediamente più alti del 25%. Questo vale tanto per le pensioni di vecchiaia quanto per quelle anticipate.

Non si tratta di privilegi, ben inteso, ma di una differenza che origina dai livelli retributivi. Le buste paga degli statali sono infatti mediamente più alte di quelle dei dipendenti privati o dei redditi dei lavoratori autonomi. Ne deriva una maggiore contribuzione ai fini pensionistici e quindi pensioni più alte.

Le pensioni degli statali

I dati elaborati dall’Osservatorio Inps evidenziano che nel 2020 gli importi delle pensioni pubbliche sono state per il 15,4% inferiori ai 1.000 euro. Il 46,3% è tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 28,7% rappresenta un importo tra 2.000 e 2.999,99. In ultimo, il 9,6% ha un importo dai 3.000 euro mensili in su.

L’importo complessivo annuo delle pensioni nel 2020 è stato di 76.750 milioni di euro con un incremento del 2,2% rispetto al 2019 (75.131 milioni di euro). Fatti due conti, si arriva a quasi 2.000 euro (1.997 per la precisione) di pensione mensile. Stiamo parlando di cifre lorde naturalmente, che però la dicono tutta su quanto prendono gli statali di pensione in Italia.

Per contro, il settore privato non se la passa bene allo stesso modo. L’importo medio delle pensioni degli ex lavoratori dipendenti è di circa 1.550 euro medi mensili. Più basse ancora quelle degli autonomi.

Quota 100 per i dipendenti pubblici

Anche le pensioni anticipate dei dipendenti pubblici, quelli che hanno lasciato il lavoro grazie ai requisiti previsti per quota 100, non sono di poco conto. L’importo medio nel 2020 – secondo i dati Inps – è risultato pari a 2.354 euro al mese.

Nel complesso, l’Inps ha liquidato 179.230 nuove pensioni statali lo scorso anno. Solo la metà sono prestazioni di vecchiaia, le altre sono anticipate. Quota 100 si è rivelata quindi una scappatoia utile e ben remunerata soprattutto per gli statali che, a differenza del settore privato, non beneficiano di scivoli pensionistici.

Forse è questo ultimo rappresenta l’unico vantaggio dei lavoratori del settore privato, rispetto agli statali, che può in qualche modo compensare la differenza del trattamento pensionistico fra pubblico e privato.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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