Anche i pensionati italiani residenti all’estero devono dichiarare i redditi percepiti ai fini dell’erogazione della prestazione. Sta, infatti, per prendere il via la campagna Red 2023 che l’Inps effettua ogni anno per raccogliere tutte le informazioni di natura fiscale e patrimoniale che possono determinare l’importo della pensione in pagamento.
A partire dal mese di giugno 2023, quindi, l’Inps acquisirà i redditi prodotti all’estero dai pensionati italiani che vivono oltre confine. Lo precisa lo stesso Istituto di previdenza in una nota destinata a chi percepisce pensioni all’estero.
Modello Red 2023 per pensioni degli italiani all’estero
La campagna di accertamento reddituale, denominata Red 2023, è rivolta ai pensionati italiani all’estero che hanno percepito redditi nel 2022. Detta procedura però non è rivolta a tutti i percettori di pensioni all’estero, ma solo ad alcuni.
Secondo la legge, solo alcune prestazioni previdenziali di tipo assistenziale erogate dall’Inps sono soggette a controllo sistematico. Tanto in Italia come all’estero. Fra queste, vi sono la pensione ai superstiti, l’assegno di invalidità e le pensioni con integrazione al trattamento minimo.
Questa tipologia di rendita implica un intervento assistenziale, come noto, ed è condizionata alla capacità di reddito del beneficiario. Pertanto ogni anno l’Inps chiede di conoscere quale sia la condizione economica del titolare della pensione, del coniuge e, in alcuni casi, dell’intero nucleo familiare.
I redditi da dichiarare
Come spiega l’Inps, nel corso del mese di giugno 2023 saranno inviati a tutti i pensionati all’estero interessati i modelli cartacei REDEST per la campagna fiscale di accertamento. Allo scopo e per ogni eventualità sono disponibili a fornire tutte le informazioni necessarie gli uffici consolari e i patronati.
Tutte le operazioni di raccolta delle informazioni saranno curate dai patronati e i consolati. I funzionari incaricati, al momento della consegna da parte dei pensionati dei modelli reddituali allegati alla lettera di richiesta, dovranno:
- accertare l’identità personale del dichiarante;
- ricevere i modelli REDEST opportunamente compilati e firmati;
- verificare la conformità della documentazione presentata ai dati indicati nei modelli;
- provvedere all’acquisizione dei dati attraverso il collegamento via internet con il sito web dell’Inps, secondo le indicazioni fornite nell’apposito manuale tecnico richiamabile attraverso la procedura di acquisizione.
I redditi da dichiarare nel modello REDEST sono:
- redditi previdenziali italiani ed esteri;
- redditi da lavoro;
- redditi immobiliari (esclusa la prima casa di abitazione);
- redditi di capitali e di partecipazione;
- redditi di arretrati degli anni precedenti;
- rendite vitalizie o a tempo determinato;
- redditi a carattere assistenziale.
Pensioni: anche i residenti all’estero devono dichiarare i redditi
L’accertamento dei redditi dei pensionati residenti all’Estero va effettuato con le certificazioni rilasciate dagli organismi esteri o attraverso autocertificazione come previsto dalla legge italiana.
Non sono invece autocertificabili i redditi derivanti da prestazioni previdenziali e assistenziali estere che devono essere espressamente certificati dagli enti che erogano i compensi. Ai fini dichiarativi, gli uffici consolari e i patronati provvederanno alle relative traduzioni legalizzate.
A titolo esemplificativo si riportano le seguenti possibili tipologie di certificazione estera:
- certificazione già in possesso del pensionato, assimilabile ai modelli Obis/M e Certificazione Unica;
- certificazione, rilasciata a richiesta dell’interessato, dalla quale risulti la titolarità della prestazione e il relativo importo;
- ricevuta o avviso di pagamento, solo nel caso in cui sia evidenziato l’Organismo ordinante e si possa desumere l’importo complessivo annuo della pensione.
L’Inps effettua, tramite i consolati, controlli a campione sui pensionati italiani residenti all’estero per verificare la regolarità delle autocertificazioni.