Andare in pensione con la Quota 100, così come con la Quota 102, la Quota 103 e l’Ape sociale, espone gli interessati a un vincolo molto preciso: non è possibile cumulare i redditi di questi trattamenti pensionistici con altri redditi da lavoro. L’unica eccezione è il lavoro autonomo occasionale, ma non oltre i 5.000 euro per ogni anno solare. Cosa significa tutto questo? In caso di inadempienza, la pensione viene sospesa e c’è l’obbligo di restituire i soldi all’INPS. Tuttavia, permangono molti dubbi e domande legittime da parte dei lavoratori, soprattutto se provengono dal mondo del lavoro autonomo.
Caso di un pensionato con Quota 100 e Partita Iva aperta
“Buonasera, volevo capire una cosa che mi tormenta. Sono in pensione da anni con Quota 100. Ho svolto diversi lavori nella mia carriera, ma da oltre 15 anni il mio lavoro è stato quello di barbiere maschile. Prima era la mia attività abituale, con un salone. Poi, quando sono andato in pensione con Quota 100, non ho chiuso la Partita Iva. Non verso contributi e non lavoro più. Qualcuno mi dice che corro dei rischi se riapro il mio salone adesso, perché pare che potrò farlo solo a 67 anni, ed io ne ho 66. Secondo voi è così? Pensavo che se adottavo il lavoro occasionale, stando attento ai redditi, potevo sfruttare l’occasione visto che vorrei tornare a sentirmi attivo e i soldi della pensione mi sono insufficienti.”
Pensioni anticipate e Partita Iva: attenzione alle regole tra forfettario, lavoro occasionale e limiti di reddito
La pensione con Quota 100 non è cumulabile con redditi da lavoro autonomo o da lavoro dipendente. Lo stesso vale per i trattamenti di Quota 102, Quota 103 e Ape sociale 2024. È un divieto vero e proprio senza grandi deroghe.
Chi lavora come dipendente al momento della pensione con una di queste misure deve cessare l’attività lavorativa. Chi invece ha una Partita Iva deve sapere che nessuna attività lavorativa collegata alla Partita Iva è cumulabile con queste misure pensionistiche. Questo include l’attività di barbiere del nostro lettore e la sua Quota 100.
Cosa si rischia a sbagliare attività dopo la pensione anticipata con Quota 100 e Partita Iva aperta
Chi, dopo aver ottenuto una pensione con queste prestazioni, riprende una qualsiasi attività lavorativa da dipendente, da lavoratore autonomo o a carattere imprenditoriale, rischia la sospensione della pensione per tutto l’anno di imposta della ripresa dell’attività, indipendentemente dal reddito prodotto. Tuttavia, per il lavoratore autonomo non è necessario chiudere la Partita Iva. La circolare INPS numero 117 del 9 agosto 2019, che trattava di Quota 100, si riferisce proprio a questo aspetto per il lavoro autonomo, estendendosi anche alle varie Quota 102, Quota 103 e Ape sociale.
Non è necessario cancellarsi da registri, albi e Camere di Commercio
Si può essere ancora iscritti negli elenchi dei lavoratori autonomi, alla Camera di Commercio, negli albi dei professionisti e si può mantenere la Partita Iva aperta, purché non ci siano redditi provenienti da queste attività, anche in regime forfettario. L’unica eccezione è il lavoro autonomo occasionale. Questo tipo di attività si distingue da quella collegata alla Partita Iva per la sua natura saltuaria, sporadica ed episodica, senza continuità nel tempo.
Chi svolge questo genere di attività non deve necessariamente avere una Partita Iva aperta. Il lavoro autonomo occasionale non va confuso con il regime forfettario, che è un regime fiscale agevolato, con minori adempimenti e oneri, ma per lavoratori autonomi di piccole dimensioni.