Pensioni anticipate, ecco un vantaggio che bisogna sfruttare per aumentare le possibilità

Opzione donna e l’Ape Sociale sono accomunate dalla loro data di scadenza fissata il 31 dicembre 2024. L’Ape sociale e la quota 41 precoci sono accomunate dal fatto che sono misure che anche se con requisiti diversi, si applicano alle stesse categorie di lavoratori e contribuenti, cioè invalidi, caregivers, disoccupati e addetti ai lavori gravosi. Le pensioni anticipate di opzione donna, dell’Ape sociale e di quota 41 per i precoci sono accomunate tutte e tre dal fatto che possono essere sfruttate dagli invalidi. E in tutte e tre le misure devono essere invalidi almeno al 74%. Ma per invalidi di
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3 mesi fa
2 minuti di lettura
Posso andare in pensione con 30 anni di contributi nel 2025? Ecco la risposta
Pensione contributiva a 64 anni per pochi? © Licenza Creative Commons

Opzione donna e l’Ape Sociale sono accomunate dalla loro data di scadenza fissata il 31 dicembre 2024. L’Ape sociale e la quota 41 precoci sono accomunate dal fatto che sono misure che anche se con requisiti diversi, si applicano alle stesse categorie di lavoratori e
contribuenti, cioè invalidi, caregivers, disoccupati e addetti ai lavori gravosi. Le pensioni anticipate di opzione donna, dell’Ape sociale e di quota 41 per i precoci sono accomunate tutte e tre dal fatto che possono essere sfruttate dagli invalidi.

E in tutte e tre le misure devono essere invalidi almeno al 74%. Ma per invalidi di questo genere c’è un altro vantaggio, forse meno conosciuto perché non riguarda una specifica misura di pensionamento anticipato. Invalidi di questo genere possono più facilmente far salire il loro
bottino di contributi in modo tale da riuscire più facilmente a sfruttare le varie misure di pensionamento, tanto ordinarie che in deroga.

“Buonasera, sono Piera, una lavoratrice che nel 2025 compie 67 anni di età. Sto verificando il mio diritto alla pensione di vecchiaia. Credo che mi manchino 13 mesi, almeno stando ai conti che faccio io per arrivare ai 20 anni che servono. Mi chiedevo, dal momento che nel 2020 sono stata riconosciuta invalida al 75% posso avere diritto alle maggiorazioni per gli anni di lavoro che sto svolgendo? Infatti sono ancora assunta e a febbraio con gli altri 5 mesi di lavoro che mi restano fino ad arrivare ai 67 anni, credo che mi mancheranno solo 7/8 mesi ai 20 anni. Secondo voi ho possibilità o devo proseguire a lavorare per questi mesi che mi mancano?”

Pensioni anticipate, ecco un vantaggio che bisogna sfruttare per aumentare le possibilità

La nostra lettrice ha pienamente ragione. Secondo noi ha diritto alla pensione di vecchiaia grazie allo strumento della maggiorazione contributiva per invalidità. Una misura che prevede questa agevolazione per invalidi almeno al 74%. Per completezza di informazione
bisogna sottolineare che tutti gli interessati a questo genere di vantaggio, o coloro i quali sono interessati alle tre misure di pensionamento prima citate per invalidi al 74%, devono aver ricevuto il verbale della commissione medica.

Si tratta della Commissione medica Invalidi Civili.

Infatti dopo aver ottenuto il certificato introduttivo dal medico di famiglia, con tanto di ricevuta di trasmissione telematica dello stesso certificato, e dopo aver presentato domanda di invalidità all’INPS, serve aver passato anche la visita medica dalla Commissione. A visita medica passata la Commissione redige il verbale e deve essere su questo verbale che ci deve essere l’indicazione del 74% come invalidità.

Dal verbale invalidi alla pensione passando per la maggiorazione contributiva

Il verbale è fondamentale anche per la sua data. Infatti l’invalido può essere considerato tale a partire dal giorno del verbale. E tutti i periodi di lavoro svolti dopo aver ottenuto il grado di invalidità prima citato, possono essere fatti valere di più. La procedura non è automatica, ma deve essere il diretto interessato ad avviarla presentando domanda all’INPS. Si può fare anche mentre si presenta la domanda di pensione. Perché nel formulario telematico di domanda, ci sarà, tra le tante voci, anche quella che riguarda proprio il possibile sfruttamento della maggiorazione invalidi. Infatti nella domanda verrà chiesto se il diretto interessato vuole sfruttare quanto previsto dall’articolo 80 comma 3 della legge 388 del 2000.

Questa legge non fa altro che concedere 2 mesi in più come contributi figurativi per ogni anno di lavoro svolto dopo il riconoscimento dell’invalidità civile al 74% almeno. Si possono così recuperare fino a 5 anni di contributi (naturalmente per chi ha svolto almeno 30 anni di lavoro dopo il verbale di invalidità civile). Naturalmente i contributi figurativi valgono per il diritto alla pensione e non per il calcolo. Chi, come la nostra lettrice ha 19 anni di contributi, potrà andare in pensione con una misura dove servono 20 anni (se ha lavorato 6 anni da invalida e ne può far valere 7), ma la sua pensione sarà calcolata comunque sui 19 anni di versamenti effettivi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Salve
    Chiedo gentilmente informazioni riguardo alla pensione anticipata quota 41 lavoratore precoce, per quanto riguarda il requisito di disoccupazione quanto periodo e richiesto, è se serve ,nello specifico avere ricevuto l’indennità di disoccupazione?grazie

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