Pensioni: ai bancari lo scivolo di sette anni, agli statali l’attesa della Fornero

Pubblicato il decreto che manda i bancari in pensione a 60 anni. Agli statali, invece, resta la lunga attesa dei 67 anni prevista dalla Fornero.
2 anni fa
1 minuto di lettura
pensioni

In attesa di una riforma pensioni, permangono ancora profonde ingiustizie sociali. Soprattutto fra settore pubblico e privato. Chi lavora alle dipendenze di medie e grandi aziende può infatti sfruttare canali di prepensionamento che non esistono nel pubblico impiego.

Si va dai contratti di espansione che garantiscono il prepensionamento fino a 5 anni, a quelli di solidarietà del settore credito che prevedono l’uscita anticipata fino a 7 anni dal lavoro. Mentre per gli statali restano solo le vie d’uscita previste dalla legge Monti-Fornero.

Bancari in pensione sette anni prima degli statali

Grazie al fondo di solidarietà del settore credito, i bancari potranno andare in pensione quest’anno e nel 2023 fino a 7 anni prima del raggiungimento dei requisiti di legge. Lo stabilisce un decreto del ministero del Lavoro del 22 giugno 2022 (G.U. n. 182 del 5 Agosto 2022).

A conti fatti si tratta di una forma di prepensionamento che può interessare i bancari che compiono quest’anno 60 anni. Una agevolazione che i dipendenti statali, che magari lavorano nello stesso settore o affine, si possono solo sognare di notte.

Per gli statali i tempi di attesa restano quelli previsti dalla Fornero. Contrariamente a quanto aveva rivendicato il ministro alla PA Renato Brunetta, i dipendenti pubblici non potranno quindi accedere alla pensione ordinaria prima di aver compiuto 67 anni.

Cresce così ancora di più la discriminazione fra dipendenti del settore privato e pubblico. I primi, al di là dell’appartenenza o meno al fondo credito, hanno comunque la possibilità di accedere agli scivoli previsti dai contratti di espansione e all’isopensione fino al 2023.

Come funziona l’assegno straordinario di solidarietà

L’assegno straordinario di solidarietà, riconducibile impropriamente al prepensionamento, è una prestazione economica erogata dai fondi di solidarietà bilaterali costituiti dalle banche ai sensi di legge. E’ riconosciuto nell’abito dei processi di agevolazione all’esodo del personale del credito per gestire gli esuberi.

E’ applicabile solo ai lavoratori che raggiungono i requisiti per il pensionamento di vecchiaia (67 anni) o anticipato (42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini; 41 anni e 10 mesi di contributi le donne) entro i successivi sette anni dalla risoluzione del rapporto di lavoro.

L’assegno è rinnovato anche per il 2022 e 2023 con estensione del periodo di fruizione a sette anni. In sostanza le aziende del settore creditizio, nell’ambito dei piani di agevolazione all’esodo, potranno utilizzare l’assegno straordinario per il sostegno al reddito per un periodo più lungo rispetto ai cinque anni previsti in precedenza.

L’agevolazione riguarderà le cessazioni che avvengono entro il 30 novembre 2022 del personale bancario che matura la pensione anticipata o la pensione di vecchiaia entro i sette anni successivi all’ingresso nel fondo stesso. Quindi fino a 60 anni di età.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensione
Articolo precedente

Perché molti si muovono per chiudere il conto cointestato: batosta fisco, controlli e rischio denunce. Cosa c’è di vero

superbonus
Articolo seguente

ASP… il bonus 110 che non arriva