Pensioni anticipate 2024 a 64 anni: due vie da scegliere per 4 categorie con vantaggi e svantaggi

Pensioni anticipate 2024 a 64 anni: ci sono due vie e 4 categorie di lavoratori che possono scegliere tra evidenti vantaggi e svantaggi.
6 mesi fa
2 minuti di lettura
Pensioni quota 41 o quota 92
Foto © Licenza Creative Commons

Per chi nel 2024 raggiunge i 64 anni di età, con almeno 41 anni di contributi versati, si delineano due percorsi per accedere alla pensione anticipata, rivolti alle stesse categorie di contribuenti. A parte la quota 103, misura contributiva e quindi meno vantaggiosa in termini economici, le opzioni disponibili sono rivolte a soggetti con gravi invalidità, coloro che assistono un familiare invalido, lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro e che non ricevono più ammortizzatori sociali, o che hanno svolto lavori usuranti.

Esistono due diverse strade, entrambe percorribili, con significative differenze tra loro.

Un nostro lettore, interessato a pensionarsi con una di queste due misure entro l’anno, ci chiede chiarimenti, dato che le pensioni anticipate a 64 anni possono coinvolgere sia l’APE sociale sia la quota 41 per i lavoratori precoci.

“Buonasera, sono Renato e sono disoccupato. A giugno terminerò di ricevere la NASPI e a settembre compirò 64 anni. Alla fine della NASPI avrò accumulato 41 anni di contributi, inclusi 18 mesi versati da minorenne. Ritengo di avere i requisiti sia per la quota 41 sia per l’APE sociale. Tuttavia, non sono sicuro su quale delle due opzioni sia la migliore per me e chiedo un vostro parere per comprendere meglio le differenze tra le due prestazioni.”

Quota 41 per i lavoratori precoci, guida, regole e informazioni

La pensione anticipata del 2024 a 64 anni può essere accessibile attraverso la quota 41 per i lavoratori precoci, che non impone limiti di età specifici. Pertanto, anche chi è nato nel 1960 può accedere a questa opzione. Per qualificarsi alla quota 41 come lavoratore precoce, è necessario:

  • Avere accumulato almeno 41 anni di contributi;
  • Essere iscritti alla previdenza da tempo, con almeno 12 mesi di versamenti prima dei 19 anni;
  • Aver versato contributi effettivi per almeno 35 anni;
  • Appartenere ad almeno una delle categorie target della misura.

Queste categorie sono le stesse previste anche per l’APE sociale, che include:

  • Caregiver che convivono e assistono da almeno sei mesi un parente con grave disabilità secondo la legge 104;
  • Invalidi con almeno il 74% di invalidità civile certificata dall’ASL;
  • Disoccupati senza NASPI da almeno tre mesi;
  • Lavoratori impegnati in uno dei 15 lavori gravosi previsti, per sette anni negli ultimi dieci o sei negli ultimi sette.

L’APE sociale, ecco come funziona l’Anticipo pensionistico

L’APE sociale si rivolge agli stessi lavoratori menzionati prima.

L’unica differenza con la quota 41 per i disoccupati è che per l’APE sociale non è necessario attendere ulteriori tre mesi dopo la fine della NASPI. I requisiti per l’APE sociale sono:

  • Avere almeno 63 anni e 5 mesi di età;
  • Avere maturato almeno 30 anni di contributi per invalidi, caregiver e disoccupati, o 36 anni per i lavori gravosi.

Le differenze tra quota 41 per i precoci e Anticipo pensionistico sociale

Entrambe le misure sono valide a 64 anni con 41 anni di contributi, ma ci sono alcune differenze da considerare. Per esempio, richiedere l’APE sociale permette un’uscita anticipata rispetto alla quota 41, dato che i disoccupati non devono attendere ulteriori tre mesi. Tuttavia, per la quota 41 è prevista una finestra di decorrenza di tre mesi per la prestazione, mentre per l’APE sociale è necessario raggiungere i 63 anni e 5 mesi di età. Ma non vi sono finestre di attesa. L’APE sociale ha delle limitazioni importanti che non possono essere ignorate.

Pensioni anticipate 2024 a 64 anni: due vie da scegliere per 4 categorie con vantaggi e svantaggi

L’APE sociale prevede un limite massimo di 1.500 euro mensili. Pertanto, chi potrebbe avere diritto a un assegno più alto con 41 anni di contributi, troverebbe più conveniente optare per la quota 41. L’assegno percepito con l’APE sociale rimane fisso fino a 67 anni, età della pensione di vecchiaia, e non è soggetto a adeguamenti per l’inflazione. Invece, la quota 41 prevede l’adeguamento annuale dell’assegno come la maggior parte delle pensioni erogate dall’INPS e include anche la tredicesima mensilità, a differenza dell’APE sociale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

riforma delle pensioni
Articolo precedente

Riforma pensioni: due scenari diversi, uno cattivo e l’altro terribile

fondi pensione
Articolo seguente

Pensione integrativa: riscatto e tassazione del fondo