Pensioni anticipate 2024 con 20 anni di contributi, a 64 anni come a 66, stessi importi ecco perché

Il calcolo delle pensioni anticipate 2024 e di quelle di vecchiaia 2024 con 20 anni di contributi, ecco le maggiorazioni in base ai figli avuti.
6 mesi fa
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Ci sono delle particolari occasioni che un lavoratore deve sfruttare assolutamente quando decide di andare in pensione anticipata o di vecchiaia. Si tratta di misure e strumenti previsti dalla normativa vigente che spesso rimangono inutilizzati dai contribuenti.

Il fatto è che molti lavoratori non sono a conoscenza di queste possibilità. Spesso, il semplice fatto di raggiungere la pensione è sufficiente per sentirsi soddisfatti del risultato ottenuto, senza considerare che si potrebbe ottenere una pensione più alta sfruttando le opportunità offerte dal sistema.

Non ci sono trucchi o stranezze: per esempio, molte donne con 20 anni di contributi possono uscire dal lavoro sfruttando vantaggi altrimenti perduti. Una nostra lettrice, attenta alle regole, dimostra come basti poco per informarsi e, prima di chiedere la pensione, essere edotti su queste occasioni.

“Buonasera, mi chiamo Sofia, sono una consulente aziendale che andrà in pensione a fine anno una volta raggiunti i 67 anni di età. Non ho versamenti precedenti al 1996, quindi andrò in pensione con la vecchiaia ordinaria con una pensione molto bassa, visto che è calcolata con il sistema contributivo. Però mi sono informata ed essendo madre di cinque figli, ho diritto a delle maggiorazioni. Potrei infatti ottenere una pensione più alta chiedendo la maggiorazione di calcolo prevista dalla vecchia Legge Dini. Mi spiegate come devo fare? Voglio organizzarmi bene per fine anno, in modo tale da non lasciare nulla di intentato.”

Pensioni anticipate 2024 con 20 anni di contributi, a 64 anni come a 66: stessi importi, ecco perché

Effettivamente, le pensioni anticipate o di vecchiaia possono essere calcolate in modo migliore, soprattutto per le donne. Specialmente per quelle che, rientrando pienamente nel sistema contributivo, non hanno alternative al calcolo del rateo basato sul montante dei contributi. Alcune potrebbero ottenere una pensione a una certa età, calcolata come se l’età fosse più alta, grazie alle gravidanze avute e ai figli.

Molte lavoratrici, quando arrivano alla pensione, non considerano che i loro figli, oggi adulti, possono aiutare a ottenere una prestazione più elevata. Il calcolo contributivo aiuta in questo senso. Ma come si calcola la pensione con il sistema contributivo? Le regole sono chiare e facili da capire. Ogni mese di lavoro si riceve uno stipendio netto in busta paga.

Nel cosiddetto cuneo fiscale, ovvero nel costo del lavoro, oltre alle tasse c’è anche la parte di contribuzione versata per la futura pensione. La differenza tra stipendio lordo e netto è questa. Il 33% della retribuzione lorda è destinata da un lavoratore dipendente alla pensione futura.

Il calcolo contributivo, la rivalutazione del montante e i coefficienti di trasformazione

Ogni anno, tra quota a carico del datore di lavoro e quota a carico del dipendente, un contribuente mette da parte dei soldi che nel tempo si rivalutano. Per esempio, ciò che un contribuente ha versato nel 2022 è cresciuto in base all’inflazione del 2023 la prima volta e poi a quella del 2024 la seconda volta. E continuerà a crescere per gli anni successivi fino a quando il contribuente non raggiunge la pensione.

Il montante contributivo così ricalcolato e rivalutato, il giorno della liquidazione della pensione viene moltiplicato per i coefficienti di trasformazione, che sono tanto meno favorevoli al contribuente quanto più bassa è l’età della pensione. A parità di contributi, chi esce a 66 anni prende una pensione più bassa di chi esce a 67 anni, ma più alta di chi esce a 65 anni.

Tuttavia, a parità di contributi e di età, una donna che ha avuto dei figli può ricevere un trattamento più alto di un uomo. E tra le donne, chi ha avuto più di due figli riceve un trattamento più alto di chi ne ha avuti uno o due. Queste regole si applicano sia per le pensioni anticipate contributive che per quelle di vecchiaia.

Donne in pensione anticipata o di vecchiaia con più soldi degli uomini: ecco quando accade

Queste regole, come dicevamo, valgono sia per le pensioni di vecchiaia, quindi per le uscite a 67 anni di età con 20 anni di contributi, sia per le pensioni anticipate a 64 anni di età, sempre con 20 anni di contributi. Ma solo per i cosiddetti contributivi puri, cioè per i contribuenti la cui iscrizione alla previdenza obbligatoria è iniziata dopo il 31 dicembre 1995.

Spiegato il calcolo della pensione contributiva, con i coefficienti variabili in base all’età di uscita, vediamo che vantaggi hanno le donne rispetto agli uomini e le donne che hanno avuto più figli. Partiamo dalla pensione anticipata contributiva.

donne che hanno avuto figli possono scegliere tra due diverse opzioni. Una consente di anticipare l’uscita di 4 mesi per ogni figlio avuto, fino a un massimo di 12 mesi per tre o più figli. In pratica, si può lasciare il lavoro a 63 anni anziché a 64 (o a 66 anziché 67 anni per la pensione di vecchiaia ordinaria).

In alternativa, uscendo a 64 anni di età (e con una pensione pari a 2,8 o 2,6 volte l’assegno sociale), si può godere di un calcolo della prestazione migliore, chiedendo all’INPS l’applicazione del coefficiente migliore sia per le pensioni anticipate che di vecchiaia.

Il vero calcolo della pensione e i vantaggi da sfruttare

Infatti, a 64 anni il montante contributivo rivalutato è moltiplicato per il 5,184% per ottenere la pensione mensile. Le lavoratrici che hanno avuto uno o due figli possono chiedere l’applicazione del coefficiente del 5,352%, quello dei 65 anni di età. Con tre o più figli, invece, si può chiedere l’applicazione del coefficiente del 5,531%, quello dei 66 anni.

La nostra lettrice parla però di pensione di vecchiaia a 67 anni. Quindi, il calcolo della pensione, in linea di massima e senza bonus, parte dal coefficiente del 5,723%. Anche in questo caso, però, i figli possono garantire un coefficiente migliore.

Con un massimo di due figli si può ottenere il coefficiente del 5,931%, valido per le uscite a 68 anni di età.

Ma con tre o più figli, si può sfruttare il coefficiente dei 69 anni, pari al 6,154%. Pertanto, sia per la pensione di vecchiaia sia per la pensione anticipata, ci sono evidenti vantaggi da sfruttare.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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