Pensioni anticipate, ecco cosa succede una volta arrivati i 67 anni di età ai già pensionati

Ecco le cose che cambiano e le cose da fare a 67 anni dopo aver preso la pensione anticipata con Ape sociale, quota 100, 102 e 103.
1 anno fa
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Foto © Pixabay

Andare in pensione in anticipo è ciò che la normativa vigente permette e ha permesso sempre. Anche se l’età pensionabile oggi in vigore è pari a 67 anni, grazie alle tante misure di pensionamento anticipato che per anni i lavoratori hanno potuto sfruttare, l’età media di uscita per la pensione è sensibilmente inferiore. Per esempio, secondo l’OCSE, nel 2020, quando l’età pensionabile era già a 67 anni, l’età media di uscita della popolazione era a 61,8 anni. Ma se le uscite con la pensione anticipata ordinaria non subiscono scossoni, una volta arrivati a 67 anni di età la cosa cambia con alcune misure di pensionamento anticipato alternative che molti hanno usato in questi anni.

Pensioni anticipate, ecco cosa succede una volta arrivati i 67 anni di età ai già pensionati

A tal punto che sono tanti i quesiti che ci propongono i nostri lettori sul cosa fare una volta terminato l’anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.

In sintesi, i quesiti dei nostri lettori fanno riferimento a ciò che accade al termine dell’APE sociale una volta giunti a 67 anni. O cosa accade a chi dopo aver aderito all’anticipo di quota 100, quota 102 e quota 103 compirà l’età per ottenere la normale pensione di vecchiaia. Dai tanti quesiti ne estrapoliamo qualcuno proprio per partire con le giuste considerazioni da fare.

“Salve, volevo sapere cosa devo fare a novembre 2023 dato che compio 67 anni di età e visto che sono pensionato da APE sociale dal 2021. Cosa cambia per la mia pensione? Aumenterà di importo?”

“Gentile redazione di Investire Oggi, sono andato in pensione nel 2022 con la quota 102 ma a 65 anni di età. L’anno prossimo compio 67 anni e quindi entro nel circuito della pensione di vecchiaia. Cosa cambia? Prenderò una pensione più alta? Devo presentare qualche domanda o tutto resta come è oggi?”

Le pensioni anticipate oltre i canali ordinari, ecco APE sociale e quota 100, 102 e 103

Probabilmente negli ultimi anni le due misure di pensionamento anticipato maggiormente sfruttare dai lavoratori sono state l’APE sociale e la quota 100.

Ma mentre l’APE sociale è ancora in vigore oggi, la quota 100 è sparita dai radar il 31 dicembre 2021. Questa misura infatti fu sostituita dalla quota 102 per il 2022. E la quota 102 a sua volta è stata sostituita oggi dalla quota 103. Tra APE sociale e pensione con queste quote la differenza è enorme. Ma la cosa che le accomuna è il fatto che si tratta di misure di pensionamento in deroga rispetto ai requisiti ordinari delle pensioni di vecchiaia e di quelle anticipate. Oggi infatti, statistiche alla mano, sono tanti i pensionati che stanno percependo questi trattamenti anticipati anche se non hanno ancora raggiunto i 67 anni di età, che è quella ordinaria per le pensioni di vecchiaia.

APE sociale, uscite anticipate, ma temporanee

L’APE sociale è una misura molto particolare ed è quella che maggiormente espone al cambiamento una volta arrivati a 67 anni di età. Va detto infatti che l’APE sociale consente le uscite a partire dai 63 anni di età a invalidi, caregiver, disoccupati e lavori gravosi. Per le prime tre categorie citate i contributi necessari devono essere pari ad almeno 30 anni. Per quanto riguarda i lavori gravosi invece, escludendo edili e ceramisti che possono lasciare il lavoro con 32 anni di contributi versati, servono 36 anni.

C’è da dire però che la misura è particolarmente limitativa dal momento che ha diversi vincoli che vanno a incidere anche sugli importi delle prestazioni. Per esempio l’APE sociale non prevede la tredicesima mensilità e quindi è basata su 12 mesi e non su 13. In altri termini il pensionato per tutta la durata dell’anticipo con l’APE sociale prende una pensione per dodici mesi e non per tredici.

Niente pensione di reversibilità con l’APE sociale

Inoltre, sempre l’APE sociale non rientra nel campo delle maggiorazioni e dell’integrazione al trattamento minimo come invece accade a tutte le pensioni calcolate con il sistema misto.

Oltretutto la pensione percepita resta la stessa per tutti gli anni dell’anticipo perché non si adegua ogni anno al tasso di infrazione. Infine si tratta di una pensione che cessa di essere erogata al compimento dei 67 anni di età e che non è reversibile in caso di decesso prematuro del pensionato.

Cosa fare per chi arriva a 67 anni in qualità di pensionato da APE sociale

In altri termini, è del tutto evidente che una volta raggiunti 67 anni di età l’APE sociale, dal momento che viene fermata, impone al diretto interessato di presentare la domanda di pensione di vecchiaia. E in quel caso il trattamento, sempre per il diretto interessato, diventa migliore. Perché vengono meno tutti quei vincoli prima citati. Infatti si inizia a prendere la tredicesima mensilità. Se c’è bisogno le pensioni sono integrate al trattamento minimo e ogni anno che passa vengono adeguate al tasso di inflazione previsto dall’ISTAT. Infine c’è da dire che per i pensionati che hanno diritto a trattamenti superiori a 1.500 euro, per tutti gli anni in cui si percepisce l’APE sociale, la pensione massima erogabile non può superare questa cifra. Anche in questo caso è evidente che passando alla pensione di vecchiaia, chi ha diritto a una pensione più alta inizierà a prenderla.

Quota 100 e quota 102, via il divieto di cumulo con i redditi da lavoro per la pensione a 67 anni

Per quanto riguarda la pensione con quota 100 e con quota 102 tutte queste anomalie di cui abbiamo parlato per l’APE sociale non esistono. Innanzi tutto ricordiamo che per sfruttare la quota 100 era necessario aver compiuto almeno i 62 anni di età e aver raggiunto almeno i 38 anni di contributi previdenziali versati. Per la quota 102 invece era necessario completare almeno la combinazione 64+38, dove 64 era l’età pensionabile minima da centrare e 38 la carriera e i versamenti contributivi.

Meno vincoli rispetto all’Ape sociale abbiamo detto. Ed effettivamente è così con le misure per quotisti.

Infatti la pensione liquidata alla data di uscita con queste misure è quella effettivamente spettante al pensionato alla data di maturazione dei requisiti. Quindi come importo nessuna differenza a 67 anni rispetto a quanto percepito in passato. Ad esclusione naturalmente di eventuali scatti per via dell’aumento del costo della vita.

I vincoli non mancano per la pensione con quota 100 o quota 102

Un vincolo però anche la quota 100 e la quota 102 ce l’hanno ed è quello del divieto di cumulo di redditi da pensione con i redditi da lavoro. In parole povere il pensionato in anticipo sia con la quota 100 che con la quota 102 non può cumulare redditi da lavoro con quelli delle prestazioni pensionistiche. Un vincolo che ha una sua unica eccezione nel lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. Ed è un vincolo che scompare nel momento in cui il pensionato arriva a 67 anni. Da quel momento se vuole, può tornare al lavoro senza rischiare di perdere la pensione, che invece è la penalità a cui andavano incontro quanti tornavano al lavoro mentre percepivano la pensione per quotisti.

La quota 103 tra divieto di cumulo e importo limitato della prestazione

Diverso il caso della quota 103 di quest’anno perché al consueto divieto di cumulo con redditi da lavoro, a esclusione di quello autonomo occasionale prima citato, si è aggiunto un paletto ulteriore. La pensione con quota 103 infatti viene liquidata al diretto interessato per un importo non superiore a un determinato limite. E questo vincolo dura per tutto il tempo di anticipo rispetto sempre ai 67 anni della pensione di vecchiaia. La quota 103 prevede il raggiungimento di almeno 62 anni di età e di almeno 41 anni di contributi. L’importo limitato di pensione quindi può gravare sul diretto interessato anche per 5 anni.

Importo minimo pensione con quota 103, di cosa si tratta?

Ma di che importo massimo di pensione fruibile con quota 103 parliamo? Il trattamento di pensione relativo alla Quota 103 come importo massimo è collegato al trattamento minimo INPS. Nello specifico infatti la pensione con la quota 103 per tutto l’anticipo non può essere superiore a 5 volte il trattamento minimo INPS valido nell’anno di uscita. E per il 2023 questo trattamento minimo è pari a 563,74 euro. Significa che con la quota 103 non è possibile percepire per tutto l’anticipo una pensione più alta di 2.818,70 euro al mese. Vincolo che come dicevamo viene meno al compimento dei 67 anni di età.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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