Svolgere un determinato lavoro può dare diritto a prendere una pensione in anticipo. Anche se la differenziazione delle attività lavorative per l’eventuale pensione è un argomento che andrebbe meglio predisposto da parte delle autorità, già oggi svolgere determinati lavori consente di andare in pensione prima. Le misure che prevedono questo genere di vantaggio sono almeno tre, tutte abbastanza favorevoli in termini di requisiti previdenziali.
Dagli edili ai minatori: vantaggi offerti dal sistema pensionistico per chi svolge lavori pesanti
Alcune attività lavorative che consentono di accedere alla pensione anticipata rispetto ai requisiti normali sono abbastanza comuni.
Pensioni anticipate: tutti i benefici in base al lavoro svolto
Partiamo dalle attività lavorative definite “gravose”. Si tratta di 15 attività che danno diritto a uscire prima dal lavoro, purché l’interessato le abbia svolte per almeno 6 degli ultimi 7 anni o per almeno 7 degli ultimi 10 anni. Le misure che prevedono queste agevolazioni sono l’Ape sociale (Anticipo Pensionistico Sociale) e la Quota 41 per i lavoratori precoci. La prima prevede un limite di età e una carriera contributiva adeguata. Servono almeno 63 anni e 5 mesi di età e almeno 36 anni di contributi versati. Possono andare in pensione con l’APE coloro che svolgono una delle seguenti 15 attività lavorative:
- Operai edili, dell’industria estrattiva e della manutenzione degli edifici
- Conduttori di gru o di macchinari di perforazione nelle costruzioni
- Conciatori di pelli e di pellicce
- Macchinisti dei convogli ferroviari e personale ferroviario viaggiante
- Conduttori di mezzi pesanti e camionisti
- Infermieri ed ostetriche ospedaliere di sala operatoria o sala parto
- Addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti
- Insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido
- Facchini e addetti allo spostamento di merci
- Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia
- Operatori ecologici e chi si occupa di raccogliere o separare i rifiuti
- Operai dell’agricoltura, della zootecnica e della pesca
- Pescatori
- Siderurgici
- Marittimi
Anche la Quota 41 per i lavoratori precoci distingue tra attività lavorativa svolta
Per le categorie citate in precedenza non c’è solo l’Ape sociale, ma anche la Quota 41 per i lavoratori precoci.
Lo scivolo adatto ai lavori usuranti: quota 97,6
Spesso confusi con i lavori gravosi, i lavori usuranti sono differenti sia per natura che per possibilità di pensionamento. Per questo genere di attività lavorativa, i requisiti sono più leggeri rispetto all’Ape sociale e alla Quota 41 per i precoci. Basta arrivare a 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi. Inoltre, è necessario completare la Quota 97,6, che considera anche le frazioni di anno sia come età che come contribuzione. La misura si rivolge a chi svolge lavori usuranti, ma anche ad alcune categorie di lavoratori molto diffuse, come autisti di mezzi di trasporto pubblico con massa a pieno carico di almeno 9 persone, operai addetti alla linea a catena o lavoratori notturni.
Pensioni anticipate: tutti i benefici in base al lavoro svolto
Le attività di lavoro usurante che danno diritto allo scivolo con i requisiti sopra esposti includono:
- Addetti ai lavori in galleria, cava o miniera
- Lavoratori dentro cassoni ad aria compressa
- Lavoratori con costante esposizione alle alte temperature
- Palombari
- Addetti alla lavorazione del vetro cavo
- Lavoratori in spazi molto ristretti
- Addetti all’asportazione dell’amianto
I lavoratori notturni, quelli della linea a catena e gli autisti di mezzi pubblici possono accedere allo scivolo a partire dai 61 anni e 7 mesi, se questo genere di attività lavorativa è stata svolta per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o, in alternativa, per la metà della vita lavorativa.
Niente aspettativa di vita e niente incrementi dell’età pensionabile per lavori gravosi o usuranti
Lavori gravosi e usuranti, pur avendo misure pensionistiche differenti, sono accomunati da un altro beneficio previsto dalla normativa vigente: lo sconto di 5 mesi per le pensioni di vecchiaia ordinaria. La generalità dei lavoratori può andare in pensione con la vecchiaia ordinaria a partire dai 67 anni di età con 20 anni di contributi. Tuttavia, per chi svolge un lavoro gravoso o usurante, l’età di uscita nel 2024 resta a 66 anni e 7 mesi. In questo caso, però, sono necessari 30 anni di contributi effettivi, senza considerare i contributi figurativi.